Anno | 2011 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia, Italia, Svizzera |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Philippe Garrel |
Attori | Monica Bellucci, Louis Garrel, Céline Sallette, Jérôme Robart, Vladislav Galard Vincent Macaigne, Maurice Garrel. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento giovedì 29 settembre 2011
La moglie lo lascia e lui cerca di riconquistare la dignità perduta.
CONSIGLIATO SÌ
|
Frédéric è un giovane pittore parigino sposato con una bella attrice italiana, Angèle. Dopo aver cercato la morte in un incidente stradale, il suo migliore amico Paul ne ripercorre i momenti vissuti assieme e i tormenti d'amore che l'hanno portato a quel gesto fatale. Paul ricorda soprattutto l'estate a Roma passata a casa della coppia in compagnia della sua fidanzata Elisabeth e quei giorni caldi e spensierati in cui ha visto dissolversi la loro storia d'amore.
Philippe Garrel è lo strenuo rappresentante di quel che resta di sincero nella dicitura "politica degli autori". "Autore" perché, a cinquant'anni di distanza dai primi fervori culturali e da quegli storici passaggi dietro la macchina da presa da parte di alcuni "giovani turchi", i suoi film continuano a costruire un solido memoriale dello spirito primigenio della nouvelle vague. "Politico" per il modo in cui questo suo attaccamento verso gli ideali di una "vague" certamente non più "nouvelle" è capace di rifrangere il suo sentimento puro e non corruttibile per il cinema e la propria passione critica fino alle situazioni politiche attuali.
In questo senso, Un été brulant non è necessariamente un'opera fuori dal tempo, ma un racconto tardo romantico in cui la politica configura lo spazio esterno che preme attorno a microcosmi piccoli e autoreferenziali come quelli degli artisti eternamente bohémien e, loro malgrado, eternamente borghesi. Come negli ultimi film, Philippe Garrel pone suo figlio Louis come protagonista tragico e tormentato, emblema dell'"amante regolare" che professa l'amore libero ma rimane schiavo della gelosia e dell'abbandono. Dopo essere stato un poeta (Les amants reguliers) e un fotografo (La frontière de l'aube), Garrel figlio diventa stavolta un pittore innamorato dell'amore e dell'arte, del tutto disinteressato alla politica e al mondo che fuoriesce dal suo studio (non a caso, i soggetti dei suoi quadri sono unicamente le persone che gli stanno attorno). La sua professione permette a Garrel padre di passare dal consueto bianco e nero della maggior parte dei suoi film al colore. Questo nuovo spettro cromatico, trattato con calore e morbidezza dalle luci, è funzionale anche al cambio di ambientazione, che passa dalla consueta Parigi bohémien alla Roma delle terrazze sui tetti e delle rovine imperiali.
Roma e l'Italia vivono anche nel personaggio di Monica Bellucci. Angèle racchiude l'estetica del Bel Paese: una figura fatta di carne, labbra e seno ma dalla bellezza decadente, perennemente imbronciata e connotata solo attraverso i più banali riferimenti all'Italia: gli spaghetti, la Bibbia, le forme sensuali delle bellezze felliniane. Una dea dell'amore fatale: materna e sensuale, provocante e protettiva, La maman e la putain, per dirla con Jean Eustache.
Accanto alla coppia dell'amore sensuale di Frédéric e Angéle, l'altra coppia formata Paul ed Elisabeth vive invece un amore investito di valenza politica: lui è un attore che vende per strada un giornale di rivoluzionari, lei interpretava un simbolo della Resistenza in un film sulla Seconda guerra mondiale. Questa stessa attenzione alla realtà politica della Francia e dell'Italia (dalle retate di Sarkozy alle impronte digitali negli uffici immigrazione italiani), non li rende certo immuni dalla fatale bellezza di Angèle e dal "contemplare nature morte". Ma, secondo Garrel, gli permette anche di vivere per il presente per raccontarlo con nuovi personaggi, e di dare nuova vita e nuova morte ad un cinema fatto di passionari e appassionati, di amours fous e coscienza critica.
Film senza ragione d'esistere con una trama inconsistente e priva di qualsiasi interesse. Tutti si accaniscono contro la Bellucci, ma secondo me non sfigura affatto e la sua recitazione è allo stesso livello del resto del cast.
Inconsistente dramma volutamente non recitato (o mal recitato, che per Garrel è lo stesso) sull’amicizia fra due giovani: un pittore in crisi, privo di orientamento, sposato ad una bella moglie (Monica Bellucci, statica come sempre) che lo lascia per un altro, e un aspirante cineasta incerto del suo destino, che alla fine produce un figlio e lo porta a spasso in passeggino assieme [...] Vai alla recensione »
Il film è veramente brutto, estremamente noioso e decisamente fuori tempo massimo!
“Perché ho fatto quel nudo? Quando accetti di lavorare con un regista ti affidi totalmente a lui. Philippe Garrel ha un suo universo, che si può amare o meno, ma che è indiscutibilmente suo. E io ho deciso di fare parte del suo universo”. Monica Bellucci commenta così il suo nudo integrale all’inizio di Un été brulant, presentato ieri in concorso alla Mostra del cinema di Venezia. E accolto da diversi fischi, e un po’ di ilarità.