Harry Potter e i doni della morte - Parte II |
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Un film di David Yates.
Con Emma Watson, Daniel Radcliffe, Rupert Grint, Helena Bonham Carter, Bonnie Wright.
continua»
Titolo originale Harry Potter and the Deathly Hallows: Part II.
Fantastico,
durata 130 min.
- USA, Gran Bretagna 2011.
- Warner Bros Italia
uscita mercoledì 13 luglio 2011.
MYMONETRO
Harry Potter e i doni della morte - Parte II
valutazione media:
3,65
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il sollievo di un finale epico e magico.di Great StevenFeedback: 70023 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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lunedì 25 gennaio 2021 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
HARRY POTTER E I DONI DELLA MORTE – PARTE II (USA/UK, 2011) diretto da DAVID YATES. Interpretato da DANIEL RADCLIFFE, RUPERT GRINT, EMMA WATSON, MICHAEL GAMBON, HELENA BONHAM CARTER, MATTHEW LEWIS, ALAN RICKMAN, RALPH FIENNES, ROBBIE COLTRANE, JULIE WALTERS, MARK WILLIAMS, TOM FELTON, BONNIE WRIGHT, JASON ISAACS, EVANNA LYNCH, NATALIA TENA, WARWICK DAVIS, CIARáN HINDS, KELLY MACDONALD, JOHN HURT ● Con tre Horcrux ancora da distruggere, Harry, assieme agli inseparabili Ron e Hermione, chiede aiuto al folletto Unci-Unci affinché li introduca nella camera blindata di Bellatrix Lestrange, dove presumono sia nascosta la coppa di Tassorosso. Grazie alla Pozione Polisucco e alla spada di Grifondoro pretesa in cambio da Unci-Unci, mettono mano sul quarto oggetto che racchiude un frammento dell’anima di Voldemort, ma il folletto li tradisce e i tre, dopo essere scappati sulla groppa di un drago, raggiungono una scogliera in seguito a un naufragio. Materializzatisi a Hogsmeade – non possono accedere dal cancello principale di Hogwarts perché il suo nuovo preside Piton fa sorvegliare tutte le uscite per catturare Harry –, trovano un passaggio segreto per accedere alla loro ex scuola grazie ad Aberforth Silente, fratello di Albus, che ormai ha adattato la propria vita a vivere sottomesso a Voldemort e ai Mangiamorte. Tramite il passaggio, Neville Paciock conduce il terzetto dal piccolo esercito di studenti che ancora si oppongono al potere di Voldemort; organizzando una rivolta contro Piton, scatenano una furiosa battaglia contro i Mangiamorte, la quale vede scendere in campo tanto i docenti quanto gli studenti. Hermione distrugge con la zanna del basilisco la coppa di Tassorosso, mentre il quinto Horcrux, di cui Harry riceve informazione certa dal fantasma della Dama di Corvonero, il diadema di Corvonero appunto, viene distrutto accidentalmente dall’Ardemonio sprigionato da Goyle, che muore nell’incendio. La battaglia di Hogwarts vede inoltre cadere Fred Weasley, Remus Lupin e Ninfadora Tonks. Ma ecco che Voldemort, avendo notato che la Bacchetta di Sambuco non risponde ai suoi ordini, e sapendo che il suo ultimo proprietario era Albus Silente (ucciso nel 6° film da Piton), fa uccidere Piton da Nagini. Prima di morire, Harry riesce a raccogliere una lacrima del suo ex professore di Pozioni e la versa nel Pensatoio. Scopre un segreto straziante: Piton, innamorato della madre di Lily e sconcertato dopo la sua morte per mano di Lord Voldemort, chiese a Silente di poter insegnare alla sua scuola per poterne proteggere il figlio, manifestando esteriormente una spudorata antipatia nei suoi confronti, finché Silente non lo avvertì che Harry Potter è egli stesso un Horcrux, creato senza volerlo da Voldemort in quanto l’Anatema che Uccide rimbalzatogli addosso dopo che aveva provato a uccidere Harry trasferì su quest’ultimo un altro brandello della sua anima corrotta. Conscio di doversi sacrificare per non far più morire altre persone per lui, il nostro protagonista si consegna a Voldemort che, una seconda volta, gli scaglia contro l’Anatema che Uccide. Ma Harry sopravvive anche questa volta, perché il suo nemico è ignaro di un fatto importante: la Bacchetta di Sambuco non apparteneva a Piton, ma a Draco Malfoy, che aveva disarmato Silente prima di provare senza successo a farlo fuori, dunque in teoria sarebbe stato lui il suo proprietario, senonché a Villa Malfoy, nell’episodio visto nel 7° film, Harry lo aveva disarmato e dunque la Bacchetta adesso appartiene a lui. Voldemort è ancora vivo e il solo Horcrux rimasto in vita è il serpente, Nagini. Tenendo impegnato Voldemort in duello, Harry dà il tempo a Neville, armato della spada di Grifondoro, di decapitare il rettile. Ciò determina la fine di Lord Voldemort e un nuovo inizio in un mondo magico ora popolato dalla pace. L’8° episodio della fortunata saga si chiude alla stazione di King’s Cross, al binario 9 e ¾ (ovviamente!), dove un Harry Potter ormai adulto e padre di una bambina avuta da Ginny Weasley, insieme ai due migliori amici Ronald Weasley ed Hermione Granger, felicemente sposati e genitori di una bambina, assistono alla partenza del treno che condurrà i loro figli a Hogwarts. Oltre a quella sopra descritta, la saga si era già aggiudicata tre battaglie: in libreria, al botteghino e nell’immaginario collettivo della cultura popolare mondiale. Con 7,7 miliardi di dollari incassati per merito degli otto lungometraggi, ha superato 007/James Bond ed è al terzo posto nella classifica delle saghe più redditizie di tutti i tempi. Per la Warner, David Heyman ha prodotto tutti i film e prenotato nel 1997 il 1° romanzo non ancora pubblicato di J. K. Rowling, la quale, con una vendita complessiva di 500 milioni di copie dei suoi libri, tradotti in ottantotto lingue e distribuiti in 200 paesi, è la creatrice della seconda serie letteraria di maggior successo di ogni epoca, dietro soltanto al Maigret di Simenon. Steve Kloves ha scritto le sceneggiature di 7 film su 8 (il 5°, l’Ordine della Fenice, è stato sceneggiato da Michael Goldenberg) e Stuart Craig ha disegnato le scenografie di tutti, mentre Yates ha diretto gli ultimi quattro. Quanto ai responsabili di effetti speciali, trucchi, montaggio, fotografia e creature animatroniche, non resta che inchinarsi e render onore al merito: qui si toccano vette formidabili. La diffusione aggressiva del fuoco è memorabile; le ambientazioni (in esterno e in interno), sempre più cupe e permeate di morte, minaccia e dolore, sono di notevole efficacia; lo scontro finale è altrettanto straordinario, benché tutti i fan della saga non l’abbiano apprezzato, e io con loro (la morte di Voldemort sulla pagina scritta ne ritrae il lato umano, mentre quella spettacolare vista sul grande schermo sembra ricercare il sensazionalismo e nulla più). Che dire di tutto il resto? Visti i precedenti – il 6° adattato malissimo per via di modifiche inutili, il 7° raffazzonato in fretta potando tutto il potabile –, questo episodio conclusivo tira le somme dell’intero ciclo, e decreta in particolar modo Yates come il regista meno idoneo a dirigere un Harry Potter fra i quattro (lui, Columbus, Cuáron e Newell) che vi si sono cimentati. Considerato quanto viene esposto all’attenzione degli esaminatori, qualche personaggio ha visto riconfermarsi (o ridisegnarsi) un posto nella giusta maniera, e ciò è merito indubbio della sceneggiatura che, pur potando anche laddove c’erano passaggi rilevanti, fa del suo meglio per non rovinare troppo la materia. Un elogio immancabile e doveroso al trio dei personaggi principali: al termine di una simile avventura, è possibile non sentirsi grati e soddisfatti quando si esce a rivedere le stelle?
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