Quella casa nel bosco

caro hitchcock appunto: la tua analisi è in parte corretta a mio modo di vedere;riconosco la tentata sperimentazione di questo nuovo regista,il modo cui cerca di dare un'altra impronta al genere horror sfruttando appunto come dici tu la tecnica del meta-cinema,ma guardiamo le cose per come stanno.Io quando mi appresto a vedere un film horror mi aspetto una sceneggiatura ed una trama cariche di suspence e tensione in cui la paura sia l'emozione trainante,che facccia da padrona se non per tutta la durata del film ,bhè almeno per buona parte.Mentre qui, forse proprio per colpa del tentativo del regista di fuorviare lo spettatore inserendo inizialmente i classici clichè del teen movie portandoli poi all'eccesso sommato alla narrazione della vicenda parallela del laboratorio in cui pare dai dialoghi dei tecnici che i mostri non siano tanto delle crature terribili da cui tenersi alla larga quanto dei simpatici e burloni animali da compagnia,la tensione narrativa non viene mai raggiunta anzi il film è sbiadito,floscio per essere un horrror: le uniche parti che salvo sono i dialoghi, tinteggiata in buona misura da una certa verve ironica e la caratterizzazione del personaggio di Marty.....ma appunto il personaggio e i dialoghi forse sarebbero più adatti ad un film commedia!