el wray
|
mercoledì 14 marzo 2012
|
la pellicola....da un altro mondo
|
|
|
|
Adoro Carpenter, adoro il cinema dell'orrore e di fantascienza...a 360 gradi.
Detto ciò, aggiungo anche che non sono mai stato molto favorevole ai sequel e/o prequel, soprattutto quando si parla di pietre miliari del cinema fantascientifico, di cui "La Cosa" del 1982 ne è un ottimo rappresentante.
Tralasciando i grossi problemi relativi alla distribuzione che lo danno in uscita nelle sale italiane per giorno 27 luglio ma che, nonostante ciò, già si riesce a trovare online IN ITALIANO con audio e video di ottima qualità, ci tengo a dire che qui ci troviamo di fronte ad un più che discreto lavoro, sia sotto l'aspetto della realizzazione tecnica, sia sotto il punto di vista della trama che, per quanto possa sembrare strano, riesce a legarsi in maniera lineare al suo "antecedente successore".
[+]
Adoro Carpenter, adoro il cinema dell'orrore e di fantascienza...a 360 gradi.
Detto ciò, aggiungo anche che non sono mai stato molto favorevole ai sequel e/o prequel, soprattutto quando si parla di pietre miliari del cinema fantascientifico, di cui "La Cosa" del 1982 ne è un ottimo rappresentante.
Tralasciando i grossi problemi relativi alla distribuzione che lo danno in uscita nelle sale italiane per giorno 27 luglio ma che, nonostante ciò, già si riesce a trovare online IN ITALIANO con audio e video di ottima qualità, ci tengo a dire che qui ci troviamo di fronte ad un più che discreto lavoro, sia sotto l'aspetto della realizzazione tecnica, sia sotto il punto di vista della trama che, per quanto possa sembrare strano, riesce a legarsi in maniera lineare al suo "antecedente successore".
Matthijs van Heijningen Jr. riesce a far coincidere praticamente tutti i punti focali e i fotogrammi decisivi della sua pellicola con quella di Carpenter, riuscendo a spiegare praticamente tutto ciò che il grande Carpenter stesso aveva fatto vedere nel suo capolavoro.
Ovviamente, i quasi 30 anni di distanza giocano un ruolo importantissimo, infatti Matthijs van Heijningen Jr. ha potuto mostrare e spiegare avvenimenti e momenti che Carpenter per motivi pratici dettati dalle tecnologie dell'epoca, potè solo lasciare inturire, tipo il proccesso di assimilazione delle vittime da parte della creatura aliena o il perchè i resti di una creatura totalmente deformata si trovassero bruciati all'esterno di un edificio.
Se dovessi concludere qui, sembrerebbe tutto rose e fiori e ci troveremmo davanti ad un gioiellino del cinema, però non è così: trattandosi di un prequel, tutta la moderna tecnologia odierna infatti non hanno potuto dare una mano per aggiungere quel tocco di suspance e quell'atmosfera cupa che tanto avevano caratterizzato la pellicola del 1982; infatti il finale si sa già, non posso esserci sorprese, nonostante qualche piccolo "guizzo di storia" (che ovviamente non svelerò) che un minimo riescono a trattenere lo spettatore davanti lo schermo e, cosa ancora più fastidiosa, l'alieno è sempre meno "Cosa", cioè è sempre più simile ai classici alieni che hanno invaso quasi il 90% delle pellicole di fanscienza dei nostri giorni.
Ottima la scenografia con la riproduzione degli ambienti e dell'atmosfera anni 80, in cui per uccidere un mostro "in carne ed ossa" bisogna ricorrere a mezzi pratici come bombe e cazzuti lanciafiamme; plauso anche al cast che, seppur poco conosciuto, riesce a convincere.
Per concludere, visto il panorama delle uscite cinematografiche previste ed in corso, "The Thing" sarà un film che potrà essere apprezzato al cinema un po da tutti, amanti del genere e non, e soprattutto da coloro che come me, a soli 6 anni, rimasero pietrificati dal terrore davanti la tv per paura di un qualcosa di sconosciuto, anzi...proprio per paura...di una "Cosa"
[-]
|
|
[+] lascia un commento a el wray »
[ - ] lascia un commento a el wray »
|
|
d'accordo? |
|
tecmec
|
domenica 8 luglio 2012
|
grande prequel
|
|
|
|
Ed ecco un ottimo prequel del capolavoro assoluto di Carpenter dell'82! Avevo davvero paura che facessero una porcheria, invece... c'è tutto. Anzitutto il prequel che è riuscitissimo, dal marconista suicida, al sarcofago di ghiaccio... al mostro a due teste al cane finale che fugge inseguito dall'elicottero... e che si ricollega magistralmente anche attraverso la musica, al film di Carpenter! Passaimo agli effetti, mai esagerati e sempre efficaci, i mostri sono convincenti, in linea con gli originali e assolutamente lovecraftiani (come dovevano essere)! Atmosfera non riuscitissima come nell'originale ma comunque buona anche perchè a tratti ricalca l'originale di Carpenter.
[+]
Ed ecco un ottimo prequel del capolavoro assoluto di Carpenter dell'82! Avevo davvero paura che facessero una porcheria, invece... c'è tutto. Anzitutto il prequel che è riuscitissimo, dal marconista suicida, al sarcofago di ghiaccio... al mostro a due teste al cane finale che fugge inseguito dall'elicottero... e che si ricollega magistralmente anche attraverso la musica, al film di Carpenter! Passaimo agli effetti, mai esagerati e sempre efficaci, i mostri sono convincenti, in linea con gli originali e assolutamente lovecraftiani (come dovevano essere)! Atmosfera non riuscitissima come nell'originale ma comunque buona anche perchè a tratti ricalca l'originale di Carpenter. Paranoia resa bene tra i norvegesi che diffidano gli americani venendo ricambiati abbondantemente... Bella anche la trovata rispettosa di non mostrare mai in chiaro la forma originale del mostro, limitandosi a farla intravedere e a suggerirla. Veramente buono anche il punto di riconoscimento degli umani; nel film di Carpenter era basato sul concetto che il sangue è un tessuto e quindi avrebbe reagito ad un eventuale attacco se fosse appartenuto ad una cosa; qui invece, senza copiazzare il maestro, troviamo un espediente più rudimentale ancora ma a sua volta efficace: se la cosa non può clonare oggetti... basta isolare chi non ha protesi, otturazioni e orecchini per una prima scrematura! La scena finale nell'astronave è un po' presa per i capelli ma regge bene ugualmente e soprattutto risulta convincente che la protagonista scompaia nel nulla; oltretutto nell'astronave era stata toccata dal mostro... forse muterà anche lei nella base russa? Buon materiale per un eventuale sequel... Insomma un film assolutamente dignitoso, senza lo splendore del primo ma in scia con esso, perfettamente convincente; attori più che passabili a differenza di quanto ha detto qualcuno, alla fin fine forse l'attore meno riuscito è proprio la dottoressa Kate... che non può reggere il confronto con Mc Ready! Ma va bene lo stesso le vogliamo bene ugualmente!
La critica ovviamente non ci ha capito niente come non capì niente ai tempi della prima "cosa", e non stupisce nessuno. Ormai devo dare per scontato che la critica cinematografica, a differenza di pubblico e dizionari, sia incapace di riconoscere un capolavoro se non dopo almeno 25 anni da quando lo ha stroncato.
Un grande "complimenti" quindi a questo sconosciuto regista scandinavo!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a tecmec »
[ - ] lascia un commento a tecmec »
|
|
d'accordo? |
|
jaylee
|
domenica 1 luglio 2012
|
buona, vecchia fantascienza...
|
|
|
|
È ormai la moda del momento quella di realizzare non dei remake di capolavori del passato, ma dei re-boot (ovvero la riscrittura parziale del film originale) o dei prequel, ovvero degli antefatti che spiegano o anticipano il film a cui si ispirano.
La cosa appartiene al secondo filone, ispirato al capolavoro del 1982 di John Carpenter, a sua volta un re-make di un film del 1951… e basato su uno dei più influenti racconti di fantascienza di tutti i tempi, ovvero Who Goes there di John W. Campbell jr. nell’ormai lontanissimo 1932. Il Film di Carpenter fu abbastanza un fiasco al botteghino (stesso anno di ET –l’alieno buono- e Blade Runner – uno dei film di sci-fi più cult di tutti i tempi), rivelandosi però un successo per gli amatori del genere , anzi ad oggi molto rivalutato nel suo neo-classicismo.
[+]
È ormai la moda del momento quella di realizzare non dei remake di capolavori del passato, ma dei re-boot (ovvero la riscrittura parziale del film originale) o dei prequel, ovvero degli antefatti che spiegano o anticipano il film a cui si ispirano.
La cosa appartiene al secondo filone, ispirato al capolavoro del 1982 di John Carpenter, a sua volta un re-make di un film del 1951… e basato su uno dei più influenti racconti di fantascienza di tutti i tempi, ovvero Who Goes there di John W. Campbell jr. nell’ormai lontanissimo 1932. Il Film di Carpenter fu abbastanza un fiasco al botteghino (stesso anno di ET –l’alieno buono- e Blade Runner – uno dei film di sci-fi più cult di tutti i tempi), rivelandosi però un successo per gli amatori del genere , anzi ad oggi molto rivalutato nel suo neo-classicismo..
La trama racconta di una spedizione al Polo Sud che recupera un alieno apparentemente morto dentro un blocco di ghiaccio…. Apparentemente perché ovviamente non lo è, come da miglior tradizione dei film di fantascienza/horror… Il mostruoso alieno, un mutaforma che si riproduce clonando gli esseri viventi…
Il film recupera in modo quasi esegetico i concetti del primo film, sia per atmosfere che per quei tocchi che effettivamente catturano il mood del film di Carpenter, come le ambientazioni claustrofobiche, i riferimenti al nemico “interno” ad ognuno di noi, e a tutti una serie di tocchi che richiamano l’opera di riferimento, come la scelta dei caratteri dei titoli, la musica, e le scene finali del film che di fatto chiudono il cerchio.
Rispetto al film del 1982, il regista Matthijs van Heijningen Jr. (al suo primo lungometraggio), sceglie di spiegare e mostrare rispetto al suggerire ed evocare. Giustamente, adesso gli effetti speciali permettono di realizzare quanto 30 anni fa rischiava di essere ridicolo, anche se ovviamente parte del terrore che incuteva quella versione (così come Alien, che alla storia originale di Campbelli in qualche modo si ispira), risiedeva proprio nel vedo-non vedo. Qui invece, l’intenzione è di mostrare tutto quasi a livello scientifico, incluso le trasformazioni/mutazioni, comunque ben fatte, e le spiegazioni di come agisca l’essere.
Detto per le musiche e le ambientazioni, che ovviamente si rifanno in modo molto rispettoso alla versione originale, le recitazioni sono ugualmente assimilabili a quelle dei film di Carpenter (normalmente molto nei canoni della normalità), ed infatti i protagonisti Mary Elizabeth Winstead – eroina protagonista come la Sigourney Weaver di Alien- e Joel Edgerton fanno il loro compitino senza infamia e senza lode.
In definitiva, il mood generale è quello di un ottimo b-movie un po’ thriller ed un po’ splatter, divertente e teso, probabilmente raggiungendo gli obiettivi che si era prefissato. Non passerà alla storia come un capolavoro, ma di certo neanche deluderà gli amanti del genere. Non rimane che aspettare tra un paio di mesi il prossimo prequel che, sorpresa sorpresa, rinverdirà i fasti dell’altro grande alieno brutto e cattivo ovvero Alien… (www.versionekowalski.it)
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jaylee »
[ - ] lascia un commento a jaylee »
|
|
d'accordo? |
|
venarte
|
giovedì 5 luglio 2012
|
mutazioni e orrore nel prequel de "la cosa"
|
|
|
|
Dopo il reboot di Halloween e il remake di Fog, ecco il riuscito prequel di un altro capolavoro del maestro dell’horror John Carpenter: La cosa.
Fedele alle atmosfere claustrofobiche dell’originale, questo film ha il pregio di non eccedere con gli effetti della moderna computer grafica, puntando più sugli efficaci e rudimentali trucchi scenici stile anni ottanta.
La storia precede gli avvenimenti del classico del 1982, narrando le vicende di un gruppo di geologi e paleontologi che, dopo aver captato un segnale radio proveniente dall’Antartide, organizzano una squadra di ricerca per scoprirne la fonte. Si trovano così davanti ad un’astronave aliena sepolta nel ghiaccio polare da 100.
[+]
Dopo il reboot di Halloween e il remake di Fog, ecco il riuscito prequel di un altro capolavoro del maestro dell’horror John Carpenter: La cosa.
Fedele alle atmosfere claustrofobiche dell’originale, questo film ha il pregio di non eccedere con gli effetti della moderna computer grafica, puntando più sugli efficaci e rudimentali trucchi scenici stile anni ottanta.
La storia precede gli avvenimenti del classico del 1982, narrando le vicende di un gruppo di geologi e paleontologi che, dopo aver captato un segnale radio proveniente dall’Antartide, organizzano una squadra di ricerca per scoprirne la fonte. Si trovano così davanti ad un’astronave aliena sepolta nel ghiaccio polare da 100.000 anni, dalla quale estraggono un unico esemplare congelato di razza extraterrestre. Ben presto, tra il terrore generale e un senso di angoscia crescente, si accorgono che l’essere è in grado di assumere qualsiasi sembianza, imitando perfettamente l’organismo vivente con cui viene a contatto. Inizia quindi una caccia senza tregua per stanare e distruggere la pericolosa entità.
Gli appassionati del genere, e non solo, avranno pane per i loro denti con questo fanta-horror del giovane regista olandese Matthijs van Heijningen Jr., che rende omaggio al suo celebre predecessore mantenendo inalterato il titolo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a venarte »
[ - ] lascia un commento a venarte »
|
|
d'accordo? |
|
superkilobaid
|
domenica 1 luglio 2012
|
un antipasto prima del cult di carpenter
|
|
|
|
Nel 1982 una squadra scientifica norvegese ha scoperto una astronave extraterrestre sepolta nei ghiacci dell’Antartide e con l’aiuto della paleontologa Kate Lloyd scoprono i resti di un alieno e dopo l’analisi la “cosa” si libera dalla catena di ghiaccio e semina terrore tra i membri della base. Dopo alcuni fatti Kate si accorge che l’alieno riesce a imitare le cellule di qualsiasi forma di vita assorbita e dopo questa agghiacciante scoperta i membri si troveranno soli e isolati dal mondo intero col compito di non permettere all’alieno di raggiungere fonti di civiltà .L’eroina è una donna abbastanza credibile e preparata quanto il principale cast tanto da rendere la storia realistica e verosimile.
[+]
Nel 1982 una squadra scientifica norvegese ha scoperto una astronave extraterrestre sepolta nei ghiacci dell’Antartide e con l’aiuto della paleontologa Kate Lloyd scoprono i resti di un alieno e dopo l’analisi la “cosa” si libera dalla catena di ghiaccio e semina terrore tra i membri della base. Dopo alcuni fatti Kate si accorge che l’alieno riesce a imitare le cellule di qualsiasi forma di vita assorbita e dopo questa agghiacciante scoperta i membri si troveranno soli e isolati dal mondo intero col compito di non permettere all’alieno di raggiungere fonti di civiltà .L’eroina è una donna abbastanza credibile e preparata quanto il principale cast tanto da rendere la storia realistica e verosimile. Inizialmente, dopo un rozzo e volgare discorso, si rimane stupiti dalla realisticità degli effetti speciali per le scene da mozzafiato. Il film continua regolarmente finché non si giunge a un finale che si ricollega al Cult di Carpenter e vi assicuro che in quel momento un brivido mi prolungò lungo la schiena. Un film discreto con i suoi pregi e difetti, vale la pena di essere visto ma certamente non c’era bisogno di un prequel commerciale
Per me questo è un assaggio dell’antipasto prima del grande capolavoro. Bisogna però sottolineare le differenze tra la prima “The Thing ” di Carpenter e questo prequel: “la cosa” di John interviene in modo diverso, agisce nell’ombra, non attacca finché non è costretto e non mostra la sua vera forma, invece nel prequel attacca alla luce del sole, uccide chiunque senza usufruire della psicologia delle sue cavie o dei suoi avversari; manca l’effetto sorpresa per chi come me ha visto il rimorchio e ciò lo rende meno coinvolgente; infine il mostro di Carpenter è molto più concreto poiché nasce da effetti speciali pratici e manuali e non dalla computer grafica che lo rende meno inquietante. Molte differenze allontano i due film: mancano le atmosfere cupe e inquietanti;mancano scene raccapriccianti,minacciose e angoscianti che strisciano sulla schiena come serpenti invocati come brividi, manca la consistenza dei personaggi a volte resi ridicoli e buffi. Tuttavia ci offre qualcosa in più come i paesaggi glaciali,l’astronave dell’alieno con i suoi complessi meccanismi e ambienti che rassicurano e sollevano ,eppure possiamo sentire come sottofondo il palpito dell’opera di Ennio Morricone. Questo prequel non è da buttare via dato che non mancano timori e alcune scene cruccianti e orribili (nel senso positivo) ed è un film per chi ha amato e disprezzato il Cult di Carpenter siccome è molto contenuto come film horror sebbene la tecnologia cinematografica non ha più limiti( per esempio Avatar di James Cameron).
Per concludere non è un film brillante ma mantiene la base principale del predecessore cercando di stupire il pubblico con spettacolari effetti speciali.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a superkilobaid »
[ - ] lascia un commento a superkilobaid »
|
|
d'accordo? |
|
il bagatto
|
lunedì 29 luglio 2013
|
la cosa, ma senza talento.
|
|
|
|
Ennesimo riciclo hollywoodiano di un cult della fantascienza, stavolta è toccato a La Cosa del buon Carpenter.
Nel film di Carpenter, a far paura non era la creatura in se(che veniva mostrata poco), quanto l'instabilità umana di fronte ad una situazione di crisi, in cui l'egoismo e l'istinto di sopravvivenza prevalgono sulla ragione.
In questo prequel si respira tutt'altra aria, la tensione viene barattata con lunghissimi momenti di silenzio, a cui segue la comparsa della creatura ed un innalzamento dell'audio(tanto per capirci, il mostro spunta dietro il protagonista urlando), la "classica" tecnica dello spavento molto di moda tra gli horror moderni.
[+]
Ennesimo riciclo hollywoodiano di un cult della fantascienza, stavolta è toccato a La Cosa del buon Carpenter.
Nel film di Carpenter, a far paura non era la creatura in se(che veniva mostrata poco), quanto l'instabilità umana di fronte ad una situazione di crisi, in cui l'egoismo e l'istinto di sopravvivenza prevalgono sulla ragione.
In questo prequel si respira tutt'altra aria, la tensione viene barattata con lunghissimi momenti di silenzio, a cui segue la comparsa della creatura ed un innalzamento dell'audio(tanto per capirci, il mostro spunta dietro il protagonista urlando), la "classica" tecnica dello spavento molto di moda tra gli horror moderni. La cosa fastidiosa è l'aumento del volume durante queste scene, così notevole da costringere lo spettatore a dover abbassare il volume per la durata della scena, e poi rialzarlo durante i dialoghi.
In questo film "la cosa" non può imitare materiali non organici, quindi le otturazioni vengono espulse durante la clonazione... ma i vestiti vengono copati perfettamente, con tanto di cerniere(forse "la cosa" non sapeva fosse inorganica).
Quello che segue dopo la scoperta che la creatura può clonare i corpi è una serie di trasformazioni, uccisioni, e citazioni al film di Carpenter.
Tanto per far capire allo spettatore che si tratta di una creatura aliena, non poteva mancare una scena con la navicella extraterrestre che si attiva, e viene fermata alla "hollywood maniera", facendola esplodere con una granata.
Privo di colpi di scena, privo di suspance, privo di un briciolo di tensione... un film senza identità, che punta al pubblico nostalgico ricalcando situazioni ed eventi del film a cui fa da prequel.
Sconsigliato a chi voglia rivivere le atmosfere del film di Carpenter, ma anche a chi voglia passare 1 ora e 40 minuti davanti ad un film di fantascienza senza troppe pretese.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a il bagatto »
[ - ] lascia un commento a il bagatto »
|
|
d'accordo? |
|
fabio1957
|
martedì 17 marzo 2015
|
inutile doppione
|
|
|
|
L'operazione remake di solito produce scadenti doppioni e pertanto è di per sè un intervento rischioso.Nella fattispecie poi, siamo di fronte al remake del remake.In altre parole questo film non è nemmeno un lontano parente di quello di Carpenter del 1982.Si avvale di grandi effetti speciali, senza però trovare la dimensione dell' horror, le sue atmosfere,la sua suspence,caratteristiche che appartenevano al suo predecessore.In alcuni momenti, sfiora addirittura il ridicolo.Se proprio ci tenete , vedetevi l'opera di Carpenter o l'originale del 1952 e capirete la differenza tra cinema di qualità e questo abominio.
Da evitare
|
|
[+] lascia un commento a fabio1957 »
[ - ] lascia un commento a fabio1957 »
|
|
d'accordo? |
|
special-fx
|
lunedì 9 luglio 2012
|
un dignitoso prequel.....del sequel!
|
|
|
|
Quando sentiamo parole come "sequel", "re-boot", "prequel", associate a film di successo (e non), tendiamo inevitabilmente a storcere la bocca a causa di prodotti che in genere (tranne rarissimi casi) non sono mai all'altezza delle aspettative. Stavolta invece il regista scandinavo Matthijs Van Heijningen Jr. al suo primo lungometraggio, ha dimostrato di aver studiato (e anche bene) tutte le sfaccettature del film di Carpenter cercando di evitare irritanti buchi nella sceneggiatura e di rispettare le regole che in questi casi rappresentano dei canoni imprescindibili: la semplicità e la linearità; senza andarsi quindi ad invischiare in situazioni difficili in cerca della tanto decantata originalità, dalle quali spesso se ne esce male e rovinando il risultato che si voleva ottenere.
[+]
Quando sentiamo parole come "sequel", "re-boot", "prequel", associate a film di successo (e non), tendiamo inevitabilmente a storcere la bocca a causa di prodotti che in genere (tranne rarissimi casi) non sono mai all'altezza delle aspettative. Stavolta invece il regista scandinavo Matthijs Van Heijningen Jr. al suo primo lungometraggio, ha dimostrato di aver studiato (e anche bene) tutte le sfaccettature del film di Carpenter cercando di evitare irritanti buchi nella sceneggiatura e di rispettare le regole che in questi casi rappresentano dei canoni imprescindibili: la semplicità e la linearità; senza andarsi quindi ad invischiare in situazioni difficili in cerca della tanto decantata originalità, dalle quali spesso se ne esce male e rovinando il risultato che si voleva ottenere. La stessa originalità che ormai era stata usata da Carpenter traendo soltanto l'ispirazione dal meraviglioso film originale del 1951, per poi stravolgerlo totalmente fino ad ottenere quasi un altro film apprezzato ed esaltato purtroppo molti anni dopo. Abituati ormai a effetti speciali digitali in tutte le salse (e ormai tutti uguali nella loro freddezza), ho apprezzato tantissimo l'uso quasi totale di effetti speciali meccanici, quelli cari allo stesso Carpenter e a molti registi del suo calibro (...e anche al sottoscritto!). Per questo assistiamo a trasformazioni delle creature veramente belle da vedere (e soprattutto "vere" cinematograficamente) così come gli interni della base artica che sono stati riprodotti in maniera perfetta. Gli attori non sono da Oscar, ma recitano egregiamente la loro parte. Non mancano i momenti di tensione e, per i deboli di cuore, i famigerati salti sulla poltrona. Nel complesso, da vero amante del cinema di fantascienza, non posso dire di essere stato deluso da questo film che proprio dalle sopracitate semplicità e linearità della storia trae il suo punto di forza. E per i pochi che ancora non si alzano e se ne vanno una volta iniziati i titoli di coda, si può apprezzare il vero finale del film che chiarisce le poche cose rimaste in sospeso per i più attenti (tipo alcuni personaggi che mancano all'appello) e nel contempo si aggancia perfettamente alla scena iniziale del film di Carpenter, ossia "un dignitoso prequel.....del sequel".
[-]
|
|
[+] lascia un commento a special-fx »
[ - ] lascia un commento a special-fx »
|
|
d'accordo? |
|
muttley72
|
venerdì 16 novembre 2012
|
due stelle e mezzo: prequel onesto ma non eccelso
|
|
|
|
Il film è un onesto prequel del famoso film di fantascienza degli anni '80 di Carpenter.
Un breve premessa: il film che "apre" la saga del disco alieno ritrovato tra i ghiacci è del 1951 ed ha il titolo "The Thing from another world", di C. Nyby (ed è basato su un romanzo). Questo film in bianco e nero non ha effetti speciali di rilievo, ma per l'epoca in cui fu concepito, è gradevole. La base è situata in Alaska (non al Polo Sud) ed è un base militare (ma con alcuni civili), inoltre l'alieno del disco è un "energumeno" a metà tra uomo e pianta, mentre le tecniche usate per combatterlo sono più o meno la carabina e l'elettricità.
Carpenter, negli anni '80, rielaborando alcuni aspetti della trama del primo film (ma questa volta a colori e con effetti speciali), creò un film ("The Thing") molto amato dagli appassionati della fantascienza.
[+]
Il film è un onesto prequel del famoso film di fantascienza degli anni '80 di Carpenter.
Un breve premessa: il film che "apre" la saga del disco alieno ritrovato tra i ghiacci è del 1951 ed ha il titolo "The Thing from another world", di C. Nyby (ed è basato su un romanzo). Questo film in bianco e nero non ha effetti speciali di rilievo, ma per l'epoca in cui fu concepito, è gradevole. La base è situata in Alaska (non al Polo Sud) ed è un base militare (ma con alcuni civili), inoltre l'alieno del disco è un "energumeno" a metà tra uomo e pianta, mentre le tecniche usate per combatterlo sono più o meno la carabina e l'elettricità.
Carpenter, negli anni '80, rielaborando alcuni aspetti della trama del primo film (ma questa volta a colori e con effetti speciali), creò un film ("The Thing") molto amato dagli appassionati della fantascienza. Si introduceva il nuovo aspetto della "clonazione" di uomini o animali ad opera del mostro e quindi c'era una maggiore pericolosità dell'alieno, col risultato di un continua tensione generata dal dubbio che ci si trovasse fianco a fianco proprio con l'alieno (trasformatosi in uomo). Il film "giocava" proprio su questo continuo dubbio che assillava i protagonisti.
Questo ultimo film del 2011 è un "prequel", poichè narra i fatti avvenuti nella base antartica norvegese e le battute finali di esso sono l'incipit del film di Carpenter.
Come è il film del 2011? A mio avviso merita 2 stelle e mezzo, fa insomma il suo dovere di "prequel" senza eccellere, ma nemmeno senza essere deludente, si può quindi vedere soprattutto se piace il genere. Bella l'idea delle otturazioni dentali come metodo "di fortuna" per capire chi è "clonato" dall'alieno e chi no, idea che, curiosamente, anche io avevo elaborato nella mia mente vedendo da ragazzino (molto spaventato dalla visione) il film di Carpenter...
Riguardo alle scene più "splatter", sono uguali a quelle del film di Carpenter (che però è degli anni '80) e quindi nessuna novità, ma una continuità rispetto al passato..come del resto si aspetta (pensando a ciò che possa fare l'alieno ai malcapitati scopritori) chi ha visto il film più datato.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a muttley72 »
[ - ] lascia un commento a muttley72 »
|
|
d'accordo? |
|
gianleo67
|
domenica 15 dicembre 2013
|
l'abominevole alieno delle nevi
|
|
|
|
Gli scienziati di un campo norvegese antartico scoprono casualmente la presenza di un'astronave aliena sepolta nei ghiacci da circa 100.000 anni, e pensano bene di effettuare una incauta autopsia sul reperto di un mostruoso essere congelato rinvenuto nelle vicinanze, coadiuvati in questo da un gruppo di colleghi americani richiamati in loco per il sensazionale ritrovamento. Scopriranno ben presto che l'essere e vivo e vegeto ed ha la pessima abitudine di replicare una perfetta copia degli esseri umani con cui viene in contatto dopo averli eliminati. La strage annunciata prelude ad una seria minaccia per l'intera razza umana...
Dal riuscito soggetto tratto dal racconto di John W.
[+]
Gli scienziati di un campo norvegese antartico scoprono casualmente la presenza di un'astronave aliena sepolta nei ghiacci da circa 100.000 anni, e pensano bene di effettuare una incauta autopsia sul reperto di un mostruoso essere congelato rinvenuto nelle vicinanze, coadiuvati in questo da un gruppo di colleghi americani richiamati in loco per il sensazionale ritrovamento. Scopriranno ben presto che l'essere e vivo e vegeto ed ha la pessima abitudine di replicare una perfetta copia degli esseri umani con cui viene in contatto dopo averli eliminati. La strage annunciata prelude ad una seria minaccia per l'intera razza umana...
Dal riuscito soggetto tratto dal racconto di John W. Campbell Jr. e dopo il primo,magistrale adattamento RKO firmato da Christian Nyby e da un non accreditato Howard Hawks (conservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti) la Universal si concede questo terzo remake (in realtà un prequel,ma conta poco) del misconosciuto Matthijs van Heijningen Jr. dopo il capolavoro fanta-horror del 1982 firmato dal talento visionario di John Carpenter. Rielaborando le ossessioni da 'invasione degli ultracorpi' come metafora americana sul pericolo rosso che informava il capostipite RKO ed il relativo immaginario morfogenetico da Regno vegetale (dai baccelloni giganti di Don Siegel alla pianta carnivora tentacolare di Nyby) si passa alle ossessioni postmoderne sulle mutazioni genetiche del regno animale nell'adesione ad un immaginario apocalittico inaugurato con le contaminazioni tra generi che dagli incubi claustrofobici di Ridley Scott (Alien,1979) conducono ad una materia narrativa perfettamente nelle corde di un eclettico artigiano dell'horror come John Carpenter (La Cosa,1982). Quest'ultima fatica in tema di clonazione aliena, salvo non aggiungere nulla al risaputo repertorio splatter perfettamente funzionale alla vicenda narrata (corpi squartati, orribili morfogenesi antropomorfe, sterilizzazioni flambè da fiamma ossidrica), cerca di incanalare la tensione narrativa lungo le due direttrici del soggetto originale, ovvero la minaccia incombente di una invasione alloctona in grado di sterminare il genere umano da un lato e gli incubi sul sospetto e sulla identità di matrice dickiana (Modello due,1952 da cui il riuscito Screamers - urla dallo spazio ,1995 di Christian Duguay) dall'altro, trasformando la base antartica del gemellaggio tra vecchio e nuovo mondo nel laboratorio di una spietata resa dei conti da 'dieci piccoli indiani' in trasferta polare. Film godibile ed in una certa misura rispettoso della pesante eredità delle opere precedenti, è condotto con ordinaria perizia da un regista olandese al suo secondo lungometraggio, riuscendo ad alternare con buona efficacia le scene in interno con quelle all'aperto ed imprimendo una corretta dinamica tanto all'evoluzione della storia (prima o poi ne resterà soltanto uno!) quanto alla subordinazione dei caratteri (dai rudi norvegesi al pragmatismo yankee). Certo sostituire la perniciosa ricognizione di otturazioni e pendenti con le orripilazioni 'da prova ematica ' e preferire una imbambolata eroina androgina al fascino bonario e sprezzante di un villoso Kurt Russel non basta a replicare l'indiscusso primato nichilista del film di Carpenter, pur conservando apprezzabilmente il tema musicale targato Ennio Morricone (i diritti sono diritti e la Universal se li era già aggiudicati!). Finale originale a bordo del mezzo alieno. Quando si dice non c'è due senza tre.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianleo67 »
[ - ] lascia un commento a gianleo67 »
|
|
d'accordo? |
|
|