Nella casa |
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Un film di François Ozon.
Con Fabrice Luchini, Ernst Umhauer, Kristin Scott Thomas, Emmanuelle Seigner, Denis Ménochet.
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Titolo originale Dans la maison.
Drammatico,
durata 105 min.
- Francia 2012.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 18 aprile 2013.
MYMONETRO
Nella casa
valutazione media:
4,01
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Tra realismo e realitydi florestFeedback: 205 | altri commenti e recensioni di florest |
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domenica 21 aprile 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il tema del mestiere dello scrittore, o meglio dello scrivere, i rapporti tra chi scrive e chi legge e i rischi connessi con tutto questo all'epoca dei social network, senza mai citare internet, non a caso grande assente di questo film. E' un tentativo ambizioso, quello che si propone Ozon nel suo ultimo lavoro. E' proprio l'esclusione di internet, intesa come terzo occhio dell'adolescente contemporaneo, a risultare sospetta e a far riflettere lo spettatore sul fatto che la casa, oggetto del titolo e arena prediletta delle puntate narrate da Claude, altro non è che un palcoscenico virtuale, che prende corpo grazie ai riflettori puntati su un network di interrelazioni più o meno simulate. Probabilmente si fa riferimento alla casa del grande fratello così come alla casa virtuale di internet (la home page). Per questo non c'è bisogno di inserire internet come elemento del film. Internet, per moltissimi adolescenti ma nono solo, rappresenta già parte preponderante dell'esistenza, in cui realtà e finzione si intrecciano quotidianamente e il sottile filo che le separa altro non è che il filo conduttore di questa trama. Ma cosa deve fare lo scrittore oggi? Il professore fa il professore e cerca una risposta nei classici: Omero per i canoni di costruzione della trama, Dostojevskji per l'empatia che suscitano i suoi personaggi apparentemente miserabili, il realismo di Flaubert come massima aspirazione letteraria, la descrizione della realtà priva dell'onniscenza dell'autore, anche a costo di annoiare e di sovvertire i canoni aurei della narrazione. Ma a dispetto di queste premesse, il realismo di Flaubert non viene che sfiorato all'inizio della storia. Il rapporto che si crea tra Claude e il professore, cioè tra scrittore e lettore, si ammala della necessità, da parte di Claude, di assecondare i gusti del professore per continuare a scrivere, per continuare a essere letto e ad alimentare il proprio narcisismo. Questo è il grande pericolo verso cui questo film vuole mettere in guardia. Scrivere per assecondare i gusti degli altri. Del resto, l'autore non può esistere senza il suo pubblico e viceversa (vedi il finale del film), il pubblico ha bisogno di lui, delle storie degli altri, purchè lo distraggano dalla propria storia personale vuota. E questo ci conduce verso una possibile conseguenza dell'assecondare i desideri del lettore: l'autore adultera la propria realtà, la propria vita. Manipola sé stesso e gli altri con lo scopo di mantenere vivo l'interesse di chi legge e leggerà. Ma questo non è ciò che avviene, o rischia di avvenire proprio con i social network, dove talora la volontà (o la necessità) di descrivere quotidianamente in maniera accattivante la propria vita (in cui l'autore guarda caso è sempre anche personaggio) è per molti un elemento sufficiente per modificare le proprie azioni quotidiane? L'autore, una volta perduto definitivamente il proprio filo, e una volta smarritosi nella trama, rischia di sprofondare ancora di più abbandonandosi a pulsioni emotive che appartengono ad un personaggio fittizio e non a se stesso (vedi l'infatuamento verso Esther). Il possibile declino di una storia, e forse di una vita, derivante da tutti questi passi falsi, e' il declino del romanzo di appendice del film: smarritosi gradualmente sempre più Claude, si perde anche poco a poco l'attinenza alla realtà e si sconfina amaramente nell'uniformità fittizia di un finale ad effetto, che prevede improbabili suicidi, omicidi o fughe amorose.
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