zanze61
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venerdì 28 giugno 2013
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la nostra storia in trent'anni di cinema
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Carlo Verdone è uno dei pochi, anzi forse l'unico attore/autore contemporaneo italiano a cui voglio sinceramente bene, come si voleva bene a Sordi, a Mastroianni, al Gassmann comico, a Vittorio De Sica e agli altri grandi che ci hanno fatto sorridere e sognare con il loro cinema. Credo di aver capito perché, e alcune parole di Carlo in questo docu-film me l'hanno confermato: perché lui per primo vuole bene ai suoi personaggi, buffi, sguaiati, coatti, imbranati, ma sempre così teneri, così parte di noi stessi anche se apparentemente lontanissimi! È proprio questo sentimento (una molto romana accettazione, disincantata e al tempo stesso umanamente partecipe, della realtà) che manca quasi sempre nel cinema italiano degli ultimi anni, in cui i personaggi, e dunque gli attori, restano sempre al di là di ogni scintilla di amabile, ironica simpatia umana che li renderebbe vivi per sempre.
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Carlo Verdone è uno dei pochi, anzi forse l'unico attore/autore contemporaneo italiano a cui voglio sinceramente bene, come si voleva bene a Sordi, a Mastroianni, al Gassmann comico, a Vittorio De Sica e agli altri grandi che ci hanno fatto sorridere e sognare con il loro cinema. Credo di aver capito perché, e alcune parole di Carlo in questo docu-film me l'hanno confermato: perché lui per primo vuole bene ai suoi personaggi, buffi, sguaiati, coatti, imbranati, ma sempre così teneri, così parte di noi stessi anche se apparentemente lontanissimi! È proprio questo sentimento (una molto romana accettazione, disincantata e al tempo stesso umanamente partecipe, della realtà) che manca quasi sempre nel cinema italiano degli ultimi anni, in cui i personaggi, e dunque gli attori, restano sempre al di là di ogni scintilla di amabile, ironica simpatia umana che li renderebbe vivi per sempre. Dunque Carlo! si vede con piacere, anche se da una pellicola monografica mi sarei aspettata qualcosa di più, sia in termini di approfondimento tecnico sulla sua regia, il suo metodo di lavoro, la costruzione delle sceneggiature ecc., sia sul piano anche solo personale o persino aneddotico (perché intervistare tante sue attrici senza mai porre domande sui criteri di scelta, le istruzioni date, i rapporti sul set?). Insomma, trovo che si tratti di un prodotto a misura televisiva più che cinematografica, che non dice molto di nuovo, ma che comunque si guarda volentieri, proprio per quell'affetto indissolubile che ci lega al mitico Carlo!
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dandy
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sabato 2 dicembre 2017
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piacevole,ma poteva essere molto meglio.
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Intervistato dall'amico ed ex-compagno di scuola Filippo La Porta,Verdone racconta la sua formazione artistica,le sue ispirazioni per i personaggi che venivano sempre dalla realtà,i ricordi della sua infanzia e della Roma della sua infanzia.Il tutto contornato dalle interviste ad amici-attori,colleghi e critici.Un documentario simpatico ed accattivante come il suo protagonista,che però non riesce ad arrivare in alto come vorrebbe e dovrebbe.La scarsa lunghezza è uno dei motivi principali:come per Sergio Leone,mentore di Verdone ovviamente menzionato,ci sarebbe tantissimo da dire su questo impareggiabile attore-regista-mattatore,che in 50 anni di storia e quasi 40 di carriera ha finito per incarnare la romanità nei suoi aspetti più positivi.
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Intervistato dall'amico ed ex-compagno di scuola Filippo La Porta,Verdone racconta la sua formazione artistica,le sue ispirazioni per i personaggi che venivano sempre dalla realtà,i ricordi della sua infanzia e della Roma della sua infanzia.Il tutto contornato dalle interviste ad amici-attori,colleghi e critici.Un documentario simpatico ed accattivante come il suo protagonista,che però non riesce ad arrivare in alto come vorrebbe e dovrebbe.La scarsa lunghezza è uno dei motivi principali:come per Sergio Leone,mentore di Verdone ovviamente menzionato,ci sarebbe tantissimo da dire su questo impareggiabile attore-regista-mattatore,che in 50 anni di storia e quasi 40 di carriera ha finito per incarnare la romanità nei suoi aspetti più positivi.Degno erede della comicità dei vecchi tempi e capace di adeguarsi a quelli odierni,e per quanto mi riguarda uno dei pochi registi/attori che oggi sanno fare vera commedia in mezzo a tanto marciume commerciale.Il documentario sfiora tutto questo e si accontenta di seguire diligentemente la struttura tipica di questi lavori,lasciando parlare liberamente Verdone,che rispetto al passato offre aneddotti personali irresistibili(lo scherzo al padre;gli autografi per la banda della Magliana)ma anche toccanti(la visita all'ex-casa abbandonata;il discorso su ciò che si cela nella vita fuori dallo spettacolo,lontano dal pubblico).Purtroppo non menziona i suoi esordi nel cortometraggio tra la fine degli anni'60 e i primi anni'70,ispirato si dice dalle visioni dei lavori undeground americani.E sono troppo pochi i materiali d'archivio,tra cui spicca il compleanno del regista dove appaiono Christian De Sica(che curiosamente non è tra gli intervistati) e Massimo Troisi.Tra le interviste agli attori,la più divertente è quella riguardante l'aneddoto di "Ma che colpa abbiamo noi?" di Margherita Buy.Un lavoro corretto,ma non particolarmente brillante,dove Verdone ne esce automaticamente alla grande.
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