The Son of No One

Ho visto giorni fa alla televisione il  film di Montiel e, come d'abitudine, sono andato a leggere le recensioni. Ho dovuto constatare come a differenza delle recensioni sul film di Hitchock "Marnie" girato nel 1964 nessuno , almeno per quanto ho letto, ne abbia colto il lato psicologico pur evidente. Penso che abbiano ragione quelli (ormai pochi purtroppo) che dicono che sono tramontati i tempi di J.P. Satre colla sua profonda analisi su Flaubert e tutti ci si stia allineando su una semplice modalità di pensiero travolti dalla tecnica. Siamo tornati alla semplice verifica dei fatti come ai tempi  di Cartesio e con ciò stiamo cadendo proprio in basso. Il film voleva dire che un trauma subito da bambini finisce per farci rimanere tali malgrado le sollecitazioni che ci possono essere date. "Marnie"  nel 2011 non avrebbe riscosso alcuna attenzione e d'altronde è un dato di fatto che siamo tutti di fretta e la filosofia con la sua necessità di riflessione sia ormai considerata una perdita di tempo. A riprova di questo "tutti" sta anche lo scarso successo di pubblico a suo tempo avuto dal film alla prima uscita nelle sale laddove gli spettatori si sono fermati alla figura, come sempre magistrale, di Al Pacino e alla immagine di una polizia corrotta trascurando la diversità di crescita, intesa come personalità, fra i due ragazzi coinvolti a diverso titolo nel dramma. Non c'e  solo il disastro ambientale, il sistema di vita capitalista fondato sull'accumulo di denaro, così difforme da quello che 2000 anni fa predicava Gesù Cristo, sta anche producendo un disastro mentale.