Una vita tranquilla

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Un film di Claudio Cupellini. Con Toni Servillo, Maurizio Donadoni, Juliane Köhler, Marco D'Amore, Francesco Di Leva.
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Noir, durata 105 min. - Italia, Germania, Francia 2010. - 01 Distribution uscita venerdì 5 novembre 2010. MYMONETRO Una vita tranquilla * * * - - valutazione media: 3,23 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
giulinet domenica 7 novembre 2010
una tragedia dove tutti sono perdenti Valutazione 4 stelle su cinque
90%
No
10%

Proprio un bel film. Un dramma confezionato come un bel noir e raccontato in modo asciutto senza divagazioni formali. Tutti sono perdenti e il bene e il male si sovrappongono nella tragedia interiore che dilania i protagonisti. Alla fine si rimane con l'amaro in bocca e molti elementi di riflessione: sui legami affettivi, le scelte di vita da cui non si può fuggire, su quante vite spezzate che restano nell'ombra ci sono dietro i trafiletti di cronaca criminale che ogni giorno leggiamo distrattamente sui quotidiani.  E' un film che si guarda tutto d'un fiato,  non ci da tempo di porci domande, perchè è sempre credibile, nulla appare strumentale o stona nel racconto. [+]

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www.cine-amando.blogspot.com martedì 2 novembre 2010
l'impossibilità di sfuggire al passato Valutazione 3 stelle su cinque
80%
No
20%

Rosario (Toni Servillo) ha un passato da camorrista, ma da quindici anni, per sfuggire a morte certa, ha cambiato identità e si è trasferito in Germania, dove ha cancellato i ponti con il passato, ha imparato il mestiere del ristoratore, si è rifatta una famiglia e con essa una vita. A sconvolgere la sua tranquillità è però l'arrivo del figlio Diego (Marco D'Amore) , che gli chiede accoglienza celando il vero scopo della sua visita: compiere un omicidio. Quando Rosario vede scoperta la propria identità da chi lo vuole morto, dovrà ancora una volta fare tabula rasa per sfuggire al passato.
Cupellini gira un noir che guarda all'attualità (penetrazione camorristica nell'industria dello smaltimento dei rifiuti, strage di Duisburg), ma che sa affrontare temi assoluti: l'impossibilità di eludere le conseguenze (morali) dei propri trascorsi, l'illusorietà del cambiamento e del ravvedimento, la fatalità del destino. [+]

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intothewild4ever sabato 6 novembre 2010
una vita...spietata! Valutazione 3 stelle su cinque
79%
No
21%

Una vita tranquilla è un film spietato, che non lascia spazio alle emozioni. Presenta una storia con infinita freddezza, pilotata da una sapiente regia. Toni Servillo è immenso come suo solito (il premio della Festa del Cinema di Roma ci sembra più che meritato), ma anche gli attori di contorno reggono ottimamente la scena, Di Leva su tutti. La storia è semplicissima ma complessa nella sua interiorità, è ben narrata anche se presenta piccole lacune nei risvolti psicologici e ci sarebbe piaciuto un po' più di dialogo tra padre e figlio. Il messaggio è comunque c'è e si fa sentire: ovvero che il passato, un certo tipo di passato, ci insegue sempre. [+]

[+] mi fido di te! (di enrico lo vecchio)
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pipay mercoledì 10 novembre 2010
una vita, più vite... Valutazione 3 stelle su cinque
94%
No
6%

Un film ben fatto. Funziona: ha ritmo, tensione, ottimi interpreti e buona regia. Servillo dà il suo meglio quando appare così "al naturale", (ricordo "La donna del lago", buon film che però denotava diversi errori o banalità nella trama) anziché mostrarsi alla cinepresa dopo ore di trucco che gli consentono di interpretare personaggi che riportano all'artificio e al bozzettismo (Il Divo, Gorbaciof), personaggi comunque riusciti. "Una vita tranquilla" fa perno sulle insidie, la violenza e le amare sorprese che può riservarci la vita, costringendoci a volte a rimettere tutto in gioco, a qualsiasi costo, anche calpestando affetti, famiglia e amici. Anche a costo di uccidere; ma a questo il protagonista del film è abituato. [+]

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giank51 venerdì 12 novembre 2010
una vita con il ritmo della tragedia greca Valutazione 4 stelle su cinque
88%
No
13%

In uno sfondo nord-europeo e sotto l'arco della mafia si snoda una  vicenda che porta con sè l'incalzare di una moderna tragedia greca o meglio tardo italica.
I passaggi fondamentali del film (ex-mafioso in fuga, incontro con il figlio a sua volta compromesso,una nuova famiglia) sono magistralmente trasformati in
consapevolezza di sè e del proprio passato e nella tragica presa di coscienza del proprio destino.
Ed ecco dispiegarsi sulla scena i veri protagonisti dell'opera: un figlio dimenticato che ritorna, un cupo passato che ritorna, una sopita aggrssività che riaffiora. Toni Servillo sta nuovamente sprofondando nell'abisso da cui era faticosamente emerso. [+]

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renato volpone martedì 9 novembre 2010
la vita nascosta Valutazione 4 stelle su cinque
62%
No
38%

Ricostruirsi una vita fuggendo dal passato.....sciogliendo tutti i legami tranne uno. Nasce così una storia drammatica raccontata con abilità in questo film. Gli attori sono molto bravi, il contrasto tra la vita tranquilla e la violenza è volutamente stridente, doloroso....perdente. La tensione cresce con lo scorrere del film. Il finale è un po' affrettato e vengono sottovalutate le possibili conseguenze delle scelte del protagonista, ma il film del resto non descrive la fuga dal passato nè gli accadimenti futuri, la storia di mezzo è comunque sicuramente avvincente,.

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reservoir dogs martedì 9 novembre 2010
la lotta alla sopravvivenza Valutazione 3 stelle su cinque
79%
No
21%

Rosario ha una vita ordinaria: cucina nel suo hotel in Germania, ha un moglie del posto con cui ha fatto un figlio e discute sulla culinaria italiana con l'unico cuoco mediterraneo del suo staff.
Ma il passato gli bussa alla porta ed è un passato che ha il suo stesso sangue, il figlio Diego che si trova nella zona con un amico per "affari".
Sin dall'inizio si percepisce l'essenza della pellicola: la lotta alla sopravvivenza, alla "selezione artificiale"; Rosario infatti uccide il cinghiale per sopravvivere, così come "uccide" gli alberi per necessità e come ha ucciso in passato per sopravvivere e per non essere ucciso. [+]

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gianmarco.diroma venerdì 12 novembre 2010
possibili letture di una vita tranquilla Valutazione 3 stelle su cinque
82%
No
18%

Fuga senza fine è il titolo di un libro di Joseph Roth: fuga senza fine è una sorta di condizione esistenziale che Antonio De Martino (Rosario, da quando vive in Germania) ha sposato da ormai 15 anni, costretto ad abbandonare il suo passato di pluriomicidia per avere salva la vita sua e quella della sua famiglia. Ma è proprio la propria famiglia che si presenta alla porta del suo ristorante in Germania sotto l'aspetto e la vicenda di Diego, il figlio primogenito, che Rosario/Antonio De Martino ha abbandonato a sé stesso in Italia, "fottendosene di tutto" (come sostiene Diego nel finale del film) molti anni prima. Coinvolto in una classica storia di camorra (classica dopo Gomorra di Roberto Saviano) dove omicidi e rifiuti s'intrecciano fino ad arrivare in Germania, Diego costringe il padre Rosario a riaprire i conti con il passato, con il proprio passato! Perché se Diego sembra smarrire progressivamente lucidità nel corso della storia, a causa del sempre maggiore coinvolgimento emotivo a cui Rosario lo costringe, così non è Edoardo, il suo "collega", il quale, per la sua prepotenza, il suo vigore, la sua determinazione, la sua incoscienza, ma anche perché figlio di un boss da cui Rosario non vuole più essere trovato (facendosi credere morto), man mano che si procede verso il cuore dell'intreccio assume i connotati del nemico da distruggere agli occhi del protagonista Rosario. [+]

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quieromirar sabato 25 dicembre 2010
straniero in ogni patria Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
0%

La prima inquadratura di “Una vita tranquilla” è un tronco d’albero in un paesaggio notturno che comunica immobilità, sospensione nel tempo, ma subito dopo il protagonista uccide un cinghiale. Fin dalle battute iniziali prendono corpo le dinamiche lungo le quali si snoderà il racconto: la stasi (che è presunta, illusoria) e la caccia, l’inseguimento di qualcosa in cui bisogna scommettere tutto. Tutti nel film inseguono qualcosa: Rosario (un Toni Servillo che si consacra al ruolo lavorando, come di consueto, sui dettagli, sugli sguardi, sulle sensazioni) difende lo status quo faticosamente raggiunto, la moglie (una Juliane Kohler che buca lo schermo per la sua capacità di dissimulare a fatica la pena di vivere sotto un’apparente sicurezza) cerca un legame stabile con il marito, Diego ed Edoardo (Marco d’Amore e Francesco Di Leva) mirano a compiere la loro missione criminale, ma incappano l’uno nel passato, l’altro nei propri istinti. [+]

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gildo martedì 31 maggio 2011
un grande attore Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Giù il cappello: questo è un artista con i fiocchi. Toni Servillo potrebbe fare un film da solo senza neanche parlare. Molto intensa anche l'interpretazione di Marco D'Amore. La storia ci parla del dramma di un uomo che fugge dal proprio destino senza riuscire a evitarlo. Alla fine si rimane con l'amaro in bocca e con la convinzione che il passato non si può cancellare con un semplice colpo di spugna.

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