Marilyn |
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Un film di Simon Curtis.
Con Michelle Williams, Eddie Redmayne, Julia Ormond, Kenneth Branagh, Pip Torrens.
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Titolo originale My Week with Marilyn.
Biografico,
durata 99 min.
- Gran Bretagna, USA 2011.
- Lucky Red
uscita venerdì 1 giugno 2012.
MYMONETRO
Marilyn
valutazione media:
2,99
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La principessa e il terzo assistentedi Writer58Feedback: |
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giovedì 14 giugno 2012 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il mito di Marilyn è descritto, con alcune rapide pennellate, in una recensione al film che ho trovato splendida(Osteriacinematografo, 2012): "Una Marilyn bambina, capricciosa, incontentabile, talentuosa, fragilissima, divina, eterea, Marilyn che affascina e sconvolge chiunque le si avvicini troppo, Marilyn sola nella folla, schiva e diffidente, istintiva, tenera, Marilyn che tutti odiano e amano al tempo stesso, Marilyn schiava di farmaci che le avvelenano l’anima, Marilyn candida e autoironica, intrinsecamente sensuale, imprigionata in un personaggio che non può e non vuole lasciare, in un mito planetario di cui l’opinione pubblica si nutre senza ritegno [...]". Quando Marilyn arriva a Londra per recitare a fianco del grande Laurence Olivier ha 30 anni ed è già la personificazione del mito: gli uomini la guardano attoniti a bocca aperta, i fan la assediano, le donne la scrutano con malcelata invidia. In realtà, nel film (ma sembra anche nella vita), Marilyn si rivela come un'attrice mediocre e frenata da troppe paure: dimentica le battute, ha un bisogno quasi patologico di attenzione e di amore, recupera la presenza scenica solo nel momento in cui fa emergere la sua fisicità, quando lascia parlare il suo corpo e il suo viso, quando incarna la figura della Donna così come è desiderata dall'immaginario maschile.I germi del percorso autodistruttivo che la porteranno alla morte nel giro di qualche anno sono già presenti e attivi. Misurarsi con la figura di Marilyn è una sfida per qualunque attrice: Michelle Williams fornisce una buona prova, al di là della somiglianza imperfetta e della mancanza di sensualità intrinseca: è capace di modulare la sua recitazione proponendo un ritratto convincente del candore, della fragilità e dello splendore che hanno caratterizzato la diva. Durante le riprese del film "The Prince and the Showgirl" Marilyn si circonda di persone che fingono adorazione nei suoi confronti per scopi opportunistici, s'imbatte in un ragazzo alto e allampanato di 23 anni che svolge il ruolo di terzo assistente alla regia e che la guarda come se fosse la reincarnazione di Venere. Marilyn sente un bisogno istintivo di vicinanza nei confronti del giovane: lo chiama ripetutamente a casa sua, ne condivide il letto, si bagna nuda insieme a lui in un laghetto durante un'escursione. Colin Clark - così si chiama l'assistente- scriverà decenni dopo un libro che contiene un capitolo sulla sua settimana da favola con Marilyn. Il film riesce a rendere lo stupore quasi estatico che può provare un giovane (molto buona l'interpretazione di Eddie Redmayne) nel condividere momenti d'intimità con la donna più celebrata del pianeta. "Marilyn" è un esercizio filmico molto curato, mi ha ricordato, come impianto scenico e come qualità della rappresentazione, "Il discorso del re". Buona la sceneggiatura e la scenografia che propone una ricostruzione convincente dell'Inghilterra degli anni '50. Il limite del film consiste nel misurarsi con un personaggio che ha assunto, soprattutto dopo la sua morte, caratteristiche mitiche e leggendarie. L'alone mitico costituisce un diaframma completamente aperto che rischia di proiettare una luce troppo intensa sulla vicenda narrata, rendendo meno visibili i chiaroscuri e favorendo, al di là delle intenzioni della regia, un approccio un po' agiografico alla vicenda.
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