La guerra è dichiarata |
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Un film di Valérie Donzelli.
Con Valérie Donzelli, Jérémie Elkaïm, Gabriel Elkaïm, Brigitte Sy, Elina Löwensohn.
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Titolo originale La Guerre Est Déclarée.
Commedia drammatica,
durata 100 min.
- Francia 2011.
- Sacher
uscita venerdì 1 giugno 2012.
MYMONETRO
La guerra è dichiarata
valutazione media:
3,51
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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In fondo, poca guerradi Francesco2Feedback: 41676 | altri commenti e recensioni di Francesco2 |
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venerdì 26 agosto 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nello stesso anno -credo- di un altro film francese piuttosto discutibile, "Tutti i nostri desideri", la francese Donzelli ha trasposto sullo schermo i travagli -in tutti i sensi- legati alla sua gravidanza, ed a quello che ha comportato insieme all'allora compagno. Il cinema transalpino, forse per una presenza del "postmoderno" più radicata rispetto a quello nostrano, ci ha abituato all'uso del videoclip e tecniche simili: basti pensare al -troppo- elogiato "Odio" di Kassovitz, come anche al -troppo, anche da chi scrive?- bistrattato "Les chansons en Francais", praticamente inedito in Italia. Ma tutto deve, sempre, essere funzionale ad una storia, che qui latita. All'inizio i due personaggi appaiono una coppia -relativamente- giovane, trasgressiva ma non troppo. La Donzelli è come loro, (neanche tanto) paradossalmente: non apporta veri elementi di novità, li imprigiona in una sceneggiatura piatta e prevedibile, con genitori "paludati". In seguito, le cose non cambiano: manca la profondità nell'analizzare il parto, come anche - e soprattutto- la consapevolezza di avere generato un figlio "diverso " dagli altri, a parte quel momento - anche un poco didascalico - in cui la madre gli parla prima dell'operazione. E' sgradevole scriverlo, anche conoscendo quanto il film rifletta il vissuto dei protagonisti, ma in questo caso -troppo spesso- la musica ed i video mi sono apparsi un modo per coprire una sostanza che manca. Non ha molto senso parlare di "filosofia da cercare". In una "filosofia" sono impliciti dei valori, che non possono "limitarsi" ad una pur apprezzabile mancanza di autocommiserazione. Verrebbe da pensare che oggi, dove si mescolano le classi -o ceti che dir si voglia-, le credenze -quelle rimaste -ed i ruoli, la famiglia della "guerra è dichiarata", fatta di trentenni genericamente progressisti(?) e di anziani a metà tra la commedia francese e quella statunitense, abbia sostituito i nuclei di rohmeriana -per fare un esempio- memoria. Se è cosi, sotto questo aspetto, non c'è da stare allegri.
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