Eva |
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Un film di Kike Maillo.
Con Daniel Brühl, Marta Etura, Claudia Vega, Manel Dueso, Sara Rosa Losilla.
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Titolo originale Eva.
Fantascienza,
durata 94 min.
- Spagna 2011.
- Videa
uscita venerdì 31 agosto 2012.
MYMONETRO
Eva
valutazione media:
3,23
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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EVA: tanti buoni ingredienti, qualche cliché di trdi EvkNetworkFeedback: 3 |
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venerdì 7 dicembre 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
C'è il robot maggiordomo che ricorda molto Robin Willams dell'Uomo Bicentenario. C'è lo studio dell'intelligenza emotiva e un discreto sense of wonder. C'è un'ottima computer-grafica, molto creativa. C'è una tecnologia fantascientifica resa normale, accettabile, in un mondo molto simile al nostro (forse un po' troppo, le auto stile anni 90 con i motori elettrici stonano un poco). C'è una ragazzina di una bravura recitativa tale da lasciare un poco in ombra gli adulti. Passiamo ai cliché - Ci sono gli scienziati incredibilmente intelligenti e creativi che si comportano come ragazzini immaturi nelle relazioni umane. Anzi, come dei perfetti idioti. Il comportamento del protagonista in certi momenti ispira allo scrivente una reazione violenta. E questi sarebbero esperti studiosi di intelligenza emotiva? - La problematica centrale, ovvero la coscienza artificiale, viene trattata come una semplice somma di parti (qui c'è il modulo dell'aggressività, qui quello dell'orgoglio). Una tale semplificazione, già superata negli studi attuali, porta quello che dovrebbe essere il tema centrale… in periferia. - La soluzione è la rinuncia, del tipo "meglio che l'uomo non giochi a fare Dio." Molto anni 50, ottima come pistolotto finale nel "Pianeta Proibito", ma ne è passata d'acqua sotto i ponti… Oggi sarebbe auspicabile un approccio più articolato. Spoiler Proprio non si capisce il senso di chiamare il protagonista a lavorare su un progetto che, alla fine, si rivela essere già stato ampiamente superato. Né si comprende la decisione di tenere nascosto tale superamento proprio a chi dovrebbe risolvere i problemi rimasti insoluti. Se non per esigenze di trama. Ma quando le esigenze di trama superano la coerenza della storia, il tutto diventa forzato. Conclusione La fantascienza europea soffre ancora dell'ansia da allegoria, della sindrome del "messaggio a tutti i costi", cadendo come al solito del polpettone didascalico. Peccato, perché dalle premesse poteva venirne fuori un gioiellino. Comunque da vedere.
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