Il ragazzo con la bicicletta |
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Un film di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne.
Con Fabrizio Rongione, Olivier Gourmet, Jérémie Renier, Egon Di Mateo, Thomas Doret.
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Titolo originale Le Gamin Au Vélo.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 87 min.
- Belgio, Francia, Italia 2011.
- Lucky Red
uscita mercoledì 18 maggio 2011.
MYMONETRO
Il ragazzo con la bicicletta
valutazione media:
3,39
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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I Dardenne.....di HowlingfantodFeedback: 7986 | altri commenti e recensioni di Howlingfantod |
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domenica 4 dicembre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Fiaba moderna e triste senza necessariamente il lieto fine, quanto al massimo uno spiraglio alla speranza come in altri film dei Dardenne (l’Enfant, Il matrimonio di Lorna). Una grande attenzione come al solito alla sceneggiatura, precisa e rigorosa, prima a seguire il filo quasi di un poliziesco con il bambino (Cyril) che quasi come un detective si mette sulle tracce del padre che è fuggito, che non lo vuole e lo ha abbandonato in un istituto. Il tema forte e portante dell’ abbandono è l’impalcatura del film e tale è la sua portata, come del resto in tutti i loro film che affrontano senza tanti fronzoli scabre situazioni ed esistenze ai margini di persone ferite e dimenticate o dalla società o dagli stessi affetti familiari, che gli attori vengono quasi devitalizzati, i dialoghi e l’espressività sono essenziali e scarnificati al massimo, senza lasciare il minimo spazio al melodramma, ad un giudizio morale dello spettatore stesso su quello che sta vedendo, ma solo alla pura, neutra, asettica rappresentazione, vero marchio di fabbrica dei due fratelli registi. La storia di Cyril vira così nella ricerca dell’ archetipo femminile e materno che cerca e sembra trovare in Samantha, la parrucchiera che si offre di ospitarlo per il fine settimana (il mistero rimane e deve rimanere su che fine abbia fatto la sua vera madre). Le fughe, le crisi, la continua corsa di Cyril alla ricerca di un affetto che plachi la sua rabbia, lo si vede sempre di corsa o sull’ iconica bicicletta, oppure a piedi o a correre, per strade, fuggire da finestre. Una fiaba essenziale dei giorni nostri che assomiglia per alcuni versi a quella di Pinocchio con tanto di incontro con una sorta di Lucignolo, nella figura del capo della gang che assume un certo significato di surrogato ala paternità e costituirà lo snodo della seconda parte del film fino al finale agrodolce e comunque di speranza.
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