joe5ive
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domenica 13 marzo 2011
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da vedere
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La tensione non raggiunge livelli di punta elevati ma, in compenso i suoi picchi rendono il film di ottima fattura, generalmente sopra la media. Consigliatissimo se si vuole abbinare ad un film impegnato anche un pizzico di suspance e azione. Cast di buon livello, magistrale interpretazione di Hopkins.
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wideway
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martedì 15 marzo 2011
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pro cristianesimo.
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Ottima rappresentazione di un soggetto proposto parecchie volte, ma mai tanto realisticamente e "religiosamente" in questa chiave, volta a portare alla luce la componente piu' importante del rito di esorcismo: la Fede. Pienamente d'accordo con la scelta di non etichettarlo come film horror, perche' non lo e' affatto. Il regista, volutamente, sceglie di non attirare l'attenzione dello spettatore calcando la mano con effetti speciali particolari o con eccesso nei toni dei dialoghi, bensì adotta la scelta vincente di puntare tutto sulla psicologia dei personaggi.
Magistrale prova di Anthony Hopkins che supera se stesso nell'interpreazione di un personaggio capace di reggere il confronto, se non di vincerlo, con quello di Hannibal Lectar che in passato ha calamitato la nostra attenzione.
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innominato
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domenica 1 maggio 2011
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l'esorcismo catapultato ai giorni nostri
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Film altamente sconsigliato a chi per mancata grazia divina è dotato di scarsa pazienza; a chi si assopisce con facilità sul sedile del cinema; e a chi soprattutto crede che in un horror ci debba essere un minimo d'azione, di morti, di sbudellamenti e cose simili. Questo non è un horror; forse è un thriller, non lo so. Non so come definire questo film. E' più che altro un cammino spirituale (quello del giovane Michael) visto dall'esterno; il cammino spirituale di un giovane Don Abbondio, che diventa prete pur non credendo, nè in Dio, nè nel Diavolo; un caso di ateismo totale che si troverà a doversi confrontare con la (dura) realtà che invece il Demonio esiste, esiste eccome.
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Film altamente sconsigliato a chi per mancata grazia divina è dotato di scarsa pazienza; a chi si assopisce con facilità sul sedile del cinema; e a chi soprattutto crede che in un horror ci debba essere un minimo d'azione, di morti, di sbudellamenti e cose simili. Questo non è un horror; forse è un thriller, non lo so. Non so come definire questo film. E' più che altro un cammino spirituale (quello del giovane Michael) visto dall'esterno; il cammino spirituale di un giovane Don Abbondio, che diventa prete pur non credendo, nè in Dio, nè nel Diavolo; un caso di ateismo totale che si troverà a doversi confrontare con la (dura) realtà che invece il Demonio esiste, esiste eccome. Michael ne potrà osservare gli effetti di persona, pur mostrando fino all'ultimo un'ostinata e in alcuni casi quasi ridicola reticenza. Dicevo che chi è facile alla noia non dovrebbe guardare questo film: pathos assente, colpi di scena nemmeno a parlarne; sangue, morti o misteri non ce ne sono. Tutta la pellicola ri regge su una trama sottile, leggera, non impegnativa, lineare. In ogni momento sembra già di sapere cosa accadrà in quello successivo. L'interpretazione del giovane Colin O'Donoghue non è male, anche se la mancanza di esperienza si fa notare; l'unica nota positiva (oltre al fatto che parte del film è stata girata nel nostro Bel Paese) è l'interpretazione di Anthony Hopkins, ottima come sempre; unico "campanello" che ci fa ricordare che quello che stiamo guardando è un thriller, le tre stelle vanno soprattutto a lui; per il resto ristagna nell'aria una sensazione di cose già viste e riviste.
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nino pell.
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domenica 13 marzo 2011
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ancora esorcismi
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Ennesima variante del genere cinematografico dedicato all'esorcismo e alla lotta tra il bene e il male. Questa volta la tematica principale è la credenza o meno nella fede con i conseguenti dubbi ed incertezze che ne scaturiscono. Rispetto ai precedenti film dedicati a questo argomento, almeno in questo vi ho notato meno eccessi negli effetti speciali. Un film, insomma, più in sintonia col mio gusto. Bravi gli interpreti, ma abbastanza scontato il grande Anthony Hopkins nel ricoprire il ruolo del sacerdote colpito dalla presenza del maligno. Una parte in cui, magari, egli riesce ad immedesimarsi alla perfezione, ma che allo stesso tempo lascia poco spazio ad idee più interessanti. Inoltre si intravede nel corso della pellicola qualche momento in cui il regista preferisce affidarsi allo stile fantasy.
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Ennesima variante del genere cinematografico dedicato all'esorcismo e alla lotta tra il bene e il male. Questa volta la tematica principale è la credenza o meno nella fede con i conseguenti dubbi ed incertezze che ne scaturiscono. Rispetto ai precedenti film dedicati a questo argomento, almeno in questo vi ho notato meno eccessi negli effetti speciali. Un film, insomma, più in sintonia col mio gusto. Bravi gli interpreti, ma abbastanza scontato il grande Anthony Hopkins nel ricoprire il ruolo del sacerdote colpito dalla presenza del maligno. Una parte in cui, magari, egli riesce ad immedesimarsi alla perfezione, ma che allo stesso tempo lascia poco spazio ad idee più interessanti. Inoltre si intravede nel corso della pellicola qualche momento in cui il regista preferisce affidarsi allo stile fantasy. Insomma un ulteriore film che anche se non mi sento di definirlo superfluo, ma che comunque sembrerebbe lasciare il tempo che trova.
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[+] recensione positivissima..per "the rite" "il rito"
(di daniele48)
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syberiakw
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martedì 21 giugno 2011
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soggetto non originale ma sopra la media
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Il tema non è fra i più originali: storie di esorcismi con annessi dubbi esistenziali e di fede, ma Hafstrom punta tutto su un ottimo cast, giocando con i meccanismi classici dell'horror ma evitando la trappola (o quasi: se si esclude il finale, ma senza troppi eccessi) degli effetti speciali fini a se stessi prefenendo far crescere la tensione sfruttando i drammi psicologici dei personaggi, un esempio su tutti: magistrale e efficacissima la scena dello schiaffo di Hopkins alla bambina.
Qualche forzatura qua e là nella sceneggiatura, ma nel complesso una storia solida e credibile (se si crede nel diavolo, possessioni demoniache, etc. o si accetta la sospensione della relatà che il genere richiede) non priva di qualche colpo di scena anche se non del tutto inatteso .
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Il tema non è fra i più originali: storie di esorcismi con annessi dubbi esistenziali e di fede, ma Hafstrom punta tutto su un ottimo cast, giocando con i meccanismi classici dell'horror ma evitando la trappola (o quasi: se si esclude il finale, ma senza troppi eccessi) degli effetti speciali fini a se stessi prefenendo far crescere la tensione sfruttando i drammi psicologici dei personaggi, un esempio su tutti: magistrale e efficacissima la scena dello schiaffo di Hopkins alla bambina.
Qualche forzatura qua e là nella sceneggiatura, ma nel complesso una storia solida e credibile (se si crede nel diavolo, possessioni demoniache, etc. o si accetta la sospensione della relatà che il genere richiede) non priva di qualche colpo di scena anche se non del tutto inatteso ...
Fra i vari film sugli esorcismi, forse quello più rispettoso della dottrina della Chiesa e che sceglie un taglio originale e interessante su questo antico rito, anche se per certi versi (in tuttaltro contesto e con una totale inversione dei ruoli e un finale meno tragico) ricorda un film di Joannon del 1953 "Lo spretato": il genere è completamente differente, la storia e il soggetto diversi, ma in entrambi i film "la fede" è la sottotraccia che muove i personaggi e da il senso ultimo alla pellicola.
In parte già visto, scontati alcuni passaggi, ma ottimo il cast, buona la fotografia e intelligente la messa in scena e il punto di vista scelti dal regista.
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gallo1
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mercoledì 16 marzo 2011
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pretese di realtà frustrate dal finale
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Durante la prima mezz'ora di proiezione ero decisamente affascinato. La vicenda è presentata con un tocco di originalità, ben strutturata e soprattutto verosimile. Non sono un esperto di demonologia, ma qualcosa ho letto: e devo dire che nella prima parte del film non ci sono imprecisioni; le regole per effettuare un esorcismo sono puntuali, dette con semplicità e affatto cariche di quel pathos che spesso riduce i prodotti sull'argomento a suspance e terrore fini a loro stessi. Anche l'introduzione di Padre Lucas (Hopkins) è altrettanto ben fatta, come del resto le prime scene in cui i due protagonisti (Lucas e Kovak) sono alle prese con indemoniati.
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Durante la prima mezz'ora di proiezione ero decisamente affascinato. La vicenda è presentata con un tocco di originalità, ben strutturata e soprattutto verosimile. Non sono un esperto di demonologia, ma qualcosa ho letto: e devo dire che nella prima parte del film non ci sono imprecisioni; le regole per effettuare un esorcismo sono puntuali, dette con semplicità e affatto cariche di quel pathos che spesso riduce i prodotti sull'argomento a suspance e terrore fini a loro stessi. Anche l'introduzione di Padre Lucas (Hopkins) è altrettanto ben fatta, come del resto le prime scene in cui i due protagonisti (Lucas e Kovak) sono alle prese con indemoniati. Scollinata l'ora (approssimativamente col ricovero di Rosaria) si cambia completamente registro e incominciano i difetti. Notevoli. Tutto ciò che era stato costruito misuratamente è travolto dall'esagerazione degli esorcismi, tutte le regole da seguire stravolte nell'esecuzione dei riti (chiunque guarda negli occhi il posseduto, la giornalista assiste senza alcuna preparazione all'esorcismo di Baal senza colpo ferire, lo stesso Baal viene esorcizzato da un novellino in pochi attimi solo perchè questi è stato folgorato sulla via di Damasco...); pare che nel momento in cui dal creare la suspance si dovesse passare ala realizzazione dell'orrore gli sceneggiatori si siano fatti un po' prendere la mano.
Il voto realistico, comunque, per me, è un 2 e mezzo: la scelta degli attori e la recitazione sono di alto livello (ottimi Gastini e, come sempre, Hopkins), le locations adeguate, - soprattutto la casa di padre Lucas ("infestata" da gatti e rospi, animali legati a Baal), alcuni dettagli interessanti (l'insistenza sulle dita smaltate, il braccialetto che ricorre).
Peccato, viste le premesse, poteva essere un ottimo contributo a quest'affascinante filone cinematografico in un periodo in cui vette elevate sembrano distanti da tempo...
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barbara simoncini
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mercoledì 16 marzo 2011
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sempre il solito?
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Film apparentemente ascrivibile al solito filone horror-demoniaco se lo si guarda con le solite aspettative da genere splatter e senza riflettere su alcune tematiche molto vive e discusse in seno alla Chiesa cattolica: la fede dei sacerdoti e la pratica degli esorcismi. Pur essendo un film destinato comunque al grande pubblico non sfugge certo a chi di teologia se ne intende un pò l'annoso problema sulla personalità cioè sull'essere creatura del Male e sulla visone di questo visto in chiave più filosofica ed ermenutica tipica delle nuove correnti di pensiero esistenti in seno al clero cattolico (che, di fatto, negano l'esistenza di Satana). Dunque si asiste alla diatriba tra due prospettive che vedono il Male ( e dunque DIo stesso)come elementi reali nella vita quotidiana e, di nuovo, il Male (e dunque DIo) come concetti astratti creati dalla psiche umana.
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Film apparentemente ascrivibile al solito filone horror-demoniaco se lo si guarda con le solite aspettative da genere splatter e senza riflettere su alcune tematiche molto vive e discusse in seno alla Chiesa cattolica: la fede dei sacerdoti e la pratica degli esorcismi. Pur essendo un film destinato comunque al grande pubblico non sfugge certo a chi di teologia se ne intende un pò l'annoso problema sulla personalità cioè sull'essere creatura del Male e sulla visone di questo visto in chiave più filosofica ed ermenutica tipica delle nuove correnti di pensiero esistenti in seno al clero cattolico (che, di fatto, negano l'esistenza di Satana). Dunque si asiste alla diatriba tra due prospettive che vedono il Male ( e dunque DIo stesso)come elementi reali nella vita quotidiana e, di nuovo, il Male (e dunque DIo) come concetti astratti creati dalla psiche umana. l'abilità del regista sta nel rendere queste due prospettive in modo chiaro nonostante lo spazio e il contesto e non lasciarsi lusingare da effettacci inverosimili. Per chi crede, anche poco,è un film ben fatto dove spiccano attori dalla bravura ormai acclamata dalla critica come Hopkins ma anche la giovane posseduta che ha reso magistralmente uno degli aspetti più inquietanti della questione. Le parti poco chiare, inoltre, non sono tali per incuria del regista ma proprio per rendere l'ambiguità profonda del rapporto che, alla resa dei conti, ha ogni individuo moderno nei confronti della fede e di Dio e, dunque, del male.
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paride86
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venerdì 1 aprile 2011
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qualche brivido e niente di più
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Prevedibile e scontato, "Il Rito" è un film dell'orrore a tesi che insiste soprattutto sul conflitto spirituale del protagonista, un giovane uomo approdato al sacerdozio senza una vera fede.
L'unico motivo per vedere il film è Anthony Hopkins, sempre in gran forma; inutile e degradante invece, a mio avviso, la parte che è stata affidata a Maria Grazia Cucinotta, tant'è che neanche la fanno parlare.
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giacomogabrielli
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domenica 20 marzo 2011
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autentico ****
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Autentico thriller a tinte horror come non se ne vedevano da un pezzo. Premetto che prediligo i film a sfondo demoniaco, ma qui siamo di fronte ad un vero e proprio lavoro ben fatto, ben scritto, ben diretto, recitato in maniera impeccabile e che dimostra per l'ennesima volta che anche in Italia i film li sanno fare bene... gli americani. Ebbene sì; fa effettivamente molto piacere notare l'uso praticamente per tutto il film, di location nostrane, dalle chiese, alle piazze, agli studi dove sono stati ricostruiti parte degli interni. Poi costumisti, co-produttori, co-protagonisti: tutti italiani. Il "problema" è che come al solito sono dovuti arrivare da oltreoceano per smuovere un po' le acque ed usare le nostre bellissime opere d'arte, paesaggi, tradizioni e così via.
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Autentico thriller a tinte horror come non se ne vedevano da un pezzo. Premetto che prediligo i film a sfondo demoniaco, ma qui siamo di fronte ad un vero e proprio lavoro ben fatto, ben scritto, ben diretto, recitato in maniera impeccabile e che dimostra per l'ennesima volta che anche in Italia i film li sanno fare bene... gli americani. Ebbene sì; fa effettivamente molto piacere notare l'uso praticamente per tutto il film, di location nostrane, dalle chiese, alle piazze, agli studi dove sono stati ricostruiti parte degli interni. Poi costumisti, co-produttori, co-protagonisti: tutti italiani. Il "problema" è che come al solito sono dovuti arrivare da oltreoceano per smuovere un po' le acque ed usare le nostre bellissime opere d'arte, paesaggi, tradizioni e così via... Anthony Hopkins è qui in un ruolo inedito e azzeccato. Bravissimo e credibile come sempre, ironico e potente per un'interpretazione unica. C'è da dar merito anche al vero protagonista del film, Colin O'Donoghue, qui nel ruolo di un giovane sacerdote in crisi di fede, che inizierà ad averne solo quando sarà faccia a faccia col Diavolo. Da questo è interessante far notare come la storia in realtà non sia semplicemente concentrata sull'esorcismo e sui suoi effetti, ma bensì sulla vicenda di un giovane spinto dal padre, qui interpretato da Rutger Hauer, a diventare prete, che per farsi le ossa intraprenderà un'avventura che lo porterà più lontano di quanto avesse mai potuto immaginare. Ottimi gli interpreti italiani, che vanno da qualche comparsata di Maria Grazia Cucinotta, ad una notevole Marta Gastini, qui nei panni della posseduta. Come detto prima la regia è classica ma efficace, firmata dal regista di "1408" e "DERAILED". La fotografia veste benissimo le atmosfere, così anche scenografie, costumi e trucco. Anche se è sfuggito a qualche cinema di troppo -ma comunque ha incassato bene- è un film sopra la media assolutamente da vedere, poco più pieno e veloce nel primo tempo, ma che si gode benissimo fino in fondo. AUTENTICO ****
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fluturnenia
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lunedì 9 luglio 2012
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esorcismo come retorica di un melodramma pomposo
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La trama sebbene differente poggia le sue basi sulle stesse de ''L'ultimo esorcismo'': un prelato scettico ritrova o addirittura trova la fede di fronte all'inequivocabile autoaffermazione del maligno. Qui però il bene vince e forse non è un bene. Il Rito è una buona prova registica, supportata da narrativa, scenografia e tutte le altre componenti decisamente ineccepibili, ma anche pomposamente melodrammatico. Si autopontifica immerso tra incessanti sinfonie assordanti, che dovrebbero creare o quanto meno tenere viva la tensione ma che al contrario risultano soltanto prematuri campanelli d'allarme, e allegorie stucchevoli che sviano gli occhi dello spettatore e depauperano la concretezza di una storia dove difficilmente istrionismo e schiettezza possono coesistere.
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La trama sebbene differente poggia le sue basi sulle stesse de ''L'ultimo esorcismo'': un prelato scettico ritrova o addirittura trova la fede di fronte all'inequivocabile autoaffermazione del maligno. Qui però il bene vince e forse non è un bene. Il Rito è una buona prova registica, supportata da narrativa, scenografia e tutte le altre componenti decisamente ineccepibili, ma anche pomposamente melodrammatico. Si autopontifica immerso tra incessanti sinfonie assordanti, che dovrebbero creare o quanto meno tenere viva la tensione ma che al contrario risultano soltanto prematuri campanelli d'allarme, e allegorie stucchevoli che sviano gli occhi dello spettatore e depauperano la concretezza di una storia dove difficilmente istrionismo e schiettezza possono coesistere. Nota dolente i doppiaggi: tolti i 2 preti tutto il resto è da pomeriggio insieme. Esautorare la prova di Hopkins sarebbe mera prevenuta ipercriticità.
Due stelle sono poche tre troppe ma preferisco arrotondare per eccesso in virtù di un prodotto che non è di serie b.
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