renato volpone
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sabato 9 marzo 2013
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la cuoca del "re"
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Tornano sul grande schermo le prelibatezze della cucina francese che ci fanno ricordare da un lato la delicatezza di Babette (Il pranzo di Babette – 1987) e dall’altro il turbine di energia che emanava da Meryl Streep in Julie e Julia. Qui è Hortense Laborie che viene chiamata a ser...vizio del Presidente della Repubblica francese (la protagonista del film esiste realmente ed è stata al servizio di François Mitterand) e si trova a dover gestire la piccola cucina privata del Palazzo dell’Eliseo, in competizione con la grande cucina di servizio. La “piccola”, ma tenace, donna della campagna francese dovrà vedersela con i protocolli, le invidie e i giochi di potere.
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Tornano sul grande schermo le prelibatezze della cucina francese che ci fanno ricordare da un lato la delicatezza di Babette (Il pranzo di Babette – 1987) e dall’altro il turbine di energia che emanava da Meryl Streep in Julie e Julia. Qui è Hortense Laborie che viene chiamata a ser...vizio del Presidente della Repubblica francese (la protagonista del film esiste realmente ed è stata al servizio di François Mitterand) e si trova a dover gestire la piccola cucina privata del Palazzo dell’Eliseo, in competizione con la grande cucina di servizio. La “piccola”, ma tenace, donna della campagna francese dovrà vedersela con i protocolli, le invidie e i giochi di potere. Preparerà prelibatezze e grandi portate che quando le vedi passare non puoi fare a meno di pensare al “Sovrano” di Francia e ai grandi pranzi di Luigi XIV o Marie Antoinette (le scene del film di Sofia Coppola ci fanno ancora venire l’acquolina in bocca). Ben presto però la nostra “grande” cuoca si stancherà di tutto questo e, nonostante l’intimità con il Presidente che le ricorda che “il sale della vita è nelle “avversità” e nella capacità di superarle”, lascerà il palazzo e i suoi giovani collaboratori per recarsi nelle freddissime lande dell’Antartide dove ritroverà se stessa e la voglia di continuare a fare. Christian Vincent riesce a renderci perfettamente l’arroganza del palazzo e la pace del mare, emozioni che ritroviamo nella nostra protagonista interpretata da una splendida Catherine Frot. Una delicata commedia che ci parla di un mondo politico che si comporta ancora come se fosse una Monarchia assoluta e della solidarietà della condivisione delle piccole cose nelle terre estreme. Una magnifica fotografia e musiche delicate fanno il resto.
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donni romani
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lunedì 11 marzo 2013
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pietanze tiepide di emozioni
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Il cinema da sempre entra in cucina con grazia e passione ("Il Pranzo di Babette", Mangiare Bere Uomo Donna" e tanti altri) ma in questo caso la grazia sconfina nell'inconsistenza e la passione si trasforma in manierismo confinando il film di Vincent nell'ambito del compitino ben eseguito ma privo di emozione e di calore, tangente al film di contenuto ma sempre algido e mai computo nonostante le magnifiche pietanze che vengono inquadrate con sapienza ed eleganza. La storia di H[+]
Il cinema da sempre entra in cucina con grazia e passione ("Il Pranzo di Babette", Mangiare Bere Uomo Donna" e tanti altri) ma in questo caso la grazia sconfina nell'inconsistenza e la passione si trasforma in manierismo confinando il film di Vincent nell'ambito del compitino ben eseguito ma privo di emozione e di calore, tangente al film di contenuto ma sempre algido e mai computo nonostante le magnifiche pietanze che vengono inquadrate con sapienza ed eleganza. La storia di Hortense Laborie - ispirata alla vera avventura vissuta da Danièle Delpeuch - è quella di una entusiasta cuoca in un agriturismo nel Perigord che viene improvvisamente chiamata a Parigi dall'entourage del presidente Mitterand per diventare la cuoca privata dell'inquilino dell'Eliseo, in aggiunta allo chef ufficiale che lavora per tutti gli altri impiegati, che fa subito sentire la sua autorità e l'anzianità di servizio e che cercherà in ogni modo di far capire ad Hortense la sua ostilità e la sua invidia. Lei va dritta per la sua strada, sceglie i fornitori, instaura un rapporto amichevole con il Presidente fatto di dialoghi a base di ricordi e arte culinaria, ma dopo due anni di gelosie professionali, sabotaggi e gesti meschini da parte dei colleghi cederà le armi, rifugiandosi in una base scientifica in Antartide, salvo andarsene anche da lì un anno dopo, alla volta di una nuova avventura in Nuova Zelanda dove realizzare il sogno di impiantare una tartufaia. Catherine Frot entra con misura e simpatia nel personaggio, le ambientazioni sono molto curate e anche alcuni personaggi di contorno risultano simpatici, ma il plot resta imbalsamato, senza pathos e senza brividi, su tutto i dialoghi fra Hortance ed il vecchio Mitterand - caricaturale e macchiettistico oltre ogni immaginazione - che nelle intenzioni del regista avrebbero dovuto essere l'anima calda e naif del film e invece risultano inconcludenti (i sapori del passato, i ricordi dell'infanzia, ma a ben vedere niente di simbolico, di metaforico o di toccante) e la sensazione generale è che il film navighi sempre in una calma piatta che non giova all'insieme e che paradossalmente, in una pellicola dove i sapori abbondano, lascia con l'amaro in bocca, una pietanza tiepida che mai si fa flambè, e che mai accende l'empatia oltre una timida condiscendenza.
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ashtray_bliss
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lunedì 11 marzo 2013
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i sapori dell'eliseo.
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La cucina e' la stanza piu' importante di tutta la casa, la colonna portante, percio' neppure l'Eliseo puo' essere un'eccezione. Partendo da questo presupposto, sappiamo cosa andiamo a vedere quando entriamo in sala per assistere alla visone della 'Cuoca del presidente' adattamento italiano del sempre piu' azzeccato titolo originale, I Sapori del Palazzo.
Ma non assistiamo soltanto ad una pellicola leggera e spensierata che ci intrattiene senza troppe pretese; ma altresi assistiamo al libero adattamento di una storia vera che vide come protagonista Daniele Delpeuch, capo-chef che si prendeva cura dei piatti dell'allora presidente Francois Mitterand.
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La cucina e' la stanza piu' importante di tutta la casa, la colonna portante, percio' neppure l'Eliseo puo' essere un'eccezione. Partendo da questo presupposto, sappiamo cosa andiamo a vedere quando entriamo in sala per assistere alla visone della 'Cuoca del presidente' adattamento italiano del sempre piu' azzeccato titolo originale, I Sapori del Palazzo.
Ma non assistiamo soltanto ad una pellicola leggera e spensierata che ci intrattiene senza troppe pretese; ma altresi assistiamo al libero adattamento di una storia vera che vide come protagonista Daniele Delpeuch, capo-chef che si prendeva cura dei piatti dell'allora presidente Francois Mitterand.
Inoltre la pellicola, registicamente parlando, si evolve in due livelli, i quali pero' si intrecciano costantemente tra loro. Il primo livello e' quello attuale alla storia, quello 'corrente', che vede la protagonista Hortanse Laborie in un isola sperduta in mezzo all'Atlantico, alle prese con le preparazioni dell'ultima cena in una mensa di lavoratori. Il secondo livello e' ovviamente quello del passato di Laborie, che si svela allo spettatore sotto forma di ricordi o flash-back della protagonista nel suo passato.
Cosi impariamo poco a poco, tassello dopo tassello, il percorso di Hortanse che la porto' a diventare la principale responsabile del compito, non cosi facile da sostenere, di cuoca 'personale' del presidente della repubblica francese, della sua famiglia e dei suoi ospiti. Ancora una volta, come spesso capita con pellicole simili, le ricette e la fantasia della cucina rubano la scena ai protagonisti principali.
Gli ingredienti, le ricette, la preparazione dei pasti del presidente, con tutti i colori, gli aromi e i sapori che in qualche modo, escono dallo schermo e arrivano dritti agli spettatori.
Questa e' la carta vincente che rende il film molto gradevole da seguire, da assaporare e gustare, perche' ci porta dentro le verosimili stanze della cucina dell'Eliseo e ci fa assistere, ma quasi quasi partecipare alle opere culinarie proposte da Hortanse. Ricette che rievocano, come lei stessa ammette, i sapori veri del passato, quelli naturali e rustici, ma che fanno anche riemergere ricordi dell'infanzia, grazie appunto ai piatti semplici ma al contempo tradizionalmente francesi che Hortanse prepara.
Indiscutibilmente brava la protagonista, Frot, che porta sullo schermo una chef di polso, una donna dinamica che sa come procedere nel suo lavoro non dando corda a chi fa' di tutto per boicottarla, come gli chef e cuochi della cucina centrale. Assistiamo, dunque, alla rapida ascesa ma altrettanto rapida caduta di una chef devota e sempre premurosa di creare i miglior piatti possibili per il presidente, senza mai eccedere in sofisticatezze o raffinatezze troppo lontane dalla piu' tradizionale cultura culinaria francese.
Una donna dinamica che sa imporsi con successo, e' quella che porta abilmente sullo schermo la Frot, una donna che sfidando cattiverie di chi le gira attorno, si concentra sulla sua professione e tramite quella riesce a 'conquistare' il presidente e instaurare con lui un rapporto diretto e sincero, da molti invidiado e chiacchierato. Fino al momento in cui, li stessa capisce che le necessita' della cucina dell'Eliseo diventano fin troppo pesanti e i ritmi insostenibili, tanto da portala a dare spontaneamente le dimissioni di un lavoro che per lei significava moltissimo, prestigio incluso.
Lasciata dunque la Francia, la Laborie si dedica a prestare la sua arte di chef in una semplice mensa per lavoratori in una piccola isola del Atlantico, con la sola motivazione di poter guadagnare soldi a sufficienza tanto da potersi permettere di comprare e coltivare una tartufaia in Nuova Zelanda.
La cucina e' quello che caratterizza la vita intera di Hortanse, una passione, una arte ma anche uno stile di vita che la insegue costantemente e si intreccia col esistenza di quest'ultima esattamente come il passato e il presente si intrecciano sullo schermo degli spettatori per dar vita alla storia, poco nota, di una delle poche donne a capo della cucina personale del presidente francese.
Favolosa la fotografia e la regia, superba l'interpretazione della Frot, che incarna splendidamente un personaggio un po' ruvido ma onesto e devoto alla sua arte, sempre, fino in fondo.
Un film-elogio alla cultura e all'arte culinaria, in questo caso francese, dove non esita a mettere in mostra tutti i piatti e desserts piu' tipicamente francesi che ci sono ma che rendono anche la pellicola adorabile e gradevolissima da seguire, senza mai diventare troppo impegnata e nemmeno comica, nel senso stretto del termine. In effetti non ci sono scene o dialoghi particolarmente divertenti o ironici in modo che scaturiscano l'effetto humoristico tra il pubblico.
Cio' nonostante non toglie assolutamente nulla a questa pellicola, non innovativa, ma sempre piacevole da seguire e veramente appetitosa. Un tentativo registico riuscito.
Consigliato.
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cinemascoop.altervista.org
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martedì 12 marzo 2013
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i giochi di palazzo tra cucina e diplomazia
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Il cinema dei mille sapori; il racconto dei cento profumi; le atmosfere dei grandi palazzi del potere; una commedia dal gusto agro-dolce. Hortense viene, con sua sorpresa, chiamata a cucinare nientepopodimeno che per il Presidente della Repubblica francese. Il palazzo dell’Eliseo le spalanca le porte delle cucine e le mette a disposizione pregiatissime batterie di pentole di rame per cucinare espressamente ed esclusivamente in onore del Presidente (e dei suoi ospiti). La più corposa cucina principale dell’Eliseo (in collaborazione-competizione con quella privata di Hortense) farà di tutto per esautorare la nuova Chef e tornare in auge come ai vecchi tempi. I giochi di Palazzo sono sempre gli stessi, sia che si tratti di Capi di Stato sia che si tratti di Capi Cuoco.
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Il cinema dei mille sapori; il racconto dei cento profumi; le atmosfere dei grandi palazzi del potere; una commedia dal gusto agro-dolce. Hortense viene, con sua sorpresa, chiamata a cucinare nientepopodimeno che per il Presidente della Repubblica francese. Il palazzo dell’Eliseo le spalanca le porte delle cucine e le mette a disposizione pregiatissime batterie di pentole di rame per cucinare espressamente ed esclusivamente in onore del Presidente (e dei suoi ospiti). La più corposa cucina principale dell’Eliseo (in collaborazione-competizione con quella privata di Hortense) farà di tutto per esautorare la nuova Chef e tornare in auge come ai vecchi tempi. I giochi di Palazzo sono sempre gli stessi, sia che si tratti di Capi di Stato sia che si tratti di Capi Cuoco. A dispetto dei cerimoniali di rito, Hortense arriva a conoscere personalmente il Presidente ed instaura con lui un rapporto di reciproca stima. Il chiacchiericcio dei colleghi invidiosi malcela una profonda invidia nei confronti della cuoca che ha allacciato una relazione piuttosto speciale col primo abitante dell’Eliseo. La commedia si sviluppa con toni a metà tra il divertito (ma non divertente) e il drammatico; sentimentale si, ma non struggente; profondo si, ma leggero. Tutte dicotomie che ben si adattano a descrivere un film di questa fattura. Il sagace titolo originale – I Sapori del Palazzo – scherza astutamente col doppio significato di “sapore” alludendo sia al senso strettamente culinario sia a quello figurato. Questo sottile gioco dialettico viene del tutto cancellato dalla traduzione italiana non letterale.
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flyanto
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martedì 12 marzo 2013
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quante cospirazioni all'interno del palazzo del''e
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Film la cui trama è liberamente tratta dalle memorie della vera cuoca personale del presidente Mitterand in cui, appunto, la protagonista viene convocata e scelta al fine di diventare colei che preparerà i piatti dei pasti personali, e pertanto non di rappresentanza, di un immaginario presidente francese. Ella svolgerà con devozione e passione il suo incarico, guadagnandosi persino la stima del presidente stesso ma anche l'invidia e l'ostilità, nonchè il boicottaggio delle sue iniziative, da parte dello staff di cuochi sovrapposti invece alla preparazione dei pranzi e delle cene di rappresentanza. Stanca di tutto questo ordire contro di lei, la cuoca abbandonerà il suo posto di lavoro presso l'Eliseo e si indirizzerà a trovarne un altro, sempre come cuoca ma meno "prestigioso", presso una base di operai in missione nel gelido Antartico.
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Film la cui trama è liberamente tratta dalle memorie della vera cuoca personale del presidente Mitterand in cui, appunto, la protagonista viene convocata e scelta al fine di diventare colei che preparerà i piatti dei pasti personali, e pertanto non di rappresentanza, di un immaginario presidente francese. Ella svolgerà con devozione e passione il suo incarico, guadagnandosi persino la stima del presidente stesso ma anche l'invidia e l'ostilità, nonchè il boicottaggio delle sue iniziative, da parte dello staff di cuochi sovrapposti invece alla preparazione dei pranzi e delle cene di rappresentanza. Stanca di tutto questo ordire contro di lei, la cuoca abbandonerà il suo posto di lavoro presso l'Eliseo e si indirizzerà a trovarne un altro, sempre come cuoca ma meno "prestigioso", presso una base di operai in missione nel gelido Antartico. Una commedia molto garbata, raffinata e piacevole da vedere (e gustare, purtroppo solo con gli occhi, per ciò che concerne le prelibatezze culinarie preparate). Ma per lo spettatore che si aspetta qualche colpo di scena od una trama un pò più movimentata essa risulterà sicuramente una delusione. Infatti quello che in questo film viene rappresentato, è soprattutto la quotidianità dell'operato della protagonista e tutta l'atmosfera nell'insieme sia intima che di protocollo che regna all'interno degli ambienti più nascosti di un palazzo così maestoso ed imponente quale è, appunto, l'Eliseo. Pertanto non bisogna ricercare nulla di più. Molto gradevole, inoltre, la recitazione misurata di Catherine Frot che risulta quanto mai adatta nel suo ruolo di cuoca di alto livello.
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michela papavassiliou
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domenica 24 marzo 2013
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salmone e cavolo alla corte del presidente
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Produzione dal classico taglio francese per questo film del 2012 firmato da Christian Vincent e interpretato da Chaterine Frot nei panni di Hortense. Scaraventata dalla quiete della campagna tra limousine presidenziali, protocolli e treni direttamente all'Eliseo, in breve conquista il palato del Presidente, tra piccole e grandi gelosie, riportandolo ai sapori della cucina d' infanzia. In verita' gusti semplici viaggiano di rado sui piatti che contano e si cede a maestrie d'alta cucina che non molto hanno a che fare con cibi poco elaborati. La genuinita' dei prodotti c'e', sebbene non sembra importi che sei uova provenienti dal paesello costino piu' di svariate cene nel miglior ristorante parigino, se non per far fuori un personaggio scomodo a palazzo.
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Produzione dal classico taglio francese per questo film del 2012 firmato da Christian Vincent e interpretato da Chaterine Frot nei panni di Hortense. Scaraventata dalla quiete della campagna tra limousine presidenziali, protocolli e treni direttamente all'Eliseo, in breve conquista il palato del Presidente, tra piccole e grandi gelosie, riportandolo ai sapori della cucina d' infanzia. In verita' gusti semplici viaggiano di rado sui piatti che contano e si cede a maestrie d'alta cucina che non molto hanno a che fare con cibi poco elaborati. La genuinita' dei prodotti c'e', sebbene non sembra importi che sei uova provenienti dal paesello costino piu' di svariate cene nel miglior ristorante parigino, se non per far fuori un personaggio scomodo a palazzo. Il saper fare tra i fornelli e' in scena, manca un po' piu' di cuore, fors'anche di sensualita', nel backstage presidenziale fatto di spuntini fuoriorario in cucina a base di foie gras e vino rosso d'annata. Penso a pellicole come "Cocholat" di Lasse Hallstrom con Juliette Binoche, intensa ed appassionata o "Vatel" di Roland Joffe' con un gran Depardieu nei panni del cuoco alla corte del Re Sole. In "La cuoca del Presidente" anche nel rapporto d'intesa fra la donna ed il capo di stato ,sulle corde dell'amore per il saper accostare sapori in sinfonia, si e' persa una grande occasione. Fors'anche l'interprete principale non riesce a bucare lo schermo ed a coinvolgere emotivamente lo spettatore. Resta il pregio dell'idea, di atmosfere raffinate dai sapori policrimi e il frame di un inaspettato salmone ammantato in foglia di cavolo, vera gioia per la vista. 95 minuti non memorabili ma arricchiti di piacevoli spunti culinari e umane virtu'.MP
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onufrio
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venerdì 28 ottobre 2016
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chiamatemi hortense
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Hortense è uno chef chiamata per cucinare nella "casa" del Presidente della Repubblica Francese. Siamo a fine anni 80, il presidente è Mitterrand, la donna in primis appare spaventata da una proposta di lavoro così impegnativa, sembra gracile e timida, ma accetta il lavoro e dimostra ben altro carattere, donna forte e autorevole in grado di mettere in riga chiunque, conquisterà il Presidente coi i suoi prelibati ma soprattuto "caserecci" piatti tipici di una volta che tanto piacciono a Mitterrand. I due instaureranno anche un bel rapporto confessionale, parlando ore ed ore di cucina.
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