Nessuno mi può giudicare |
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Un film di Massimiliano Bruno.
Con Paola Cortellesi, Raoul Bova, Rocco Papaleo, Anna Foglietta.
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Commedia,
durata 95 min.
- Italia 2011.
- 01 Distribution
uscita mercoledì 16 marzo 2011.
MYMONETRO
Nessuno mi può giudicare
valutazione media:
2,52
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una cortellesi esilerantedi Riccardo AlFeedback: 103 |
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domenica 27 marzo 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Una piccola commedia a tratti dolce, a tratti amara, legata alla bene e meglio, più dal cast che risulta effettivamente trascinante,che da una trama ed una sceneggiatura decisamente debole. Il regista senza impegno si abbandona e sfrutta i luoghi comuni di un paese nel quale etica, sentimenti ed emozioni varie si sciolgono grazie ad un umor esilerante, ma decisamente amaro e pericolosamente vicino alla quotidiana rappresentazione che ne fanno i media. Così in una Roma lasciva e corrotta una madre improvvisamente vedova si trova inaspettatamente colma di debiti. Come una specie di cenerentola all'incontrario lascia la sua villa e lo stile di vita decisamente alto e spensierato per ritrovarsi in una periferia romana sporca, confusionaria, piena di stranieri, povera ma nella quale troverà molta umananità, amicizia e l'amore. La Cortellesi, che interpreta il ruolo della madre protagonista, fa sfoggio della sua grande capacità artistica, essendo il motore di tutto il film, decisamente scritto in modo da lascirle mano libera nella varia serie di gag esileranti, che la pongono come uno dei soggetti più interessanti e preparati di un cinema italiano ancora incapace di valorizzarla in tutte le sue capacità. Una serie di attori caratteristici la seguono molto bene rappresentando la parte ricca e quella popolare della città. Il bello di turno, Raul Bova, risulta adatto al suo ruolo, ma decisamente marginale nella parte artistica, nella quale non riesce a dare carattere e tono al suo ruolo piuttosto ameno e poco espressivo rispetto ai bravissimi colleghi. Il film risulta decisamente piacevole, allegro e spensierato, ma sembra rivendicare anche un carattere di puntigliosa critica ad alcune tendenze della società attuale con riferimenti più o meno velati. In questi tratti il brio avrebbe potuto lasciare più posto all'analisi degli ambienti ed allo studio e sviluppo dei vari ruoli, di conseguenza risulta incapace di rientrare nei caratteri della "commedia all'italiana", che sa fare della satira un attento momento di riflessione e rielaborazione dei contesti entrando a pieno nelle modalità artistico-educative che una forma d'arte come il cinema dovrebbe avere.
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