Sucker Punch |
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Un film di Zack Snyder.
Con Abbie Cornish, Oscar Isaac, Daniel Bristol, Malcolm Scott, Lee Tomaschefski.
continua»
Azione,
durata 105 min.
- USA, Canada 2011.
- Warner Bros Italia
uscita venerdì 25 marzo 2011.
MYMONETRO
Sucker Punch
valutazione media:
3,27
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Snyder visionario post-modernodi LN.91Feedback: 332 | altri commenti e recensioni di LN.91 |
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sabato 14 maggio 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
L'autore di 300 e Watchmen conferma il suo stile, uno stile legato a ciò che oggi si ama definire - molto nei trailer, ma ormai anche nella critica - “visionarietà”. Inteso come lo si intende naturalmente oggi nel linguaggio comune, tale attributo è implicitamente legato alle nuove etiche ed estetiche post-moderne, in irrisolto contrasto tra l'analisi critica (con uso di citazioni e metalinguismo costantemente annesso) e banalizzazione dei contenuti. “Sucker Punch” (buon titolo che s'ignifica, tanto per rendere il concetto appena accennato di analisi, nel caso specifico del medium utilizzato, “pugno a sorpresa”) riflette a pieno, a mio parere, questi conflitti. L'idea centrale della fuga/evasione in vari livelli mentali - non si tratta dei tre luoghi della psiche freudiana, ma di vere e proprie linee narrative a sé stanti, parallele tra loro ma ben distinte - è decisamente buona; e prima che lo spettatore poco accorto lo affermi, si tratta di un'idea lontana dal recente Inception di Nolan. La colonna sonora è magnifica, con brani che si adattano perfettamente alle sequenze cui fanno da accompagnamento (è di grande impatto l'azzeccatissimo riarrangiamento iniziale di Sweet Dreams) e che risultano essere particolarmente evocativi e onirici nelle sequenze del ballo. Snyder ha ormai definitivamente coniato una propria personale maniera, alla faccia delle infinite imitazioni di 300, unapersonalità produttiva quasi espressionista (si veda la riuscita figura secondaria del sindaco) che certo prima o poi dovrà modificare o perlomeno maturare, ma che per ora resta sinonimo della sua caratteristica “visionarietà” (e ci sono cascato pure io) estetica - mesi fa, vedendo il primo trailer americano per caso, avevo capito di chi fosse il film prima ancora che arrivassero i primi titoli. E in effetti è sul piano visivo che lo spettatore riceve i più importanti stimoli - non sto parlando delle procaci protagoniste, anche se almeno un quarto di stella nella mia vautazione lo dedico a Sweet Pea... ; ) - grazie a invenzioni intelligenti e stranianti (le sequenze degli androidi riflettenti e il geniale movimento di macchina “dentro” allo specchio nei camerini del bordello/varietà, ma anche la scena in trincea contro i vaporosi zombie tedeschi). Mi è solo rimasto il dubbio che un comparto visivo tanto magniloquente e a tratti felicemente sperimentale non sia eccessivo, non nel suo essere magniloquente e a tratti felicemente sperimentale, ma perché rischia di diventare la sola ragion d'essere del film e di eclissare certi tratti psicologici o blandamente filosofici molto interessanti che la trama in sé potrebbe offrire. Ma che invece, sembrerebbe quasi per superficialità intellettuale o per fretta produttiva (ma la sceneggiatura è stata completata nel generoso arco di tempo di otto anni), vengono appiattiti, senza che ne scaturiscano vere e proprie riflessioni.
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