elgatoloco
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lunedì 10 gennaio 2022
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il film pià intimo ma anche "spettacolare"di scors
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"Hugo Cabret"(Martin Scorsese, sceneggiatura di John Logan, tratto da un romanzo di Brian Selznick, 2011)attraverso la storia dell'orfano, dapprima di madre poi anche di padre Hugo Cabret, che vive nelle"retovie" di una delle stazioni ferroviarie di Parigi, che vive sia riparando varie"macchine"(tra cui un interessantissimo automa)sia , talora, rubacchiando , e della sua amica Isabelle, la storia di Georges Méliès, uno dei primi registi, interpreti, autori di cinema muto dopo i fratelli Lumière. Attraverso il cinema e un percorso"attorno"alll'automa, i due ragazzi fanno riscoprire, in parte volontariamente in parte involontariamente, la realtà di Mèliès, che è il padre adottivo della ragazzina Isabelle.
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"Hugo Cabret"(Martin Scorsese, sceneggiatura di John Logan, tratto da un romanzo di Brian Selznick, 2011)attraverso la storia dell'orfano, dapprima di madre poi anche di padre Hugo Cabret, che vive nelle"retovie" di una delle stazioni ferroviarie di Parigi, che vive sia riparando varie"macchine"(tra cui un interessantissimo automa)sia , talora, rubacchiando , e della sua amica Isabelle, la storia di Georges Méliès, uno dei primi registi, interpreti, autori di cinema muto dopo i fratelli Lumière. Attraverso il cinema e un percorso"attorno"alll'automa, i due ragazzi fanno riscoprire, in parte volontariamente in parte involontariamente, la realtà di Mèliès, che è il padre adottivo della ragazzina Isabelle. Film intimo, quasi intimistco, atttaverso la storia di due"ragazzi difficili", ma anche"spettacolare"nella vera accezione del lemma, Scorsese, partendo da un romanzo di uno dei cultori di cinema e di letteratura per infanzia(è illustratore di grande spessore)Senznick, dove basta la prima sequenza, quella dall'altro su Parigi e poi su una sua stazione(chi ha esperienza della citttà sa come essa possegga varie stazioni ferorviarie)che poi si sforrerma dapprima sulla stazone in una"totale"poi su suoi aspwtti particolari, dove il prtoagonista Hugo Cabret è coinvolto"fatalmente", per seguire poi tutta la vicenda, dove la storia del ragazzo, anzi dei due ragazzi è caratterizzato da due temrini fondamentali: la sorpresa e la scoperta come avventura. Proprio qui allora è da vedere come la"spettacolatità"sia quella di un'espereizna fantasmatica, appunto di continuo"stupore", quello appunto della scoperta, sia quella den"fanttasma fi,mico", dove il cinema di Mèliès è appunto questo: la scoperta continua di elmenti fantastici, al limite hooror(e non solo, horor.fantasy etc.), ma le citazioni contenute nel film sono un vero omaggio alla storia del cinema in toto,, dai Lumière(la famosa sequenza del treno che sembra "entrare in sala uccidendo gli spettatori"a Clair a Chaplin a Harold Lloyd a Pabst, dove si vede che Scorsese, che è sempre stato regista e autore di cinema ma anche studioso e"storico"del cinema ripercorra in qualche modo la sua stessa vita e opera atttaverso le vite e le opere(sopatutto le opere)degli autori di film che lo hanno formato o contribuito a formare. Come interpreti, oltre al grande Ben Kingsley come Georges Méliès, Asa Butterfield come protagonista e Chloé Grace Moretz come Isabelle. El Gato
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rudy_50
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domenica 2 maggio 2021
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favoloso
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giovedì 26 dicembre 2019
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delusione.
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Per individuare un film da vedere seguo soltanto vostre indicazioni. Questa sera di Natale 2019 ho fatto così. Io e mia moglie siamo rimasti incantati da Hugo Cabret. Come faccio sempre l'approfondimento di MyMovies lo faccio dopo la visione, dopo aver scelto prima il film da vedere. Mi avete deluso profondamente, ma ribadisco il mio modo di pensare secondo il quale ognuno ragiona col proprio cervello e le emozioni che esso suscita. Con rispetto, Vostro Mauro Ponti
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ennio
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mercoledì 27 dicembre 2017
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favoletta natalizia per un kolossal d'altri tempi
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Classico film che piace ai bambini e anche ai grandi, adatto a una programmazione durante le festività natalizie. Mi ha ricordato un pò "la fabbrica di cioccolato" per le ambientazioni semi-favolistiche e oniriche.
Impressionante il budget, la sola scena del treno che entra in stazione e tracolla dal piano superiore deve avere fatto venire i sudori freddi ai produttori/finanziatori.
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emilio58
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mercoledì 27 dicembre 2017
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un film poetico per gli appassionati della settima
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Ho appena visto questo film in TV , e l'ho trovato bellissimo . Lasciando perdere la recensione spocchiosa ed elitaria della tale Marianna Cappi , che crede che un film adatto ai cinefili non possa essere anche gustato dal grande pubblico (enorme sciocchezza !) , io invece ritengo che Scorsese abbia anche in questo caso dato prova della sua maestria e del suo talento , dirigendo un film intenso e poetico . Gli attori sono molto, molto bravi , e non solo il grandissimo Ben Kingsley nei panni di Mèlies , ma anche i due giovanissimi protagonisti . La ricostruzione della Parigi degli anni '20 è notevole , e la trama è assolutamente intrigante e ben congegnata . Insomma , per me è un film di notevole livello .
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aabbaa
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mercoledì 6 aprile 2016
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meraviglioso
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Profondo e commovente. Da vedere e rivedere.
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aabbaa
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mercoledì 6 aprile 2016
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capolavoro
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Uno dei massimi vertici nella filmografia di Scorsese.
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orione95
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venerdì 25 marzo 2016
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cinema nella sua forma più pura
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Scorsese ritrova nella letteratura il significato più intimo del cinema.
Il messaggio trasmesso dal noto regista, mediante il giovane protagonista Hugo Cabret (Asa Butterfield), è abbastanza chiaro: come ingranaggi di un gigantesco orologio, ogni persona al mondo è destinata a trovare il proprio posto per svolgere una sua personalissima quanto essenziale funzione. In sintesi: tutti abbiamo uno scopo. E quale modo migliore per confutare questa teoria di un uomo allo sbando, un uomo "rotto" che necessita con tutto se stesso di essere "aggiustato" per tornare a meravigliare il mondo con illusioni ed effetti speciali? L'uomo in questione è sua maestà George Meliés, padre del cinema (fantascientifico) e, per l'appunto, degli effetti speciali.
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Scorsese ritrova nella letteratura il significato più intimo del cinema.
Il messaggio trasmesso dal noto regista, mediante il giovane protagonista Hugo Cabret (Asa Butterfield), è abbastanza chiaro: come ingranaggi di un gigantesco orologio, ogni persona al mondo è destinata a trovare il proprio posto per svolgere una sua personalissima quanto essenziale funzione. In sintesi: tutti abbiamo uno scopo. E quale modo migliore per confutare questa teoria di un uomo allo sbando, un uomo "rotto" che necessita con tutto se stesso di essere "aggiustato" per tornare a meravigliare il mondo con illusioni ed effetti speciali? L'uomo in questione è sua maestà George Meliés, padre del cinema (fantascientifico) e, per l'appunto, degli effetti speciali.
Hugo, in fin dei conti, non è altro che un'espediente narrativo, in una storia molto più grande di lui, ma non per questo svanisce, o si fa da parte, anzi, nonostante tutte le avversità, persevera perché in fin dei conti è proprio lui la chiave (a forma di cuore) che può aggiustare un automa ormai rotto.
Davvero gravido di rimandi al cinema che fu (si ricordi, tra le tante, la scena dell'orologio gigante, o gli stessi titoli di coda del film) è innegabile, a questo punto, un profondo e diretto collegamento tra "Hugo Cabret" e i film opera del maestro francese: i numerosi personaggi in scena, pur vivendo vite proprie, all'apparenza scollegate l'una dall'altra, si ritrovano quasi sempre tutti insieme, nel medesimo palcoscenico (che non a caso tanto richiama una famosa stazione nella quale arrivò un treno che mise in fuga i presenti) dando vita a deliziosi ritagli di vita quotidiana, talvolta, perché no, conditi da quel pizzico di comicità che non guasta mai. In una simile operazione certosina di rievocazione artistica, il 3D va a concorrere con arcaici effetti speciali, creando una commistione improbabile ma efficacemente riuscita.
Insomma: "Hugo Cabret" altro non è che un omaggio cinematografico (di altissimo livello) a chi dopotutto il cinema l'ha "aggiustato" (visto e considerato che gli stessi ideatori non ne vedevano alcuna possibilità di successo), un'ode alla genesi della "settima arte" come la conosciamo oggi, un'avventura fantastica vissuta dagli occhi di un grande piccolo Demiurgo, capace di riattivare gli ingranaggi di un'intera società.
Per quanto concerne il comparto sonoro, a cura di Howard Shore, non ci si poteva aspettare nulla di meno dal compositore della colonna sonora de "Il signore degli anelli". Le musiche sono coinvolgenti e mai invadenti. Esse accompagnano efficacemente l'evolversi del godibilissimo arco narrativo. Circa le performance degli attori in scena, nulla da eccepire. Particolari meriti vanno riconosciuti però a Ben Kingsley (George Meliés), il quale con l'estrema fisicità della sua recitazione, convince e conquista al tempo stesso, regalando al pubblico una nostalgica quanto intensa lezione sui sogni e la passione nel perseguirli.
Il film fu (a buon diritto) premiato agli Oscar 2012 con 5 statuette su 11 nomination, alle quali si somma il Golden Globe per Scorsese come miglior regista.
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renato c.
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martedì 22 marzo 2016
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tra fiaba e realtà
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L' ambiente è soprattutto fiabesco! Questo ragazzino che vive nel suo mondo, nascosto tra i meandri della stazione, viene poi a contatto con Georges Méliès, il mago degli effetti speciali ben iterpretato da Ben Kingsley, ridotto ormai a venditore di giocattoli! Senza saperlo, si tiene in casa un automa incompleto inventato proprio da Méliès e le due vite si incrociano assieme a q quella della compagna di Méliès Mama Jeanne! E' difficile mescolare la vita di un famoso personaggio del cinema con quella fiabesca di un ragazzino, ma Martin Scorsese ci riesce molto bene! E fra storia, commozione e bellissimi scenari ne esce un film molto piacevole! Mi dispiace non averlo visto in 3D!
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dandy
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sabato 2 gennaio 2016
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riparando un'anima in pezzi.
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Dal romanzo illustrato "La straordinaria invenzione di Hugo Cabret" di Brian Selznick,un omaggio appassionato e commovente a uno dei primi geniali pionieri del cinema,e al cinema come settima arte,quando ancora agli albori era pura magia per lo spettatore.Scorsese(che appare nel ruolo del fotografo che immortala Mèliès e la moglie)segue dapprima la tradizionale storia del singolo che cerca il suo posto nel mondo,arrivando a ridare ragione di vita a chi invece sembra non averlo più.Per poi rinnovarla nella seconda parte.Lo stile si alterna perfettamente tra il trattenuto e il poetico,con momenti di autentica meraviglia visiva(i set di Mèliès,la sequenza di scene dei film,l'incubo,con una prima parte davvero inaspettata).
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Dal romanzo illustrato "La straordinaria invenzione di Hugo Cabret" di Brian Selznick,un omaggio appassionato e commovente a uno dei primi geniali pionieri del cinema,e al cinema come settima arte,quando ancora agli albori era pura magia per lo spettatore.Scorsese(che appare nel ruolo del fotografo che immortala Mèliès e la moglie)segue dapprima la tradizionale storia del singolo che cerca il suo posto nel mondo,arrivando a ridare ragione di vita a chi invece sembra non averlo più.Per poi rinnovarla nella seconda parte.Lo stile si alterna perfettamente tra il trattenuto e il poetico,con momenti di autentica meraviglia visiva(i set di Mèliès,la sequenza di scene dei film,l'incubo,con una prima parte davvero inaspettata).Molte citazioni naturalmente,sia cinematografiche(Loyd,Chaplin,Keaton,Douglas Fairbanks,i Fratelli Lumière[con omaggio al proverbiale aneddoto sullo spavento del pubblico alla proiezione de "L'arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat"])che letterarie(Emily Bronte,Charles Dickens,Victor Hugo)e in una scena appaiono anche Salvador Dalì e James Joyce.Qui la cinefilia diventa un piacere visivo e un mezzo per ricordare i momenti di felicità che i film(intesi anche come sogni)da sempre hanno regalato nella vita di ogniuno di noi,specie quando eravamo bambini.Ammirevole l'uso del 3D,inventivo e non gratuito.5 Oscar(scenografia di Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo;fotgrafia;sonoro;missaggio ed effetti speciali)e Golden Globe 2012 a Scorsese come miglior regista.
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