Amour |
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Un film di Michael Haneke.
Con Isabelle Huppert, Jean-Louis Trintignant, William Shimell, Emmanuelle Riva, Rita Blanco.
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Titolo originale Amour.
Drammatico,
durata 127 min.
- Francia, Austria, Germania 2012.
- Teodora Film
uscita giovedì 25 ottobre 2012.
MYMONETRO
Amour
valutazione media:
4,19
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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AMOUR - M.Haneke, 2012di johnny1988Feedback: 5738 | altri commenti e recensioni di johnny1988 |
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domenica 30 novembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Tenuto a lungo in archivio nella lista dei "film da vedere", "Amour" si rivela essere una di quelle pellicole rare che varrebbe la pena non lasciarsi sfuggire al cinema, o, meglio ancora, ai festival. Ho visto il film in una copia in qualità scarsa, con un audio registrato in sala proiezione, in cui riecheggia il mugolio sordo di una signora devastata dalla tosse, che mio padre, durante la visione, ha giustificato come un suono fuori campo - "forse un personaggio immaginario dello spazio scenico, forse è il regista!". Dopo un anno di accademia di Cinema presso la "Rosencrantz & Guildenstern - Laboratori di Cinema e Teatro Potenziali" e dopo lo studio di regie come Martel, Chantal, Dardenne, la saturazione è arrivata a un punto tale da pormi l'ansia se fossi più in grado di osservare il Cinema senza l'influenza di qualche insegnante. "Amour" arriva al cuore dell'umanità con la piattezza di un quadro, con un lavoro di sottrazione tanto caro al cinema francese vecchio più di trent'anni e con la genuinità di uno sguardo fotografico di reportage. Georges e Anne sono un'anziana coppia di pianisti che si godono la pensione. Due ictus colpiscono l'anziana consorte, degradandole lentamente il fisico e la dignità. Laddove qualcuno giocherebbe con immagini forti di compiacimento, Haneke registra il progressivo annientamento fisico di una donna e quello psicologico del suo uomo. Mantenendosi a una certa distanza dalla coppia, con inquadrature immobili, dove anche il silenzio racconta, Haneke più che dirigere, narra della miseria, della vecchiaia, della relazione umana, partecipa al declino con un approccio - definito dai più - "entomologico", ma capace di muovere la compassione, senza lasciar spazio a giudizio alcuno: il bagno di Anne, nuda nella doccia, ridotta a vegetale, seminascosta da un'ingombrante infermiera, è da antologia. Applauditissimo a Cannes, vincitore della Palma d'Oro e dell'Oscar, questo titolo sa smuovere l'attenzione collettiva e individuale e meriterebbe un posto nella didattica, non "Il Giovane Favoloso".
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