Vento di primavera |
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Un film di Rose Bosch.
Con Jean Reno, Mélanie Laurent, Gad Elmaleh, Raphaëlle Agogué, Hugo Leverdez.
continua»
Titolo originale La Rafle.
Drammatico,
durata 115 min.
- Francia, Germania, Ungheria 2010.
- Videa
uscita giovedì 27 gennaio 2011.
MYMONETRO
Vento di primavera
valutazione media:
3,31
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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film estremamente efficacedi elgatolocoFeedback: 257587 | altri commenti e recensioni di elgatoloco |
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mercoledì 1 febbraio 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"La Rafle"(2010)di Rose Bosch, quasi contemporaneo di"Je m'appelle Sarah"è un altro film francese che affronta in modo intelligente e filmicamente appropriato(qui siamo nel passato, però, non si ha l'alternanza tra due epoche come nell'altro film), il tema dei"collaborateurs", per così dire senza riserve, ossia mettendo direttamente in scena, meglio sullo schermo le responsabilità di nazisti e loro"manutengoli". Oltre a tutto, anche qui(e qui siamo sulla stessa lunghezza d'onda dell'altro film)anche qui l'ottica da cui si considera l'orrore è quello dei bambini/delle bambine, dunque il senso di stupore si mischia all'orrore, meglio si fonde con lo stesso, il che è reso filmicamente in maniera più che solamente"efficace", in modo appropriato all'entità della tragedia. Singificativo che, a parte qualche doverosa eccezione("Le train", ma non solo, in realtà)solo nei nostri anni si arrivi ad affrontare l'orrore, anche a scansare il rischio di impropri"revisionismi storici", per non dire del negazionismo, asoslutamente insostenibile, come sappiamo. Ricordiamo(e qui la riflessione vale per la letteratura e lo spettacolo in generale a livello europeo e"occidentale", non solo per il cinema, segnatamente francese)che fino a qualche decennio fa, fatta eccezione per"Il diario di Anna Frank"e poco altro, messo in scena teatralmente o letto, trasposto filmicamente etc., non c'era molto altro, forse per un infondato e assurdo timore, quelllo di"cadere nella retorica", chiaramente una sciocchezza, come se affrontare i grandi snodi anche etici della storia fosse"retorica", a parte comunque la neppure troppo sottile"ambiguità"(cfr.Perelman ma non solo)che il termine ha in sé...Film come questo dovrebbero essere proposti non solo in occasione della giornata o della settimana della memoria, ma, a intervalli regolari e anche a livello didattico-scolastico(ma anche universitario)dovrebbbero entrare in un curriculum regolare di studi, cosa che invece, sempre per paura di quanto detto sopra, si esita a fare, pensando che ...tanto...queste cose si sappiano vel similia. Jean Reno, tra gli /le altri/e interpreti, emerge in modo prepotente quanto convincente. El Gato
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