donni romani
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domenica 6 maggio 2012
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amore e poesia nell'animazione coreana
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L'anelito di libertà delle galline aveva già ispirato l'adrenalinico e divertentissimo "Galline in fuga" ma con Leafie entriamo in un territorio molto diverso, che per certi versi ci riporta indietro all'animazione classica mentre per altri fa un deciso passo avanti nella maturità del prodotto animato. Leafie è una gallina triste, costretta a vivere in batteria per produrre più uova possibile mentre sogna di avventurarsi oltre il cortile e conoscere il mondo. Quando riesce a scappare la sua natura socievole la porta ad approcciare gli altri animali con gentilezza ed ingenuità, salvo scoprire che il mondo è ben altro da ciò che si aspettava.
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L'anelito di libertà delle galline aveva già ispirato l'adrenalinico e divertentissimo "Galline in fuga" ma con Leafie entriamo in un territorio molto diverso, che per certi versi ci riporta indietro all'animazione classica mentre per altri fa un deciso passo avanti nella maturità del prodotto animato. Leafie è una gallina triste, costretta a vivere in batteria per produrre più uova possibile mentre sogna di avventurarsi oltre il cortile e conoscere il mondo. Quando riesce a scappare la sua natura socievole la porta ad approcciare gli altri animali con gentilezza ed ingenuità, salvo scoprire che il mondo è ben altro da ciò che si aspettava. La grazia con cui attraversa la vita e gli ostacoli è però un antidoto alla cattiveria e alla maldicenza e questo ne fa un'icona di generosità ed altruismo di rara intensità. Quando un uovo di germano reale resterà "orfano" infatti lei lo coverà, alleverà il piccolo anatroccolo come se fosse suo e lo difenderà a costo della vita, spingendolo a volare via quando sarà il suo momento. Una grafica semplice e una natura caleidoscopica fanno da contorno a sentimenti profondi e mai stereotipati, animali antropomorfi come nella miglior tradizione Disney, un villain a tutto tondo, la faina che rende orfano l'anatroccolo Greeny e che Leafie combatterà per tutto il film, che però scopriremo essere anche altro oltre che una predatrice spietata, aprendo la strada per un approfondimento psicologico che manca sovente alle pur divertentissime animazioni degli ultimi anni tanto attente a regalare raffiche di battute e citazioni ma un po' carenti in emozioni. La grazia con cui Leafie affronta la vita e l'amore che riesce a trasmettere non solo all'anatroccolo orfano ma anche ai cuccioli della faina ne fanno un modello alto e sincero mentre la bellezza di alcune scene è assoluta, prima fra tutte la gara di volo cui partecipa Greeny dopo tante umiliazioni e tante emarginazioni dovute all'ottusità degli abitanti dello stagno che non concepiscono come una gallina possa crescere un germano. Non mancano i momenti divertenti e gli spunti brillanti, la figura del castoro e il gallo con la cresta finta ne sono un esempio, ma il tono di fondo resta quello morale, ma mai moralistico. E il finale, lasciato fuori campo e reso vivido solo dalla voce dolce e rassegnata di Leafie, è uno dei più toccanti della storia dell'animazione, maturo, profondo, esempio altissimo di amore incondizionato e di infinito anelito alla vita e alla libertà. La cinematografia coreana ci regala quindi un piccolo grande gioiello semplice e delicato come un fiore, lo stesso fiore con cui Leafie si agghinda la coda non appena scappa dal pollaio, vezzo femminile e dichiarato coraggio in un mondo in cui ogni accenno all'individualità è vista come stranezza da isolare e condannare. Messaggio universale mai presentato con tanta eleganza e lievità.
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bartleby corinzio
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lunedì 6 agosto 2012
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il dono
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Nelle traduzioni molte cose si perdono, io mi perdo, egli si perde. Metti ad esempio la ricchezza semantica del tedesco o la prestanza epistemologia del francese. Il francese, un francese tipo Jean-Luc Marion. "Jean-Luc" come nome sa molto di francese, figurarsi come "dato". Marion ha scritto un simpatico e aderente librozzo intitolato Etant donné, tradotto -più o meno- in italiano come Dato che. Il tema portante è la donazione, il dono. Mi è proprio venuto in mente Marion guardando quest'opera prima di Seong-yun Oh. La storia, d'animazione, di una gallina che sfugge alla batteria di uova, alla alienazione (in forma diegetica cartoonesca).
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Nelle traduzioni molte cose si perdono, io mi perdo, egli si perde. Metti ad esempio la ricchezza semantica del tedesco o la prestanza epistemologia del francese. Il francese, un francese tipo Jean-Luc Marion. "Jean-Luc" come nome sa molto di francese, figurarsi come "dato". Marion ha scritto un simpatico e aderente librozzo intitolato Etant donné, tradotto -più o meno- in italiano come Dato che. Il tema portante è la donazione, il dono. Mi è proprio venuto in mente Marion guardando quest'opera prima di Seong-yun Oh. La storia, d'animazione, di una gallina che sfugge alla batteria di uova, alla alienazione (in forma diegetica cartoonesca).
Leafie è una gallina che si ritrova ad essere madre di un futuro germano reale che poco ha a che fare con l'ambiente gallinesco. Ora, si sa bene quanto ottimo sappia essere il cinema coreano e a maggior ragione o comunque in aggregazione si aggiunge ora il cinema di animazione. Un film ove perpetuo, sulfureo, aleggia - è il caso di dire - un respiro atroce, inevitabile: la resa del vivere al morire. Temi non proprio da serata di festa coi nostri bimbi al cinema gonfiandosi lo stomaco con hamburger capitalistici e schifezze varie. Ma se i vostri bimbi conservano ancora quel potere esistenziale unico che ne fa imperituri umani allora sapranno certamente vivere senza traumi questo sublime film d'animazione. Ingloberanno la coscienza intima ulteriore che ogni singolare è plurale, che ogni esistere è un progetto comunitario non per questo alienante, che la passione dell'essere è la passione anche dell'altro da noi, in altre è più essenziali parole: ontologia relazionale. E cosa sa riassumere, scolpire, partecipare di questo se non il rapporto materno? Un amore incondizionato, cieco alle pareti, sacrificale per vocazione. Un'affettività che precede qualsiasi dato e che abbraccia già nelle prime forme la pluralità. "Tu sei più importante di me, mi precedi costruendomi". A volere fare i tedeschi si potrebbe ben donde dire ENTWURF, l'andare oltre del soggetto. E il soggetto materno va oltre l'oltre. L'animazione coloratissima e gradevole e il sorriso onnipresente rendono indubbiamente fruibili i temi narrati. Un tutto che esplode in un finale che lascia... Non so... Estasiati, impauriti, da pelle d'oca o da pelle di gallina.
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