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Questa è l'ennesima riprova che il nostro cinema ha un vero bisogno d'aiuto. Necessita di nuova linfa, di talento, di qualcuno che osi.
Magari fare meno e meglio, non lasciare che chiunque diriga la prima storiella che gli viene in mente.
Caldo di visione, provo a dare le mie impressioni:
Regia inesistente, pedissequa, una sequela di luoghi comuni, senza mai lo straccio di un'idea che sia una, e non bastano certo quattro divise verdi a creare un'atmosfera.
Questo è un film (e credetemi, chiamarlo film è un'offesa grave alla nostra grande tradizione cinematografica) è un film senza un briciola di perché. Dialoghi già sentiti diecimila volte, battute che, se non provocano imbarazzo per chi le dice, per chi le ha scritte, lasciano un silenzio tombale.
Vorrei porre idelamente al regista degli interrogativi sinceri: davvero sentiva che questo era il film della sua vita? Davvero si è battuto -perché immagino non sia facile mettere su un progetto- per far sì che questo insulso pappone deforme prendesse vita? Crede davvero signor Lagi che il cinema, ed in particolare il nostro cinema, avesse spasmodico bisogno di questa sua opera?
Io credo di no, credo che di robetta ce ne sia fin troppa, e se non si voleva puntare al capolavoro, se non si aveva urgenza di dire, di comunicare qualcosa di veramente importante, almeno regista e sceneggiatori, potevano accertarsi che la base, la sceneggiatura, funzionasse. Di solito è l'errore della maggior parte degli esordi italiani: annientare ogni idea originale, magari anche un po' pazza, per accontentarsi di una storiellina che funziona, nella quale torna tutto o quasi. Qui neanche questo.
Ciò che mi atterrisce è che qualcuno l'abbia prodotto, abbia sperato in chissà quale miracolo. Insomma questa pellicola mi ha creato molto imbarazzo, molta inquietudine, e lo volevo dire, dato che ho pagato e nessuno mi renderà quegli otto euro.
Silvio Orlando stanchissimo, Timi che gigioneggia a briglia sciolta, la solita Rohrwacher che ora c'è solo lei (già non il massimo della bellezza, ma ora si crogliola su una vocetta stridula che un'attrice non può proprio permettersi), Francesco Brando (ma chi è? ma perché?) insostenibile.
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