ultimoboyscout
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lunedì 16 maggio 2011
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che cheerleaders...loro si salvano!
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Prosegue prospera la collaborazione Dugan-Sandler, in questa commedia leggera ma con stile, allegra, brillante e a tratti anche divertente ma che rappresenta un passetto indietro rispetto ad altre collaborazioni, sulla scia di "Una notte da leoni" ma più famigliare e meno estremo ed assurdo. Sandler è la superstar, probabilmente è il miglior interprete di commedie del genere ma stavolta è supportato da un cast di livello assoluto. Parte bene poi va a scemare ma mantiene sempre giri accettabili: un pò di buonismo e qualche trovata indovinata fanno si che il film piaccia ma servirebbe un pizzico più di verve e "cattiveria". Schneider e James sono due talenti comici nati adattissimi a film come questo.
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Prosegue prospera la collaborazione Dugan-Sandler, in questa commedia leggera ma con stile, allegra, brillante e a tratti anche divertente ma che rappresenta un passetto indietro rispetto ad altre collaborazioni, sulla scia di "Una notte da leoni" ma più famigliare e meno estremo ed assurdo. Sandler è la superstar, probabilmente è il miglior interprete di commedie del genere ma stavolta è supportato da un cast di livello assoluto. Parte bene poi va a scemare ma mantiene sempre giri accettabili: un pò di buonismo e qualche trovata indovinata fanno si che il film piaccia ma servirebbe un pizzico più di verve e "cattiveria". Schneider e James sono due talenti comici nati adattissimi a film come questo. Finale giusto: ogni momento della vita è irripetibile e va vissuto con gli occhi e la mente di quel preciso istante. Ripeterlo si può ma non sarà mai la stessa cosa. Non è malissimo ma onestamente credevo meglio.
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zozner
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sabato 16 ottobre 2010
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perdiamo per vincere
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Nonostante un’imponete carrellata di comici famosi, il film riesce solo a strappare alcune risate un po' stirate che non compensano la noia che prevale fin dall’inizio. Le battute, volutamente ciniche e graffianti sono in realtà scontate e tristi da Commedia stile “ panettone americano”. Ma, fin dall’inizio del film si avverte una spaccatura tra la struttura da commedia e i contenuti, il messaggio. Denis Dugan in realtà punta in alto, non ci vuole solo far ridere ha una pretesa ben più nobile, ci vuole proporre un’analisi sociologica sullo stato dell’America.
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Nonostante un’imponete carrellata di comici famosi, il film riesce solo a strappare alcune risate un po' stirate che non compensano la noia che prevale fin dall’inizio. Le battute, volutamente ciniche e graffianti sono in realtà scontate e tristi da Commedia stile “ panettone americano”. Ma, fin dall’inizio del film si avverte una spaccatura tra la struttura da commedia e i contenuti, il messaggio. Denis Dugan in realtà punta in alto, non ci vuole solo far ridere ha una pretesa ben più nobile, ci vuole proporre un’analisi sociologica sullo stato dell’America. E' morta, ci racconta il regista, l'idea che gli Stati Uniti debbano vincere sempre. E’ arrivato il momento di fare i conti con una società cresciuta velocemente ma forse un po’ sull'illusione. Gli americani si sono persi, dice Dugan, non solo perché sono cresciuti troppo in fretta ma perché hanno commesso l'errore di essere troppo bravi, di non sbagliare mai. La terapia: smettere di essere i primi e di vincere sempre. Se proviamo, volutamente, la sofferenza, l'umiltà della sconfitta abbiamo più tempo per noi stessi, per riscoprire le cose vere ma soprattutto, aiutiamo gli altri a non odiarci più e a non perdere più tempo nell’invidia. Chiaramente tutta questo può avvenire semplicemente pescando dentro le nostre sole energie, la nostra storia. Noi americani ci rigeneriamo da soli, sostiene Dugan.
Questa analisi fa ridere veramente ma gli Americani, almeno alcuni, ci credono e forse, é questo che si raccontano dopo il fallimento e il ritorno dall’Afganistan e dall’Iraq. Naturalmente, dal vecchio continente e in particolare dall'Italia, chi sa perché ancora noi come in Somewhere di Coppola, non hanno niente da imparare. Anzi, noi italiani, siamo solo i più vanesi nel mondo. E, se in questo avessero ragione?
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