In un elegante appartamento parigino vivono Georges (J.L.Trintignant) e Anne (E. Riva), ultraottantenni, musicisti pianisti,una figlia pianista,forse anche una nipote sta per seguire le tradizioni di famiglia.
Affiatamento, comprensione,affetto, amore. Un ictus porta Anne alla invalidità. L’evento drammatico non turba il ritmo degli affetti tra i due. Georges collabora sino al sacrificio. Poi il sacrificio si accompagna alla insofferenza, ad esempio verso la giovane badante, che invece sembra svolgere lodevolmente il suo compito, ma viene licenziata. Quale colpa? Forse perché Anne si è notevolmente aggravata ed aveva già espresso il desiderio di farla finita. Anne è ormai ridotta ad una vita vegetativa, di tanto in tanto sa dire soltanto “male,male…”. Ma quale colpa alla badante ? Georges dimostra insofferenza verso un innocuo piccione,introdottosi in casa vivace,alla ricerca di cibo. Georges lo caccia via brutalmente.
La figlia (I.Huppert) si vede di rado, è presa dalla sua professione,dalle continue trasferte che la portano lontano da Parigi. E’ buona soltanto a lamentare lo stato nel quale è ridotta Anne. La vorrebbe forse ricoverare in un Istituto per anziani moribondi, per soddisfare il suo egoismo e nel contempo annullare le sue responsabilità.
In un atto di supremo amore Georges sopprime,soffocandola, la sua Anne. La chiude rigorosamente nella casa e nella stanza ove Anne aveva deciso di restare e ,in un momento di esaltante fantasia, segue fuori dell’uscio l’immagine di Anne ancora viva e attiva che lo invita.
La figlia,pianista, acquisisce finalmente la proprietà della casa. Così dolentemente, ma anche cinicamente, si conclude il film.
Una riflessione sull’amore,sugli affetti,sul senso della vita, e sul non-senso quando la vita è solo vegetativa. Una riflessione sull’affetto formale, sullo scaricare la responsabilità sugli altri, basandosi invece su un sostanziale egoismo(la figlia). Infine sulla consolazione dei sogni e dei ricordi del passato(sia per Anne che per Georges), quando la vita sta per finire.
Tutta la vicenda porta verso l’amore. Georges,dopo avere soppresso Anne per un atto d’amore, accoglie il piccione di nuovo apparso in casa sua. Questa volta lo stringe con tenerezza e poi lo libera.
Triste, amaro, ma grandioso nel significato e nella conduzione. Interpretazione strepitosa di J.L.Trintignant e E.Riva, oltre che di I. Huppert. Chi riconoscerebbe nella attuale ottantacinquenne E. Riva, la splendida,affascinante interprete (Lei) di “Hiroshima mon amour”?
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