Melancholia di Lars Von Trier
anno produzione ottobre 2011
è Sospesa fra un mondo visionario ed il cinico meccanicismo; è opera che appare sprovvista di aspettative spirituali ;vive la fine come attimo di vera dissoluzione senza riuscire a farsene una ragione ;tanto meno si intravede qualsivoglia purificazione per l'assenza di una visone armonica del tutto .
Il dualismo di Justine e Claire di fronte alla morte ripropone in qualche modo dubbi e sospensione della lettura definitiva.
Tante riflessioni emergono nella loro intensità grazie a splendidi attori ed una regia veramente estetica introspettiva , sofferta.
E' forse film che descrive, con un sentire trasognato ed estetico, il sofferto conflitto fra forma ed energia , fra materia e spirito, fra i diversi piani dell’ essere che si osservano , si compenetrano ,si desiderano , si respingono in fiero tenzone ,poi inevitabilmente si ricompongono essendo solo per, per illusione , distinti???
Resta aperta questa lettura come pure la visione di un perire, finire ,inaccettabile, sofferto e disperato. L'arte è nel dolore , nell'infelicità, nell' insufficienza , nell'inadeguatezza, nella morte, nella provvisorietà: se così vogliamo parlare allora Melancholia è espressione artistica , sentimento complesso ed esistenziale dove la regia riesce mirabilmente a comunicare e farci condividere il suo disagio esistenziale .
il sentire di Justine e Claire ,le due sorelle del film, di fronte alla morte prossima ventura, è sentire emotivo, forte che indaga nella profondità dell'essere nell'attimo in cui sta per sopravvenire la fine di tutto :reazioni umani contrapposte di accettazione o di sofferenza ma anche di evoluzione e di composizione potrebbero essere le letture che si voglio rappresentare .
Ancora rintoccano le campane " disperate "di Lars Von Trier nel suo film le onde del destino , con quel sordo , ossessivo, richiamo di morte. A stento mi sono salvato da un attacco di depressione ed un senso di tristezza mi ha oscurato per molto tempo ; in quell'occasione scrissi "anche il finale è senza luce ,speranza ,le campane urlano di dolore...se il regista contiene veramente tutte queste cose ha decisamente qualcosa che non va. Certo non è film che lascia indifferenti ma neanche la morte lascia indifferenti, poi senza un poco di luce si fa morire anche chi vuol vivere"
Mi ritrovo dentro questo Melancholia e non riesco a coglierne il significato : per un attimo propendo per un film catartico , una sorta di cerimonia di purificazione con una promessa di sacrificio planetario , la perdita della nostra complessiva opportunità di essere,con una sua conclusione rituale propiziatoria che coincide con l'accettazione del sacrifico, con l'ablazione del se e di tutto" l'essere " che si agita nel globo!!!!!!!
Ma poi tale assunto appare poco convincente: l'ipotesi catartica in Lars Von Trier, visto che il nostro regista vive , con un destino quasi monocorde , sull'orlo di un abisso senza fine sembra non credibile ; poi la purificazione ,anche nella fine, sembra un miraggio sempre lontano.
Lars Von Trier ha , l'opportunità sempre di ricredersi sulla sua visione del mondo ma in lui è evidente un compiacimento nel sapore del "finire".
Suggeriamo la seguente terapia : vada più spesso nelle terre del sud e si sottoponga a lunghi bagni di sole.
Melancholia è Fantascienza ? No assolutamente!Apocalittico? Neppure ! Forse solo intimamente esistenziale e drammatico si.
Una ricerca estetica di sicuro rilievo, un 'ambientazione surreale sono il corollario di questa storia che appare prevalentemente introspettiva.,onirica, trasognata, infelice .
Cosa vogliamo conservare di questo lavoro , comunque intenso come sempre?
Direi un sentimento di provvisorietà à che Lars Von Trier ben conosce e che, con cadenza estetica e lenta riesce a far insinuare nei meandri complessi delle nostra menti.
Tre sole stelle a questo lavoro?Si, forse solo per un fattto umorale: non riesco ad accettare la visone filosoffica proposta da Melancholia di Lars Von Trier.
Buona visione.
Weach iIluminati
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