Film concreto che racconta la vita scolastica di professori e alunni di una scuola media superiore.
Gli attori: Tutti superlativi, Roberto Herlitzka ineguagliabile.
L’ambiente è di periferia e le problematiche sono quelle comuni a tutti i docenti e discenti, i primi sono persone appassionate come il professor Prezioso, deluse e incomprese come il professor Fiorito, necessariamente fiscali persino nell’elargire affetto come la dirigente scolastica, ci sono poi insegnanti fragili e quelli apatici e disinteressati e poi, c’è la massa degli ……alunni zucconi proprio come sono stata io.
Ero timida, non riuscivo a stare al passo con gli altri, le mie interrogazioni erano sempre un disastro per quanto fossi aiutata e incoraggiata, in famiglia.
Poi all’università qualcosa è cambiato in meglio poiché potevo organizzare i miei studi al mio ritmo.
Già adolescente avevo scoperto che la lettura era affascinante, quando ho avuto un po’ di soldi a disposizione, ho cominciato a frequentare spettacoli teatrali e sale cinematografiche.
La mia fortuna è stata quella di essere nata in una famiglia dove si leggeva molto, si studiava ed io ho potuto quindi assorbire e fare mio - senza averne all’inizio piena consapevolezza - di quel modo di avanzare e operare . E’ anche l’esempio che conta.
Pensando agli studenti del film e a tanti altri ragazzi, l’unica fonte di stimolo sono gli insegnanti che con la loro passione hanno il potere di coinvolgere e far accendere una flebile fiamma d’interesse che poi, chissà, potrebbe diventare col tempo un’energia tale da nutrirli per il resto della vita.
Insegnanti non vi scoraggiate, seminate!!!!!!!!!
A tale proposito forse il mio pensiero è espresso molto meglio in una lettera da me inviata pochi giorni or sono a un’amica.
“Marisa cara, non puoi immaginare che felicità mi ha dato l’avere scoperto cosa tu intendi che un insegnante debba fare per dare un’opportunità a quegli alunni che apparentemente sembrano disinteressati e sordi a qualsiasi tipo d’insegnamento sia loro proposto.
Pur non essendo stata un’insegnante, ho sempre pensato che la scuola esiste soprattutto per quei ragazzi che solo a prima vista sembrano menefreghisti al progetto scolastico e negati per qualsiasi tipo di apprendimento.
Quest’argomento mi ha sempre interessato e pur non essendo direttamente coinvolta poiché non ho avuto figli, cionondimeno da sempre nel mio piccolo ho apprezzato libri che trattano “ (Ehi prof. “, o “Io speriamo che me la cavo”) quest’argomento, come anche film (l’ultimo che ho visto “Monsieur Lazhar”).
Per mia fortuna ho conosciuto insegnanti (pochi) che nonostante un pesante carico familiare - andavano – come tu eri solita fare -a recuperare i ragazzi assenti a casa o dove sapevano di trovarli.
Così dovrebbe fare un vero prof.
Per l’immensa responsabilità che avete – vale a dire –quella di informare e formare i futuri cittadini – a mio parere - dovreste essere la categoria in assoluto più pagata perché il vostro lavoro non si esaurisce nelle ore in cui presenziate in classe, ma continua a casa riservando gran parte del vostro tempo, senza nessun compenso, alla correzione dei compiti, aggiornando le vostre conoscenze e preparando le lezioni per i giorni a seguire.
Come tu poi hai rilevato, un metodo non può valere per l’intera scolaresca per cui un insegnante deve tentare più metodi per consentire a se stesso di individuare quello più confacente al discente e potere così sperare di recuperarlo.
Non vado oltre, ma volevo comunicarti il mio pensiero in merito, e farti sapere che la passione per questa professione l’hai manifestata con tale ardore da farmi palpitare.
Grazie . "
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