The Artist |
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Un film di Michel Hazanavicius.
Con Jean Dujardin, Bérénice Bejo, John Goodman, James Cromwell, Penelope Ann Miller.
continua»
Drammatico,
durata 100 min.
- Francia 2011.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 9 dicembre 2011.
MYMONETRO
The Artist
valutazione media:
4,19
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'artista Dujardindi MidnightMoonlightFeedback: |
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mercoledì 18 novembre 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ci si avvicina alla visione di questo film con un misto di scetticismo e curiosità, in primis per l'assenza di colore e, in secundis, per l'assenza di suono. Lo schermo si apre, e il sorriso da canaglia di George Valentin, star del cinema muto, invade lo schermo e il cuore degli spettatori. La sua presenza è pregnante, manda in visibilio il pubblico e le ragazze che lo attendono al di fuori della sala cinematografica solo per ammirare i suoi simpatici e affascinanti baffetti. Ben presto, però, una coincidenza del destino ribalterà la sua vita, e il sorriso dell'Artista sarà lentamente eclissato dalla prepotente invasione del cinema sonoro. Così, il 1927 sarà l'anno destinato a cambiare il corso della storia universale e quella personale di Valentin. The Artist è, senz'altro, una riflessione storica del cinema sul cinema, e la vicenda personale di George è il filtro attraverso il quale viene permesso agli spettatori di assistere a tali cambiamenti epocali. Un film muto, nel ventunesimo secolo, abitato da un pubblico sempre più assueffatto alla tecnologia, è un azzardo bell' e buono. Tuttavia, quella in questione è una pellicola talmente ben costruita e ben diretta da lasciare soddisfatto e stupefatto persino la platea dei tempi moderni. Magnifica la fotografia, soprattutto nella scena in cui Valentin scopre che ogni cosa, intorno a sé, persino il suo cane, hanno preso vita attraverso il suono, a parte lui; magnifica la plasticità facciale degli attori, che recitano privi di voce; arguti i messaggi subliminali disseminati nel film, come il numero della stanza d'ospedale dove viene ricoverato Valentin, il 27, un chiarissimo rimando all'anno dell'introduzione del sonoro, che segna la disfatta della sua carriera d'attore; magnifico il ghigno beffardo di Dujardin, un viso che porta in sè qualcosa di antico, e che non si dimentica facilmente; bravissimo anche il cane attore, tutt'altro che un "attore cane" e molto più dotato di tanti attori in circolazione. Una pellicola-azzardo ottimamente riuscita, che condensa, in soli 100 minuti, il declino e la rinascita di un fantastico attore. Merito di una regia quasi perfetta, ma anche di un Artista vero, come si è rivelato Dujardin, capace di dare vita a un ruolo, quello dell'attore muto, così lontano e bizzaro per i moderni e ipertecnologici spettatori del 2011.
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