brian77
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martedì 19 giugno 2012
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buono
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Niente di straordinario, ma un buon film medio che sa prendere una storia apparentemente convenzionale e la sa raccontare con la giusta tensione, bella atmosfera, ottima recitazione. Insomma, il buon cinema americano, quello che ci manca così tanto da quando Hollywood è finita nell'inferno dei blockbuster fumettari inguardabili e soporiferi. Qui non c'è montaggio clippato, non ci sono inseguimenti tediosi, non c'è la ripetitività action... Certo, non è James Gray, ma resta un buon film.
[+] lo specchietto retovisore le paludi della morte
(di desdemona77)
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samanta
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giovedì 29 marzo 2018
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la speranza nella palude
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Le paludi della morte (Texas Killing Fields) è un film del 2011 con la regia di Ami Canaan Mann al suo primo impegno di direzione, la regista è la figlia del regista Michael Mann (L'ultimo dei Mohicani, Insider) che è anche uno dei produttori. Il film che ho visto recentemente in TV ebbe un flop commerciale anche se a mio avviso è un film discreto .
La trama ambientata a Texas City vicino a una zona paludosa vede due poliziotti Mike (Sam Worthington, Avatar, Terminator Salvation, La battaglia di Hacksaw Ridge) e Brian (Jeffrey Dean Morgan Un marito di troppo, Red dawn) un poliziotto di New York che si è trasferito in Texas con la famiglia, che indagano su un serial killer che uccide giovani ragazze e getta i corpi mutilati nella palude.
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Le paludi della morte (Texas Killing Fields) è un film del 2011 con la regia di Ami Canaan Mann al suo primo impegno di direzione, la regista è la figlia del regista Michael Mann (L'ultimo dei Mohicani, Insider) che è anche uno dei produttori. Il film che ho visto recentemente in TV ebbe un flop commerciale anche se a mio avviso è un film discreto .
La trama ambientata a Texas City vicino a una zona paludosa vede due poliziotti Mike (Sam Worthington, Avatar, Terminator Salvation, La battaglia di Hacksaw Ridge) e Brian (Jeffrey Dean Morgan Un marito di troppo, Red dawn) un poliziotto di New York che si è trasferito in Texas con la famiglia, che indagano su un serial killer che uccide giovani ragazze e getta i corpi mutilati nella palude. Mike è un poliziotto rude, duro che non vorrebbe continuare nelle ricerche perché fuori dalla giurisdizione, Brian affronta i rapporti con gli altri con umanità e si interessa di una ragazzina Little Anne (Chloe Grace Moretz) che vive in un ambiente squallido con la madre prostituta coinvolta in un giro di prostituzione minorile gestito da due papponi e il fratello tossico dipendente. vedendo per lei la possibilità di una vita migliore. I due nelle indagini sono aiutati da una polizotta Pam ex moglie di Mike (Jessica Chastain Interstellar).
[SPOILER] I due seguono diversi filoni, Mike in specie segue i due papponi che però non si rivela la pista giusta dal momento che uno viene ucciso dall'altro. Brian è convinto che la soluzione sia da trovare nella palude e quando scompare Little Anne va nella palude dove viene ferito dal serial killer ma riesce a dare l'allarme viene trovato dai colleghi che recuperano viva anche Little Anne. La ragazza era stata rapita da un impiegato di una fabbrica con la complicità del fratello ed è l'autore degli omicidi, che frequentava la madre di Little Anne. Il serial killer e il fratello si rifugiano nella casa della donna che scopre la verità, avviene una sparatoria tra i tre che muoiono. Passano alcuni mesi e nel finale si vede Mike che accompagna la ragazza a casa di Brian, ormai rimesso, che ha deciso di adottarla con il suo consenso.
Il film è un buon thriller non particolarmente violento con una trama interessante e ben interpretato specie dai due poliziotti che mostrano efficacemente caratteri assai diversi, certamente si vede l'inesperienza della regista che insegue molte tracce senza concluderle (ad esempio non si capisce che fine abbia fatto il pappone tatuato che ha ucciso il collega afro americano, dopo aver ucciso o ferito vari poliziotti), così non sfrutta tutte le potenzialità recitative del cast a disposizione, in questo non è aiutata dalle carenze di una sceneggiatura che vuole mettere troppa carne al fuoco. Peraltro si tratta di un film che merita di essere visto e dispiace, il discorso è vecchio, che a storie interessanti si privilegino colossal pieni di effetti speciali.
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lionora
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giovedì 7 giugno 2012
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thriller classico/atipico
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Un thriller classico d'atmosfera,lontano da quelle che sono al giorno d'oggi le aspettative dei patiti del genere: poco sangue,niente adrenalina al cardiopalma, tempi lenti(tipici del tocco Mann padre). Eppure o, proprio per questo, il film funziona bene e coinvolge grazie all'ottima interpretazione dei tre protagonisti, la completezza dei due personaggi maschili diametralmente opposti, ma soprattutto le inquietanti paludi di morte.Una volta tanto non servono scritte informative: si sente a tatto che è una storia vera, forse è questa la causa dello sviluppo incompleto di alcune tracce della storia, che causano però un leggero senso d'insoddisfazione.
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cenox
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lunedì 31 dicembre 2012
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il thrilling c'è, la trama no!
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Il film girato e ambientato in Texas è un thriller/poliziesco che vede per protagonisti due agenti di polizia che indagano su di una serie di omicidi brutali che vedono sempre come vittime delle donne o ragazze e come luogo del delitto le paludi, rinominate appunto "paludi della morte". Gli attori che completano il cast sono più che buoni, ma è la trama qui a latitare..infatti non si capisce affatto come sono collegati gli omicidi, chi siano i veri killer (si vedono due killer scollegati tra loro, comprese le loro storie e di uno non si capisce nemmeno che fine fa..) e tante altre cose che se non vengono spiegate approfonditamente non rendono giustizia al film stesso e lascaino allo spettatore un profondo senso di incompletezza.
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Il film girato e ambientato in Texas è un thriller/poliziesco che vede per protagonisti due agenti di polizia che indagano su di una serie di omicidi brutali che vedono sempre come vittime delle donne o ragazze e come luogo del delitto le paludi, rinominate appunto "paludi della morte". Gli attori che completano il cast sono più che buoni, ma è la trama qui a latitare..infatti non si capisce affatto come sono collegati gli omicidi, chi siano i veri killer (si vedono due killer scollegati tra loro, comprese le loro storie e di uno non si capisce nemmeno che fine fa..) e tante altre cose che se non vengono spiegate approfonditamente non rendono giustizia al film stesso e lascaino allo spettatore un profondo senso di incompletezza.
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renato volpone
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domenica 24 giugno 2012
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l'umano naufrago nella palude
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Liberamente, molto liberamente ispirato ad una storia vera, racconta di numerose ragazze disadattate in una piccola cittadina del Texas. La storia è coinvolgente, dura e violenta anche se le immagini non sono particolarmente cruente. Un po' scombinato il racconto dei rapporti tra i vari detective, tanti spunti, ma mai approfonditi, così come gli altri personaggi e la piccola, bravissima, Anne. Nel complesso ne esce un buon livello di suspense, ma i vari intrecci sono molto inverosimili. Gli sceneggiatori dovrebbero fare scuola di "giallo"
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donni romani
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venerdì 15 giugno 2012
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indagini nelle paludi dell'anima
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Avventurarsi nel difficile, oltretutto sfruttatissimo, territorio del poliziesco con caccia al serial killer, soprattutto se si è la figlia di Michael Mann, è sicuramente una scelta ardua, ma Ami Canaan Mann ci prova ugualmente, scegliendo come location le paludose terre del Texas, e ci si dedica con metodo e dedizione, ma rischia talvolta di impantanarsi un po'. La trama è da manuale, una serie di ragazze morte, una scomparsa nel nulla, una giovane in pericolo e due poliziotti un po' sgualciti nell'anima che indagano. Il contorno semmai è più interessante, una palude sociale fatta di famiglie più che disfunzionali, di prostitute, spacciatori, reticenze e sottoboschi che difficilmente fanno penetrare alcunchè, sia pure la ferrea volontà dei due agenti di far luce sugli orrendi delitti.
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Avventurarsi nel difficile, oltretutto sfruttatissimo, territorio del poliziesco con caccia al serial killer, soprattutto se si è la figlia di Michael Mann, è sicuramente una scelta ardua, ma Ami Canaan Mann ci prova ugualmente, scegliendo come location le paludose terre del Texas, e ci si dedica con metodo e dedizione, ma rischia talvolta di impantanarsi un po'. La trama è da manuale, una serie di ragazze morte, una scomparsa nel nulla, una giovane in pericolo e due poliziotti un po' sgualciti nell'anima che indagano. Il contorno semmai è più interessante, una palude sociale fatta di famiglie più che disfunzionali, di prostitute, spacciatori, reticenze e sottoboschi che difficilmente fanno penetrare alcunchè, sia pure la ferrea volontà dei due agenti di far luce sugli orrendi delitti. I personaggi sono ben delineati, le sottili lacerazioni che un mestiere del genere comporta lasciate a primi piani composti e a silenzi espressivi, ma non c'è mai un guizzo di novità, non c'è niente che non sappia di già visto, e alla lunga il gioco del poliziotto stanco che scende negli abissi della società per salvare l'adolescente simbolo di speranza e rinascita risulta ridondante e stucchevole. E le mille trappole narrative che dovrebbero allargare il ventaglio di piste e sospetti riescono solo ad appesantire il sentiero principale ( se poi si sceglie per il ruolo di un serial killer un attore abbinato ai ruoli negativi lo spettatore dopo circa cinque minuti saprà già chi è il copevole e infatti così si rivela essere). La mano ferma della regia fa sperare di meglio per il futuro, ma al momento queste paludi sono molto simili alle tante altre paludi in cui dei serial killer ben più carismatici di quelli che la Mann confeziona per noi, si sono avventurati in altri centinaia di film simili. Non proprio un saldo di fine stagione ma quasi, del resto si sa, i thriller si addicono all'estate cinematografica.
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filippo catani
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mercoledì 10 aprile 2013
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un buon thriller
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La città di Texas City viene improvvisamente sconvolta da una serie di brutali omicidi perpetrati da un serial killer. Due detective indagheranno sul caso coadiuvati dall'ex moglie di uno di loro. Ispirato a fatti realmente accaduti.
Senza dubbio ci troviamo davanti ad un buon thriller con una bella storia e dei validi interpreti. Be4ne anche la caratterizzazione dei personaggi con un detective spiccio e duro nei modi di fare (Worthinghton che si conferma su buoni livelli) e l'altro religioso ma allo stesso tempo sconfortato da quello che deve vedere nel suo lavoro. Inoltre si intuisce che l'uomo ha lasciato New York a causa di un fallimento in un caso per lui importante.
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La città di Texas City viene improvvisamente sconvolta da una serie di brutali omicidi perpetrati da un serial killer. Due detective indagheranno sul caso coadiuvati dall'ex moglie di uno di loro. Ispirato a fatti realmente accaduti.
Senza dubbio ci troviamo davanti ad un buon thriller con una bella storia e dei validi interpreti. Be4ne anche la caratterizzazione dei personaggi con un detective spiccio e duro nei modi di fare (Worthinghton che si conferma su buoni livelli) e l'altro religioso ma allo stesso tempo sconfortato da quello che deve vedere nel suo lavoro. Inoltre si intuisce che l'uomo ha lasciato New York a causa di un fallimento in un caso per lui importante. A completare il triangolo c'è la ruvida detective Chastain forse un pochino troppo sacrificata nel ruolo di comprimaria ma che comunque riesce a non sfigurare. Oltre alla trama del thriller il film si interroga e ci interroga su questi borghi americani senza arte nè parte dove la delinquenza è quasi all'ordine del giorno e dove nessuno sembra poter fare niente per migliorare la situazione che anzi rimane paludosa più che mai come le vere e intricati paludi che si trovano fuori città.
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carloalberto
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lunedì 17 gennaio 2022
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pathos e suspense dispersi in mille rivoli
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Thriller con un buon cast, in cui spicca, nella parte del protagonista, Jeffrey Dean Morgan, ispirato molto alla lontana ad una storia vera messa in scena in modo piuttosto dispersivo e confusionario da una regista di pochi film, Ami Canaan Mann, di cui nessuno memorabile.
Il plot, tratto da un libro di Donald Ferrarone, che ha anche scritto la sceneggiatura del film, collima con i fatti di cronaca nera soltanto per il ritrovamento di corpi di giovani donne nelle paludi tra Houston e Galveston in Texas alla fine degli anni ‘60, per il resto è la summa di parecchie storie da romanzo d’appendice con al centro quella di un incontro, che appare quasi predestinato, tra un rude e paterno poliziotto dal cuore tenero che investiga sul caso, ed una sbandata simpatica ragazzina senza padre, interpretata dalla bambina prodigio di Amityville Horror, Chloë Grace Moretz, costretta a vivere con la madre alcolista e prostituta ed il fratello disadattato.
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Thriller con un buon cast, in cui spicca, nella parte del protagonista, Jeffrey Dean Morgan, ispirato molto alla lontana ad una storia vera messa in scena in modo piuttosto dispersivo e confusionario da una regista di pochi film, Ami Canaan Mann, di cui nessuno memorabile.
Il plot, tratto da un libro di Donald Ferrarone, che ha anche scritto la sceneggiatura del film, collima con i fatti di cronaca nera soltanto per il ritrovamento di corpi di giovani donne nelle paludi tra Houston e Galveston in Texas alla fine degli anni ‘60, per il resto è la summa di parecchie storie da romanzo d’appendice con al centro quella di un incontro, che appare quasi predestinato, tra un rude e paterno poliziotto dal cuore tenero che investiga sul caso, ed una sbandata simpatica ragazzina senza padre, interpretata dalla bambina prodigio di Amityville Horror, Chloë Grace Moretz, costretta a vivere con la madre alcolista e prostituta ed il fratello disadattato.
La Mann mette troppa carne a cuocere, vuole narrare tante storie e si attarda nella descrizione di personaggi minori, perdendo così di vista il focus della trama, che, in un thriller con questo specifico soggetto, dovrebbe essere incentrata sulla caccia al serial killer ed avere come protagonisti assoluti il maniaco omicida ed i due detectives che indagano, come, peraltro, dimostrò David Fincher con il suo bellissimo e memorabile Seven.
La mania di drammatizzare ogni singolo personaggio che entra nell’inquadratura, descrivendone l’ambiente in cui vive, le relazioni amicali e parentali, le vicende private o criminali, finisce per distrarre dall’unico fatto eclatante e che poi costituisce il motivo che ha spinto Ferrarone a scrivere il libro, i produttori a finanziare il film e gli spettatori a vederlo e cioè la storia, che sembra appartenere ad un’epoca lontana e ad un popolo selvaggio, di decine di brutali assassinii di donne stuprate, torturate ed infine gettate nelle paludi, e che invece è accaduta nella civile e progredita America del secolo scorso.
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dandy
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lunedì 29 aprile 2024
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una coccinella nelle paludi.
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Al secondo film la figlia di Michael Mann(che figura tra i produttori) adatta una sceneggiatura dell'ex agente Donald F Ferrarone basata su una serie di omicidi rimasta perlopiù irrisolta.Un ritratto della periferia rurale squallido e degradato(ma multietnico)dove al punto di vista dei detective si affianca quello della futura vittima(fin troppo annunciata data la sua condizione familiare disastrosa)lasciando lo spettatore costantemente sulle spine.Confezione e cast sono ottimi(oltre al duo Worthinton-Morgan anche Chloe Grace Moretz,che meriterebbe più ruoli di questo tipo)ma dopo una prima parte inquietante ci si perde in sottotrame superflue(il personaggio di Rule che esce di scena senza che se ne sappia più nulla)che una maggiore durata e in mano al padre della regista avrebbero funzionato assai meglio.
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Al secondo film la figlia di Michael Mann(che figura tra i produttori) adatta una sceneggiatura dell'ex agente Donald F Ferrarone basata su una serie di omicidi rimasta perlopiù irrisolta.Un ritratto della periferia rurale squallido e degradato(ma multietnico)dove al punto di vista dei detective si affianca quello della futura vittima(fin troppo annunciata data la sua condizione familiare disastrosa)lasciando lo spettatore costantemente sulle spine.Confezione e cast sono ottimi(oltre al duo Worthinton-Morgan anche Chloe Grace Moretz,che meriterebbe più ruoli di questo tipo)ma dopo una prima parte inquietante ci si perde in sottotrame superflue(il personaggio di Rule che esce di scena senza che se ne sappia più nulla)che una maggiore durata e in mano al padre della regista avrebbero funzionato assai meglio.E diventa tutto anche troppo accomodante,culiminando in una catarsi banale e un finale anche troppo lieto.Valido come prodotto di genere ma non in grado di emergere dal mucchio.Scarso successo di pubblico e tiepido riscontro di critica.
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ultimoboyscout
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sabato 6 ottobre 2012
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una storia terribilmente vera.
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Micheal Mann produce, Ami Canaan Mann, sua figlia, dirige ma ne ha di strada ancora da fare per avvicinare l'illustre genitore. Si tratta di un thriller teso, estremamente lento e pensato, cupo e disturbante con venature horror, a tratti noioso che si impantana in quelle paludi spettrali dove, si scoprirà sono sparite centinaia di donne indifese. A seguire le indagini due poliziotti affiatati e diversi, ovvero Sam Worthington e Jeffrey Dean Morgan. Il primo alterna ottime interpretazioni (come in questo caso, l'ho preferito rispetto a Morgan) ad altre molto meno convincenti, mentre stupisce ancora una volta per bravura, espressività e "maturità" cinematografica Chloe Moretz che ai tempi delle riprese del film aveva appena 12 anni! La pellicola si iscrive nel genere e ne rispetta le regole con uan certa rigidità e senza invenzioni: ne esce un poliziesco accettabile che scava nel marcio e nel fango, mettendo di fronte due opposte visioni del mondo, quella cinica e brutale del detective Souder (Worthington) e quella più pacata e di stampo fortemente religioso del detective Heigh (Morgan).
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Micheal Mann produce, Ami Canaan Mann, sua figlia, dirige ma ne ha di strada ancora da fare per avvicinare l'illustre genitore. Si tratta di un thriller teso, estremamente lento e pensato, cupo e disturbante con venature horror, a tratti noioso che si impantana in quelle paludi spettrali dove, si scoprirà sono sparite centinaia di donne indifese. A seguire le indagini due poliziotti affiatati e diversi, ovvero Sam Worthington e Jeffrey Dean Morgan. Il primo alterna ottime interpretazioni (come in questo caso, l'ho preferito rispetto a Morgan) ad altre molto meno convincenti, mentre stupisce ancora una volta per bravura, espressività e "maturità" cinematografica Chloe Moretz che ai tempi delle riprese del film aveva appena 12 anni! La pellicola si iscrive nel genere e ne rispetta le regole con uan certa rigidità e senza invenzioni: ne esce un poliziesco accettabile che scava nel marcio e nel fango, mettendo di fronte due opposte visioni del mondo, quella cinica e brutale del detective Souder (Worthington) e quella più pacata e di stampo fortemente religioso del detective Heigh (Morgan). Senza voler fare confronti, Ami cerca di seguire lo stile del padre, famoso per i suoi thriller-polizieschi aspri e incalzanti. Questo film per essere aspro lo è, incalzante meno ma le scene notturne hanno qualcosa di paragonabile a quelle magnifiche di Mann Senior. Acerbo, come acerba è Ami e il suo passo ancora incerto e la mano non proprio ferma: di sicuro riesce a dare un tocco quasi delicato e molto, molto femminile a una storia che delicata non lo è affatto, ma narrativamente e stilisticamente è ancora ben lontana da livelli accettabili.
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