vince mas
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mercoledì 6 aprile 2011
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un film di senso non comune
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Dopo essersi sottoposto alle cure contro il cancro e dopo averne subito l'inumana e inefficace ferocia, Tiziano decide di rinunciare alle terapie e di compiere un viaggio interiore alla scoperta della sua vera essenza. Un cammino per imparare a fare quello che miliardi di esseri hanno fatto prima di lui: morire. L'isolamento serve a fare silenzio, ad ascoltare la voce della natura, ma soprattutto la voce del cosmo, che parla anche e soprattutto da dentro. Prima sull'Himalaya, poi ad Orsigna.
Lontano da suggestioni new age, Tiziano diventa Atman, senza nome. L'io si è abbeverato a piene mani alla sorgente della vita, con la voglia matta di riscattare un'infanzia all'insegna della povertà.
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Dopo essersi sottoposto alle cure contro il cancro e dopo averne subito l'inumana e inefficace ferocia, Tiziano decide di rinunciare alle terapie e di compiere un viaggio interiore alla scoperta della sua vera essenza. Un cammino per imparare a fare quello che miliardi di esseri hanno fatto prima di lui: morire. L'isolamento serve a fare silenzio, ad ascoltare la voce della natura, ma soprattutto la voce del cosmo, che parla anche e soprattutto da dentro. Prima sull'Himalaya, poi ad Orsigna.
Lontano da suggestioni new age, Tiziano diventa Atman, senza nome. L'io si è abbeverato a piene mani alla sorgente della vita, con la voglia matta di riscattare un'infanzia all'insegna della povertà. Quando, satollo di vita, si è ammalato, Tiziano si è preparato a morire dopo un percorso umano ricco di senso e di esperienza. Dopo aver cercato l'assoluto anche attraverso la lente deformante e deforme dell'ideologia maoista, un modo per ampliare comunque i confini dell'io in chiave sociale e politica, Tiziano si ritira dal "mondo" per farsi Uni-verso.
Un grande Bruno Ganz, anche se doppiato malissimo, ha reso al meglio la verve di Terzani, per indole lontano anni luce dalle placide meditazioni buddiste. Un toscanaccio che, attraverso l'alchimia meditativa, immaginativa e filosofica, trasforma in oro il metallo, comunque prezioso, della propria natura, incline alle passioni e alla corsa sfrenata dentro la vita più che alla contemplazione. Propellente ancora più efficace per stemperare la fiamma dell'ego e cogliersi tutt'uno.
Meno incisivo rispetto ad altre superbe interpretazioni, Elio Germano, che forse si è calato con troppo zelo nelle inquietudini di Folco, senza dare valore aggiunto ad un personaggio che avrebbe potuto avere una sua peculiare efficacia nell'ambito della trasposizione cinematografica. Nel litigio con il figlio c'è tutta la voglia del padre di pungolarlo e spronarlo, non fosse altro per verificare che ormai può camminare da solo nel mondo. Ecco il grande insegnamento di Terzani: nessuna filosofia di vita può essere giusta se ti allontana dal mondo. "La felicità è nulla se non è condivisa", avrebbe detto Sean Penn, mutuando Tolstoj, nel suo "Into the wild". Prima bisogna partecipare.
Allo spettatore il film richiede attenzione, ascolto e contemplazione, non ci sono flashback per rappresentare i tanti ricordi evocati da Terzani. Non c'è spettacolo nella narrazione, ma spazio per l'intuizione e per lasciare spazio ad ognuno di dare un significato che vada oltre i limiti delle parole. I tempi e i luoghi di Orsigna scandiscono il ritmo di un film meditativo, che scava dentro e, goccia a goccia, stilla il suo senso non comune. Un senso che non ha nome.
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lorintenzo
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mercoledì 13 aprile 2011
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un dialogo di 500 pagine e una produzione da 500e
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Non si puo fare un film a basso costo su un liibro come quello di Folco/Tiziano Terzani.!! Per chi ha letto il libro,i dialoghi fra padre e figlio che devono per forza seguire tempi cinematografici vengono sminuiti. il senso di una serie di aneddoti fondamentali per capire il personaggio Tiziano Terzani viene tralasciato. Dal libro traspare un ego piuttosto forte del giornalista. Anche per questo motivo il libro magari potrebbe essere criticato. Del film invece questo è l'unico elogio possibile. Bruno Ganz (che è piu forte di me,ma quando si confessa mi ricorda troppo Hitler nella Caduta!) mostra bene il carisma di un uomo che accentra su di se l'attenzione di tutta una famglia e di chiunque lo conosca.
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Non si puo fare un film a basso costo su un liibro come quello di Folco/Tiziano Terzani.!! Per chi ha letto il libro,i dialoghi fra padre e figlio che devono per forza seguire tempi cinematografici vengono sminuiti. il senso di una serie di aneddoti fondamentali per capire il personaggio Tiziano Terzani viene tralasciato. Dal libro traspare un ego piuttosto forte del giornalista. Anche per questo motivo il libro magari potrebbe essere criticato. Del film invece questo è l'unico elogio possibile. Bruno Ganz (che è piu forte di me,ma quando si confessa mi ricorda troppo Hitler nella Caduta!) mostra bene il carisma di un uomo che accentra su di se l'attenzione di tutta una famglia e di chiunque lo conosca.Bravo Elio Germano sempre al limite della nevrosi emotiva in quasi tutti i suoi film,ma comunque molto credibile e intenso. Peccato però. Serviva un film sullo stile del Curioso Caso di Benjamin Button,con una voce fuori campo che spiegasse il senso di certe esperienze e nel mezzo,solo per mantenersi fedele al libro il dialogo fra i due. COsi come è stato fatto invece,risulta noioso per i lettori e assolutamente superficiale e difficilmente apprezzabile per chi non ha letto mai niente di uno dei piu grandi giornalisti/scrittori del nostro tempo : Tiziano Terzani.
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ruggero
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lunedì 4 aprile 2011
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una occasione perduta
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Gli ultimi giorni di vita del giornalista Terzani ritiratosi a morire sulle montagne di Pistoia, piccolo Tibet racccolto dopo le sue tante frequentazioni d'Oriente. Terzani affronta serenamente la morte e si piega solo al dolore che il corpo gli rimanda senza però che la mente ceda alla tentazione dell'autocommiserazione.
Il dialogo tra un padre spesso assente durante la sua vita avventurosa e il figlio che ne raccoglie i ricordi.
Una situazione con tante potenzialità espressive non sviluppate però in questo film. La scelta di attori tedeschi mal doppiati ( al limite del caricaturale) sembra assai discutibile e la regia non riesce mai a rendere la narrazione compiutamente coinvolgente.
Si intravede quello che sarebbe potuto essere e che questo film non è; si intravede la spiritualità di un grande uomo, probabilmente anche scomodo per chi gli ha vissuto a fianco o lo ha aspettato per una vita.
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Gli ultimi giorni di vita del giornalista Terzani ritiratosi a morire sulle montagne di Pistoia, piccolo Tibet racccolto dopo le sue tante frequentazioni d'Oriente. Terzani affronta serenamente la morte e si piega solo al dolore che il corpo gli rimanda senza però che la mente ceda alla tentazione dell'autocommiserazione.
Il dialogo tra un padre spesso assente durante la sua vita avventurosa e il figlio che ne raccoglie i ricordi.
Una situazione con tante potenzialità espressive non sviluppate però in questo film. La scelta di attori tedeschi mal doppiati ( al limite del caricaturale) sembra assai discutibile e la regia non riesce mai a rendere la narrazione compiutamente coinvolgente.
Si intravede quello che sarebbe potuto essere e che questo film non è; si intravede la spiritualità di un grande uomo, probabilmente anche scomodo per chi gli ha vissuto a fianco o lo ha aspettato per una vita. Si intravede la sua spiritualità.
Ma alla fine, nonostante qualche bella ripresa delle montagne, il film resta solo un dignitoso tentativo di un testamento spirituale.
Un tentativo mal riuscito. Si poteva proprio far meglio.
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simonk92
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martedì 5 aprile 2011
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riflessione sulla vita
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Il film di Jo Baier racconta gli ultimi momenti della vita di Tiziano Terzani, giornalista e scrittore italiano.
In questo contesto che il protagonista decide di chiamare il figlio Folco per trascorrere gli ultimi istanti della vita insieme a lui e insieme alla moglie Angela.
Il film è formato da un insieme di dialoghi ,di racconti e di esperienze passate che il protagonista racconta al figlio per rivivere la storia della propria vita e per sentirsi più leggero, in pace.
Le vicende del film si svolgono nei bellissimi paesaggi della Toscana e, grazie ad una grande interpretazione di Bruno Ganz, il film risulta interessante e commuovente.
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abruzzowolf
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sabato 9 aprile 2011
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la vera rivoluzione è quella interiore.
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E' un film per chi ama meditare. Per chi sa che la vera rivoluzione è quella interiore. E' la storia vera, tratta dal libro omonimo. L'incontro fra Tersani ormai malato terminale che vive in una baita sui monti della Toscana, in prov, di Pisotia, con la moglie Angela che lo assite, che chiede con un telegramma a suo figlio, che lavora in America, di tornare per poterci parlare e scrivere l'ultimo libro. Tersani è stato un giornalista coraggioso che ha lavorato in Oriente, Cina, guerra del Vietnam ecc. per varie testate importanti italiane e tedesche. E' vissuto anche in Tibet. Nel film c'è una religiosità, una trascendenza ma non certamente quella bigotta. Il film ripercorre dalle parole di Tersani con un volo Pindarico l'essenza del pensiero giovanile degli anni anni '60, il '68 ecc.
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E' un film per chi ama meditare. Per chi sa che la vera rivoluzione è quella interiore. E' la storia vera, tratta dal libro omonimo. L'incontro fra Tersani ormai malato terminale che vive in una baita sui monti della Toscana, in prov, di Pisotia, con la moglie Angela che lo assite, che chiede con un telegramma a suo figlio, che lavora in America, di tornare per poterci parlare e scrivere l'ultimo libro. Tersani è stato un giornalista coraggioso che ha lavorato in Oriente, Cina, guerra del Vietnam ecc. per varie testate importanti italiane e tedesche. E' vissuto anche in Tibet. Nel film c'è una religiosità, una trascendenza ma non certamente quella bigotta. Il film ripercorre dalle parole di Tersani con un volo Pindarico l'essenza del pensiero giovanile degli anni anni '60, il '68 ecc..delle illusioni, dellea "Fantasia al Potere", fino alla saggezza di chi serenamente sa affrontare l'ultimo viaggio attraverso le sue ceneri affidate dalla cima della montagna al vento all' aria, come inizio per un nuovo volo.
Giovanni, Abruzzowolf.
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algernon
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sabato 2 aprile 2011
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fusione cosmica
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film interessante, confessioni in forma di intervista di Tiziano Terzani al figlio Folco, nella casa rifugio nell'Appennino pistoiese. si vede un uomo, prossimo alla morte e felice di aver vissuto, raccontare con grande fervore le sue grandi esperienze di giornalista e scrittore in giro per il mondo, nel Vietnam dei Vietcong, nella cina della rivoluzione culturale, da eremita nell'Himalaya. il racconto di un uomo in perenne ricerca di una immersione totale nel mondo delle sue esperienze di viaggio, non solo contemplare le meraviglie naturali, umane, sociali, del tutto, ma esserne parte, fondersi, perdersi, in un'esaltazione cosmica di sé stesso. come si suggerisce in una delle scene finali, sulla cima di una montagna.
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film interessante, confessioni in forma di intervista di Tiziano Terzani al figlio Folco, nella casa rifugio nell'Appennino pistoiese. si vede un uomo, prossimo alla morte e felice di aver vissuto, raccontare con grande fervore le sue grandi esperienze di giornalista e scrittore in giro per il mondo, nel Vietnam dei Vietcong, nella cina della rivoluzione culturale, da eremita nell'Himalaya. il racconto di un uomo in perenne ricerca di una immersione totale nel mondo delle sue esperienze di viaggio, non solo contemplare le meraviglie naturali, umane, sociali, del tutto, ma esserne parte, fondersi, perdersi, in un'esaltazione cosmica di sé stesso. come si suggerisce in una delle scene finali, sulla cima di una montagna. certamente il film aggiunge ben poco a chi già conosce l'opera di Terzani, ha comunque la funzione di avvicinare lo spettatore al personaggio. bravo Bruno Ganz. bella fotografia degli incantevoli paesaggi.
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ensciac
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sabato 16 aprile 2011
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riflessivo
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Un film bello da vedere, ma splendido da ascoltare. Terzani che racconta al figlio la propria vita, tutte le idee i ricordi emozionanti di ogni piccolo/grande momento goduto al massimo della sua emozionante storia. Mentre il suo corpo lo sta per abbandonare, con la sua lucidità è capace di emozionare e commuovere.Un film assolutamente da vedere.
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piratabrixia
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mercoledì 20 aprile 2011
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ogni posto è una miniera. basta lasciarcisi andare
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buon film,bravo soprattutto il regista che sembra raccontarci il libro per piu di un'ora senza mai stancare lo spettatore,coinvolgendolo nonostante tutto il film venga girato nel giardino dell ex giornalista..mi aspettavo cmq un film che rivivesse davvero il passato di Terzani cioe che inscenasse davvero il suo passato,non limitandosi solo a raccontarlo..
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sixy89
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domenica 10 aprile 2011
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grandi contenuti ma di poco impatto
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Un film più da ascoltare che da vedere, una lunga e profonda riflessione sulla vita e sulla morte attraverso le parole di Terzani.
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