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In un ipotetico futuro, molto prossimo, esistono cliniche specializzate nella vendita di virus che hanno colpito le celebrità. Il culto delle celebrità è talmente diffuso che la gente va a comprare questi virus per sentirsi uguali ai propri idoli. L'opera prima del figlio di Cronenberg riprende alcuni elementi tipici del cinema del padre: la scienza vista come mezzo di distruzione del corpo umano e l'ossessione che consuma l'uomo. Evidente è la critica all'eccessivo fanatismo nei confronti delle celebrità, un tema attualissimo che qui viene analizzato in chiave utopistica. Sia stilisticamente che concettualmente quindi il film ricorda il Cronenberg (David) dei primi tempi continuando il discorso sulla carne e sulle mutazioni del corpo e della mente. Mentre il figlio porta avanti questo discorso, il padre si occupa di altre tematiche più orientate verso un'analisi cinica di piccoli mondi a se stanti quasi indifferenti al mondo esterno (Cosmopolis, Maps to the Stars). Antiviral è un film che meriterebbe, secondo me, una maggiore attenzione e soprattutto una distribuzione italiana dato che è ancora inedito.
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