Hugo Cabret |
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Un film di Martin Scorsese.
Con Ben Kingsley, Sacha Baron Cohen, Asa Butterfield, Chloë Grace Moretz, Ray Winstone.
continua»
Avventura,
Ratings: Kids,
durata 125 min.
- USA 2011.
- 01 Distribution
uscita venerdì 3 febbraio 2012.
MYMONETRO
Hugo Cabret
valutazione media:
3,97
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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omaggio al cinema delle originidi pepito1948Feedback: 125 | altri commenti e recensioni di pepito1948 |
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lunedì 20 febbraio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Se i Lumiere inventarono il cinematografo, fu Melies ad inventare il cinema. Forte della sua esperienza di prestigiatore e mago, costruì una rudimentale macchina da presa e inventò il primo studio, girandovi piccole fiction, ideando e mostrando sconosciuti effetti speciali, realizzando i primi esperimenti di colorazione. Insomma, dopo le pioneristiche riprese documentaristiche della realtà, Melies intuì i futuri sviluppi di un'invenzione rivoluzionaria creando storie, fondali, trucchi scenici; e se il successo improvvisamente venne meno, fu perchè in quel campo non esistevano ancora i diritti d'autore che compensassero e remunerassero i crescenti costi di produzione. Dimenticato per decenni, fu riscoperto e glorificato, prima di cadere nell’oblio generale. A più di un secolo dalle origini, Scorsese rende omaggio al primo regista, sceneggiatore, montatore della storia del cinema, e lo fa utilizzando un racconto del 2007 fatto di parole e disegni che, attraverso le avventure di un adolescente rimasto senza famiglia, rievoca la figura e le tappe fondamentali della vita del primo cineasta. Naturalmente si tratta di un pretesto per lanciare in forma filmica il suo messaggio di amore e gratitudine verso uno dei padri ispiratori di tutti i cineasti che si sono successivamente cimentati nel mondo della celluloide, migliorandolo, perfezionandolo, ampliandone tecnologie e forme espressive. Del resto è noto che il regista americano in più occasioni ha riconosciuto le sue fonti d'ispirazione nel cinema del passato -come il nostro neorealismo post-bellico, per esempio- e lo fa con citazioni indirette (Oliver Twist di Dickens, autore da sempre molto amato e "saccheggiato" da produttori e registi) e dirette, come la riproposizione del filmato dei Lumiere sul Treno che entra in stazione del 1895 o la ricostruzione di alcuni spezzoni della copiosa produzione di Melies, come il Viaggio sulla Luna, suo massimo successo (in qualche modo ispirato a Verne). Un film sul cinema e per il cinema, a poca distanza dall'uscita di The Artist, inno al cinema muto ed alle sue evoluzioni. La stessa breve immagine di Scorsese in persona dietro una rudimentale mdp di legno richiama la modalità di Hitchcock di firmare i suoi film, facendosi così visibile portatore del messaggio di riconoscenza verso i grandi Autori di cui il film è pervaso dalla prima all'ultima scena. Questa volta Scorsese abbandona gli ambienti violenti della criminalità americana, i contesti cupi, sanguinolenti e senza speranza, la corruzione e le altre tare indelebili dell'uomo, la megalomania e la follia dilaganti (come in The Aviator) e si avvale di atmosfere favolistiche ed oniriche, dove dominano orologi, ingranaggi, ruote dentate; meccanismi in cui ogni elemento, ogni componente ha una funzione specifica ed è indispensabile per ottenere l'effetto finale; come in ogni società umana, dove ciascuno per il fatto di farne parte è attributario di un ruolo ben preciso anche se ne è ignaro, quasi per inesorabile predestinazione. Ma Scorsese, nonostante la favola si concluda felicemente, non rinuncia ad un sussulto del suo proverbiale pessimismo, quando fa dire a Melies: il lieto fine esiste solo nei film. Altra grande prova del Maestro americano, perfetto in ogni inquadratura, attento al più piccolo dettaglio, ineguagliabile nelle ricostruzioni d'ambiente, coadiuvato dalla fantasia e dalla creatività tecnica del fedele e straordinario Dante Ferretti. Giù il cappello.
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