Itaker - Vietato agli Italiani |
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Un film di Toni Trupia.
Con Francesco Scianna, Monica Barladeanu, Michele Placido, Tiziano Talarico, Nicola Nocella.
continua»
Drammatico,
durata 98 min.
- Italia 2012.
- Cinecittà Luce
uscita giovedì 29 novembre 2012.
MYMONETRO
Itaker - Vietato agli Italiani
valutazione media:
2,88
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il sentimento dell'amoredi lorenzo.muscosoFeedback: 214 | altri commenti e recensioni di lorenzo.muscoso |
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domenica 16 dicembre 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Itaker – una parola fatiscente, complessa, denigrante dalla dura pronunciabilità ma rappresentativa di un periodo della storia italiana, quello relativo ai cosiddetti “Italianacci” lavoratori immigrati in Germania. Se il cinema d’autore, attraverso le sue storie, si fa portatore di culture storiche e linguaggi, allora gli è dovuto l’affidamento a una funzione didattica soprattutto quando questa è costruita su una solidità narrativa, recitativa e registica. Toni Trupia dirige ogni singola scena applicando alla perfezione le regole della più tradizionale messa in scena, definisce geometricamente gli spazi con attenzione kubrickiana e attribuisce uno spessore artistico che riproduce un’ estaticità rapita in un contesto di fredda tonalità. La fotografia di Arnaldo Catinari bidimensiona le corporeità in unicum di austerità in cui sentimento viene tratteggiano nelle personalità distinte e sofferenti rinchiuse in strutture abitative dove il loro pensiero divine vittima di desideri e speranze. Il diritto all’amore è forse la condizione centrale di quest’opera, lo stesso Benito interpretato con grande intensità da Francesco Scianna, ne viene travolto fino a scoprire un forte legame con Pietro (Tiziano Talarico), il bambino preso in custodia e mezzo per il suo riscatto. Frammenti sociali alla ricerca di una propria identità in una stato temporale anomimo la cui sopravvivenza è legata a personali iniziative nella difficile convivenza con il popolo tedesco. Emotività e capacità linguistiche espresse a più strati e definite con delicatezza dalle sonorità di Marco Biscarini e Davide Cavutti, la cui partitura diviene un elegante enfasi espressiva che legge e interpreta i sentimenti più profondi. Un’opera che pone la sua attenzione verso una qualità linguistica autoriale, proprietà essenziali che il cinema dovrebbe possedere se vuole davvero attuare un processo di riconversione culturale che dia spazio ai nuovi talenti e alle loro capacità espressive. Recensione a cura di
Lorenzo Muscoso
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