È stato il figlio

 “E' stato il figlio”, opera prima di Daniele Ciprì, già stimato direttore della fotografia, ha tutte le caratteristiche di un dramma pirandelliano, dal luogo in cui si svolge l'azione, ovvero Palermo - anche se ricostruita a Brindisi - ai protagonisti, tutti personaggi grotteschi; e sono proprio sei, anche se non in cerca d'autore, ma di una svolta che possa cambiare le loro tristi vite.

Vite prigioniere di una cultura priva di ogni valore, la cui unica ricchezza risiede in una cospicua somma di denaro, che la famiglia Ciraulo, riscuote dopo esasperanti richieste burocratiche, come risarcimento per la morte della loro figlioletta Serenella, vittima per sbaglio della mafia.

La drammatica storia è ispirata al romanzo omonimo di Roberto Alajmo, la cui narrazione nel film è affidata alle parole di un uomo in attesa alla posta, personaggio a sua volta ispirato ad uno “spicciafaccende”, che il regista ha notato mentre era andato a pagare un bollettino.

A dar corpo e anima alla vicenda, comunque reale pur se romanzata, le mostruose interpretazioni di Tony Servillo, Giselda Volodi e Fabrizio Falco, esordiente attore quest'ultimo, che per questa interpretazione ha vinto il “Premio Marcello Mastroianni”.

Fotografati e diretti all'interno delle loro mura domestiche, in un ambiente malsano, ravvivato solo dalle geometriche inquadrature di Ciprì, i protagonisti, quindi, danno vita e morte a quella che è una reale finzione tragicomica, cinica e morbosa, attuale e sognatrice, che sul piano della follia sconvolge lo spettatore sino ad emozionarlo e a sorprenderlo.