Himizu |
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Un film di Sion Sono.
Con Sometani Shôta, Fumi Nikaidô, Tetsu Watanabe, Mitsuru Fukikoshi
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 129 min.
- Giappone 2011.
- Fandango
MYMONETRO
Himizu
valutazione media:
3,75
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Himizu vuole essere normaledi Arciduchessa F. Von PolydorFeedback: 14978 | altri commenti e recensioni di Arciduchessa F. Von Polydor |
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mercoledì 7 settembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"Himitzu" vuol dire nascosto dal sole ed è il modo giapponese di chiamare la talpa. Scroscia la pioggia su Keiko Chazawa e il rumore in sala è così reale che se ne percepisce l'odore. "Conosco tutto, tranne me stesso", immobile continua a recitare la ragazza e intanto scorrono immagini di un paesaggio ridotto a mucchi di macerie. Yuichi Sumida vive in una baracca accanto al lago e sogna di essere normale. Gli sfollati che vivono lì accanto, sono legati a lui da un affetto sincero. Ma la situazione precipita. La madre fugge con l'amante. Sumida in preda alla disperazione per le continue violenze fisiche e verbali, uccide il padre ubriacone. Chazawa, follemente innamorata del giovane, capisce la verità. Con il suo supporto il ragazzo decide di costituirsi e prova a sperare in un futuro migliore. Il film è tratto dall'omonimo manga. Dopo la tragedia del 7 marzo ha subito modifiche di sceneggiatura con il conseguente inserimento di sequenze documentarie. Sono Sion, il regista che già l'anno scorso aveva affascianato il pubblico con Cold Fish, ha mantenuto tratti grotteschi e violenti e composto una lirica ipperreale in forma di sogno lucido. Himizu è un'opera estrema che affascina per la capacità di approfondimento psicologico nei meandri della società giapponese contemporanea e che racconta con grazia ontologica la sensibilità, la vulnerabilità e il coraggio delle giovani generazioni. L'indagine si accomuna alle analisi della giovane artista giapponese Tabaimo che con il suo Teleco-soup durante l'ultima Biennale d'arte aveva "immerso" gli spettatori nelle contraddizioni della collettività nipponica. Queste opere rivelano lo spaesamento di una nazione, che riflette su stessa cercando la propria identità. L' epistrofe "conosco tutto, tranne me stesso" è un esempio verbale di questa investigazione. Una sofisticata poetica esaltata dal particolare uso del suono che si frammenta in contrappunto musicale sinfonico, elementi sonori meteorologici, drammatizzazione del silenzio e melodia della parola. In conferenza stampa il produttore ha detto che per fare un film come Himizu "bisogna cogliere l'attimo in cui si ha una visione drastica della realtà e poi trasformare quell'ispirazione in immagine cinematografica". L'opera è in concorso, ma ha poche possibilità di vincere. Soprattutto considerato che la giuria è composta principalmente da registi con inclinazioni estetiche e filosofiche parecchio distanti da quelle di Sono. Himizu resta comunque un capolavoro.
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