Come non detto |
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Un film di Ivan Silvestrini.
Con Josafat Vagni, Monica Guerritore, Francesco Montanari, Antonino Bruschetta, Valentina Correani.
continua»
Commedia,
durata 90 min.
- Italia 2012.
- Moviemax
uscita venerdì 7 settembre 2012.
MYMONETRO
Come non detto
valutazione media:
3,20
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Se il cinema italiano avesse più emergenti così!!di johnny1988Feedback: 5532 | altri commenti e recensioni di johnny1988 |
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lunedì 10 settembre 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un film per cui vale la pena erigere una recensione. Mattia, proototipo di figlio perfetto invita, suo malgrado, il fidanzato da Madrid a una cena coi parenti. L'unico problema è come fare outing alla famiglia. Al punto che, fra una balla e l'altra, farà di tutto pur di non presentare l'ospite a tavola. MIne Vaganti sembra aver spianato la via commerciale a un tipo di cinema che Ozpetek predilige, quello sul tema dell'identità. E più di tutto soprende l'esordiente Ivan Silvestrini alla regia, autore di un tema già conosciuto e ormai abusato fin dagli anni '90 come quello di "Banchetto di Nozze" di Ang Lee. Quello che sorprende è l'abilità del regista di cogliere con intelligenza e simpatia una realtà ormai sempre discussa e argomentata come quella del cosiddetto "coming out". Se si aggiunge anche che sempre più televisione italiana si adatta ai temi giovanili e a quelli sull'identità sociale, la pellicola di Silvestrini non può che uscirne avantaggiata. La regia è fluida, qualità sempre (e più) rara nel cinema, sa sempre coinvolgere il pubblico, bilanciando musica e i ritmi alle lunghezze di campo; l'originalità sta nella freschezza di comicità e dei raccordi; per esempio i flashback si sussueguono con una linearità tale da confondere a volte lo spettatotore, tanto la storia appare scorrevole. Altra nota di merito è l'interpretazione, soprendente se si pensa che quasi tutti i protagonisti, eccezion fatta per la superba Guerritore (quasi mai così all'altezza espressiva delle colleghe internazionali!), sono emergenti o attori della Rai Tv, dalla nonna ipocondriaca avida di lavoro come i giovani disoccupati all'amica di liceo innamorata e non corrisposta, dalla drag queen alla sorella provocatoria. Quello che ho visto non è un film da analizzare sul piano analogico o analitico, ma sul piano comico e personale. E se la risoluzione (no spoiler!) appare tanto improbabile e consolatoria come anche in "Appartamento spagnolo" o nel già più drammatico "Mine Vaganti" è proprio qui la distinzione fra favola e fiaba, la prima insegna al pubblico l'esistenza di una realtà possbile o già fondata su stereotipi umani e morali, la seconda invece ipotizza un traguardo che si può ottenere solo attraverso delle prove esistenziali. E l'originalità del film, lo si può capire solo godendoselo, sta proprio nel fatto che si tratta di una favola. E Silvestrini lo sa bene.
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