Cosa piove dal cielo? |
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Un film di Sebastián Borensztein.
Con Ricardo Darín, Ignacio Huang, Muriel Santa Ana, Enric Rodriguez, Ivan Romanelli.
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Titolo originale Un Cuento Chino.
Commedia,
durata 93 min.
- Argentina, Spagna 2011.
- Archibald Enterprise Film
uscita venerdì 23 marzo 2012.
MYMONETRO
Cosa piove dal cielo?
valutazione media:
3,17
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un film sulla tenue speranza della comunicabilità.di G.TramaFeedback: |
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sabato 21 luglio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
“Un cuento chino” (questo è il titolo originale facilmente comprensibile anche ad uno spettatore italofono) è una commedia dai toni grigi, chiusa in se stessa e anomala perchè apparentemente monotono, la quale esplode in un finale pieno di colori: un atto volto ad esorcizzare la morte. La morte accidentale provocata da una vacca che, da un aereo, si schianta fortuitamente contro la barca di due fidanzati prossimi al matrimonio e che provoca la morte della donna: il fatto è tratto da una storia vera, ma poco importa. La vacca la ritroviamo nel finale con una triplice funzione: come richiamo al passato e simbolo di morte, come rappresentazione di essa e sua conseguente esorcizzazione, infine, come superamento della stessa ed inno alla vita, perchè fonte di vita stessa, invito all’erotismo, segno d’opulenza. La donna (Mari), da sempre innamorata del protagonista Roberto, dal seno prosperoso e contraddistinta da un atteggiamento positivo e sempre giulivo nei confronti delle opportunità del caso, è intenta a mungere una vacca: il richiamo alla vita agreste e alla dea madre, nonchè alla terra, è evidente. Roberto deve tagliare col passato e con la sue folli collezioni datate e inutili in modo tale da immergersi nella vita stessa, nel presente. L’incontro con la povera vittima superstite dell’incidente della vacca, l’immigrante o “fuggitivo” cinese (Jun), che arriva in Argentina disarmato nei confronti della lingua spagnola e disarmante per la sua purezza d’animo, è fondamentale e emblematico: il disegno della vacca sul muro in cortile, che lui stesso dedica a Roberto per esorcizzare la morte e la fatalità, serve a dare una svolta all’esistenza di Roberto perchè di essa possa farne una vera e propria opera d’arte. Il finale esplosivo dai toni cromatici accesi e silente, perchè senza dialoghi, ma dolcemente musicato, testimonia la parte sana della vita in ognuno di noi: il sogno e l’arte, il mondo agreste e la felicità, l’esssenza di ogni cosa. “Un cuento chino” è, in ultima analisi, un film sulla tenue speranza della comunicabilità ancora presente nella società e sull’enorme potenzialità che possono avere all’interno di essa poche individualità (Roberto, Jun e Mari) messe assieme al fine di prendere le proprie decisioni a discapito della, a volte inevitabile, tragicità degli eventi e del fato.
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