Leggere le istruzioni prima dell'uso.
Vedere il film solo ben preparati, coscienti della trama, dell'argomento e dell'effetto che questa opera può avere
sulle nostre coscienze, sulle nostre paure, sui nostri inconsci, sui nostri ricordi...
"Amour", nuova opera di Micheal Haneke e vincitore della Palma d'Oro al Festival del Cinema di Cannes 2012, è un film
perfetto. Inattaccabile.
Un trio di attori eccezionali a servizio di una sceneggiatura perfetta ed una regia misurata e minuziosa, meticolosa e
attenta a far entrare lo spettatore nella realtà del film, facendo perno su paure e ricordi, rendendolo partecipe come raramente succede.
Non si può fare a meno di entrare nella vita di questa anziana coppia, colpita dalla malattia, dal deterioramento progressivo fisico e cognitivo della protagonista (una indimenticabile Emmanuelle Riva, mastodontica in questo ruolo). Haneke è impietoso in tutto questo: si sofferma lento, insistente, quasi crudelmente su tutta la decadenza, sulla sofferenza, sul ricordo dei bei momenti e sulla sofferenza del presente. Si sprofonda lentamente, sempre più pesantemente, con una voglia (almeno la mia) di scappare dal cinema, di smettere di star così male.
Il cinema diventa una stanza aggiuntiva della casa, una casa che si trasforma progressivamente in una prigione, per i protagonisti e per gli spettatori, si soffre un senso di claustrofobia, di soffocamento, di desiderio di fine, di liberazione. La morte arriva ad essere desiderata come liberazione, come catarsi di una serie progressiva di pugni nello stomaco, di dolore.
Un momento quasi grottesco, un piccione che entra in casa da una finestra aperta, diventa quasi paradossalmente l'unico momento di "aria" di quel carcere di sofferenza.
Ho letto, anche all'ingresso del cinema, che "Amour" è un film sull'eutanasia... mah... non credo... Sarebbe riduttivo e banalizzante.
Amour è un film sulla coppia, sull'uomo, sulla malattia, sulla famiglia, su tutti noi.
Amour è un vero e proprio inno all'Amore, ma un Amore importante, enorme, che si nutre di condivisione della sofferenza, di dignità, di ricerca di rispetto, che si impone sopra la miseria umana e rompe gli schemi, fisici e morali, imponendosi sopra tutto, come unica, grande legge umana.
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