Albert Nobbs |
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Un film di Rodrigo García.
Con Glenn Close, Mia Wasikowska, Aaron Taylor-Johnson, Janet McTeer.
continua»
Titolo originale Albert Nobbs.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 113 min.
- Gran Bretagna 2011.
- Videa
uscita venerdì 10 febbraio 2012.
MYMONETRO
Albert Nobbs
valutazione media:
2,81
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'immagine di un istantedi R.D.CrisisFeedback: 0 |
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martedì 14 febbraio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il riflesso di una fievole luce fa vibrare la peluria argentea delle guancie di Albert Nobbs da molti conosciuto per la sua impeccabile condotta di cameriere presso l'hotel della Duchessa Baker. Siamo in una fredda Dublino del XIX Secolo dove la danza inopportuna della neve scandisce il caso strano di un omino gentile. E’ l’immagine di un istante che nasconde un segreto lasciato alla morte. La matrice ordina del racconto di George Moore (“Morrison’s Hotel, Dublino”, Tranchida Editore) da cui è tratto il film rispecchia il carattere del protagonista che vede in una perturbante Glenn Close una splendida interprete. La storia volutamente priva di colpi di scena accompagna lo spettatore nell’esperienza puntuale del protagonista prefigurandone il carattere compiutamente arrangiato ad una vita descritta dal dato. Un destino alogico ingabbia i sogni dell’impeccabile dipendente inducendolo ad una distorsione della realtà di cui sarà vittima. Una vita di privazioni e sacrificio saffico in cui la magia dell’ambiguità arriva in primis attraverso il linguaggio dato dall’ethos: la postura, le movenze e soprattutto lo sguardo con cui il personaggio unicamente esegue un’azione generalmente semplice a cui non richiede nessuna partecipazione. Attore oggetto di un incessante happening in cui l’attività non deve essere creativa perché la creazione avviene nella formulazione dell’idea risolutiva. Il rapporto tra dati discordanti nella sceneggiatura quali la perdita d’identità in funzione degli altri, l’amore omosessuale, introduce la riflessione, mai finalizzata alla perdita di orientamento, ma stimolo per una coscienza lucida sulle cose. Il risultato è un’ontologia commovente e intensa che, pur ambientata nel diciannovesimo secolo, ritorna al pubblico più che mai. R.D.Crisis
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