Cosa piove dal cielo? |
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Un film di Sebastián Borensztein.
Con Ricardo Darín, Ignacio Huang, Muriel Santa Ana, Enric Rodriguez, Ivan Romanelli.
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Titolo originale Un Cuento Chino.
Commedia,
durata 93 min.
- Argentina, Spagna 2011.
- Archibald Enterprise Film
uscita venerdì 23 marzo 2012.
MYMONETRO
Cosa piove dal cielo?
valutazione media:
3,17
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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una semplice sorpresa di qualitàdi Zoom e ControzoomFeedback: |
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martedì 15 maggio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
E' uno di quei film che senza avere pregi altisonanti nel proprio contesto e che già di partenza sceglie una tematica non eclatante, raggiuge ottimi livelli qualitativi. Tutto svolto nella solitudine palpabile del protagonista Roberto, segue le modalità ovattate dell'allontanarsi dalle possibilità coinvolgeti che creano le altre persone: il protagonista conosce i suoi limiti di sopportazione dei suoi stessi sentimenti, per cui adotta un preciso modo per difendere la sua fragilità. Pare che l'introduzione al film, la mucca che piove dal cielo nella terra d' Oriente, sia infinitamente lontana da una possibile storia che inizia subito dopo con la presenza di Roberto. Non è la ricerca della sensazione che caratterizza questo film, ma è l'assurdità delle possibilità e tanto sono più assurde, in quanto avvengono in un contesto assolutamente normale. Si possono riconoscere i comportamente e situazioni reali, inconcepibili, anche se per gli spettatori seduti davanti allo schermo appaiono come ovvietà risolvibili. Ma la realtà non è quella dello spettatore che la sta a guardare, ma quella dell'assurdità quotidiana. La colorazione densa mentenuta dal regista, crea un contatto fisico con la problematica del protagonista, tanto da far percepire i suoi stessi sentimenti sia nella solitudine casalinga sia dietro al banco di lavoro - la grande e liberatoria soddisfazione nel cacciare dal negozio il cliente insopportabile - facendo scattare immediatamente l'identificarsi con lui. Nessuna ricerca stilistica che predomini, ma è questo equilibrio che dà uno spessore umano accettabile e comprensibile con un ritmo lento che è quello di chi vive solo. Un lavoro di pittura progressiva che si struttura con quadri successivi, pian piano contribuisce a creare moduli sugli stessi personaggi, per cui si aspetta l'azione e non è tanto importante scoprire ogni volta l'ambiente dove si svolge l'azione.
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