Death Race 2 |
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Un film di Roel Reiné.
Con Sean Bean, Danny Trejo, Ving Rhames, Luke Goss, Frederick Koehler.
continua»
Azione,
- USA 2011.
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mercoledì 23 aprile 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La cosa che più mi dà sui nervi delle americanate come questo film è che, quando qualcuno propone di vederli, lo fa sempre adducendo che “ogni tanto, vedere un film un po’ stupido ci sta”. Ci sono due cose che mi preme specificare a riguardo. 1) A quel che mi risulta, oggi siamo letteralmente sommersi dalla spazzatura, quindi “ogni tanto” un cavolo. La metà dei film che vengono prodotti e distribuiti seriamente sono americanate (date un’occhiata alla programmazione di qualsiasi multisala). Per non parlare del trash in TV e in radio. 2) L’alternativa all’americanata non è “La corazzata Potemkin”. Si può optare per un film leggero, e non c’è niente di male se lo si fa il più delle volte, ma è davvero necessario finire a guardare immondizia? Questi film d’azione hanno la stessa funzione dei film pornografici: appagare certe fantasie. Non c’è niente di male. Ma, come i film pornografici, non sta scritto da nessuna parte che non debbano avere una trama, dei buoni attori e una regia decente. Anzi, i film davvero leggeri, quelli che ti riempiono di energia e ti fanno divertire, sono quelli ben fatti. Gli altri sono dei polpettoni noiosissimi buoni solo a essere mandati giù a forza di pop-corn e Coca-Cola. È il caso di “Death Race 2”, un film che si regge sulla trama più striminzita che abbia mai visto (e nonostante questo riesce persino ad avere dei buchi): detenuti in un carcere vengono costretti a lottare fino alla morte per realizzare un programma trashissimo ideato da una gnocca priva di moralità, e un giorno qualcuno ha l’idea di farli combattere a bordo di automobili piene di armi. Le premesse sembrano buone, ma le aspettative vengono presto deluse. “Death Race 2” ha dei personaggi epici? Assolutamente no. Il protagonista è il tipico personaggio magrolino ma ben piazzato di etnia caucasica che si vede sempre in questi film, gli altri sono anonimi tipacci. Scene d’azione mozzafiato? Non direi. Tutte cose viste e riviste. Momenti particolarmente eccitanti dal punto di vista sessuale? Ma neanche un po’. Esclamazioni memorabili di quelle che fanno tanto amare questi film, tipo “Io non ho violato la legge! Io sono la legge!”? Neanche l’ombra. La serie “Death Race” prende il via dal remake di un film del 1975. Gli ho dato un’occhiata e devo dire che mi sembra molto meglio. A partire dalle premesse, assai più originali (in quel film la corsa non era una versione darkona di “Crash Team Racing”, ma una gara a chi spiaccicava più passanti, meglio se donne, bambini e anziani). Ma sono decisamente meglio anche i personaggi (per quanto esageratamente carnevaleschi nel design, visti oggi), i dialoghi (“Se non sei qui per offrirmi il tuo corpo” dice a un certo punto un corridore a una sua fan “non capisco il motivo della tua visita”), le scene di violenza (inquietante il modo in cui due personaggi gioiscono all’idea di investire un gruppo di bambini e un neonato in una scena) e Mary Woronov e Roberta Collins che si ringhiano contro coperte solo da due striminziti asciugamani sono decisamente più sexy di Tanit Phoenix che sbatte le sopracciglia. Insomma, incredibile ma vero, questo film riesce a essere meno originale, meno splatter e meno vivace di un film del 1975 (1975! Andava ancora in onda “Carosello” all’epoca!). Forse perché all’epoca si richiedeva una certa qualità anche ai pop-corn movie e a nessuno sarebbe venuto in mente di dire “Ma sì, dai, è un film d’azione, possiamo anche farlo male.”.
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