The tomorrow series - Il domani che verrà

Allora. Premessa. Sono sempre favorevole alla mescolanza di generi. È chiaro che fondere più generi, con il fine di evitare la produzione di un film dal sapore scontato e dalla conduzione monotona, sia un' ottima scusante. Seconda premessa. Nel procedere con questo mixaggio bisogna tener conto delle possibili incoerenze che si potrebbero verificare. Bene. Paragonerei la visione di questo film all'assaggio di un pezzo di torta: ero convinto di gustare qualcosa di dolce, invece il cuoco ha aggiunto un pizzico, anzi, un mestolo di sale in più. Questo 'film' è una teen-movie. Sì! Una teen-movie. Ma macchiata dal sangue. La prima mezz'ora del lungometraggio coglie un gruppo di ragazzi, muniti del necessario per passare dei giorni in campeggio. Fin qui nulla di strano: il regista aggiunge riflessioni tipiche di un film sugli adolescenti, sconvolti da una traumatica tempesta ormonale (le due protagoniste si accusano l'un l'altra di essere delle ninfomani). Al ritorno dal campeggio, la cittadina australiana è stata conquistata da un paese limitrofo. Bene. Anzi no! MALE! È da qui che il film prende una piega realmente assurda. Dopo aver compreso che tutti i cittadini (genitori e parenti inclusi) sono stati rapiti, i ragazzi decidono inizialmente di fronteggiare il nemico. Non è possibile che gli stessi personaggi, che all'inizio del film discutevano su come conquistare quella ragazza o su come provarci con quell'altro, successivamente impugnino armi, feriscano o uccidano - perchè sì, uccidono una decina di soldati non solo con mitragliatrici ma anche con bombe improvvisate. Non solo. Durante l'operazione fondamentale organizzata dai ragazzi, due bambine/ragazzine/finte donne adulte spengono la ricetrasmittente per parlare sempre di come proceda la propria relazione con un altro componente del gruppo. Un film che ha dell' incredibile. Ho fatto davvero fatica ad arrivare alla fine. Ho applaudito per felicità. Da sottolineare una forte critica al cattolicesimo che avviene mediante un dialogo tra una ragazza, una sua amica e il proprio padre. Il regista di questo capolavoro pretende di invogliare il pubblico giovanile a non seguire le dritte, sicuramente opprimenti, ombrate chiaramente di cattolicesimo, di un padre alquanto severo. La severità porta chiaramente a una implicita immedesimazione nei panni delle povere ragazze maltrattate da questo tipo di educazione. Nell'incontro con questo adulto, le ragazze cambiano compleamente abiti, da sportivi e modaioli a casti e puri (con crocifissi al collo annessi). Questa presa in giro attuata dalle ragazze invita alla trasgressione, al 'fight the system' di cui il mondo proprio ora...beh..non ha bisogno. La mia critica non è riferita alla severità nei confronti del cattolicesimo. Qualsiasi credo religioso non può essere screditato in un film che in Australia ha prodotto ottimi incassi. Ora vado a vedere uno splatter di Serie B per sentirmi meglio.