Tutto parla di te |
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Un film di Alina Marazzi.
Con Charlotte Rampling, Elena Radonicich, Valerio Binasco, Maria Grazia Mandruzzato.
continua»
Drammatico,
durata 83 min.
- Italia 2012.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 11 aprile 2013.
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Tutto parla di tedi Francesca PoliciFeedback: 305 | altri commenti e recensioni di Francesca Polici |
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giovedì 7 febbraio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Alina Marazzi, giovane regista italiana, presenta all' ultima edizione del Festival del Cinema di Roma, Tutto parla di te, con il quale si aggiudica il premio di miglior regista emergente. Un film di finzione, ma che mantiene sempre quello sfondo sociale dei suoi precedenti documentari.
Alina Marazzi, attraverso la sua pellicola, ci rivela la difficile condizione vissuta dalle molte donne durante il periodo della gravidanza e post – partum. Un momento estremamente delicato nella vita di qualsiasi donna, che a volte può portare ad un periodo di profonda depressione, di cui solo in Italia ne è protagonista il sedici per cento delle neo – mamme.
Tutto parla di te, vuole essere una critica verso il perbenismo di una società che non ammette questo andare “contro” all' istinto primordiale della maternità. Un' ipocrisia che spesso distrugge chi la subisce. Un' ipocrisia che finge di non vedere le innumerevoli rinunce a cui una giovane donna deve andare in contro per far fronte alle molteplici responsabilità che derivano dall' essere madre. Un' ipocrisia che censura difficoltà ed ostilità, evidenziando soltanto la gioia del nuovo arrivo. Un' ipocrisia che non solo evita di comprendere il dolore, il senso di inadeguatezza, che a volte può mutarsi in vera e propria avversione per il feto, ma giudica ed emargina tutte coloro che lo provano. Un convenzionalismo scaturito dalla scarsa considerazione femminile nella società odierna. Un conformismo che tende a privare sempre di più la libertà della donna, soprattutto quella sessuale, che in Italia rappresenta un vero e proprio tabù.
Tutto parla di te però, non vuole essere solo un film di denuncia sociale, ma anche di comprensione ed accoglienza.
Attraverso lunghi piani sequenza, Alina Marazzi indaga l' essenza di questo istinto primordiale. Lo fa raccontandoci la storia di Pauline (Charlotte Rampling) ed Angela (Maria Grazie Mandruzzato), due donne che scopriranno di avere molto in comune. La regista accarezza con una toccante e delicata sensibilità le radici sociali della condizione materna, servendosi anche di immagini d' archivio tramite un leggero montaggio analitico.
Intimo e toccante. Poco ricercata la fotografia, ma straordinaria la regia e la sceneggiatura. Un film pedagogico che lascia molto su cui riflettere.
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