Una vita tranquilla |
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Un film di Claudio Cupellini.
Con Toni Servillo, Maurizio Donadoni, Juliane Köhler, Marco D'Amore, Francesco Di Leva.
continua»
Noir,
durata 105 min.
- Italia, Germania, Francia 2010.
- 01 Distribution
uscita venerdì 5 novembre 2010.
MYMONETRO
Una vita tranquilla
valutazione media:
3,23
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La vita (NON)è un lungo fiume tranquillodi Francesco2Feedback: 41665 | altri commenti e recensioni di Francesco2 |
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mercoledì 29 febbraio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La prima sequenza del film è già esemplificativa: il personaggio di Servillo, fucile imbracciato, uccide il cinghiale nonostante il suo sguardo innocente.L '"animalicidio" potrebbe essere una metafora di come la televisione, quella bruttina e prevedibile abbastanza visibile anche in questo film, abbia forse ucciso il cinema nostrano. Come, secondo alcuni, il calcioa zona avrebbe distrutto la figura del difensore italiano. Una didascalia, comunque, non priva di (relativa) efficacia. Come relativamente efficace sarà tutto il film. Dove non convince neanche il personaggio di Servillo: dovrebbe (ri)unire due aspetti, oltretutto in un contesto infarcito di dubbi ed ambiguità: si pensi ai sospetti della moglie di Servillo, ma anche alle due lingue del film (Certi personaggi sono addirittura bilingue). A maggior ragione, proprio in un contesto così (s)doppi(at)o, ma allo stesso tempo paradossalmente(?) monotono e televisivo, più efficace sarebbe stata probabilmente un'altra figura da Servillo, quella più ambigua e sfumata (Sic!) dell'ancor più inconsistente "Gorbaciof". Il finale, anche dal punto di vista cromatico, ci fa ripiombare nel buio della notte, in tutti i sensi: ora è Servillo che rischia di fare la fine del cinghiale nella prima scena. Dove Il finale, né ottimista né pessimista ma, probabilmente, neanche "Cerchiobottista", mi pare tra le cose migliori. Le scene migliori sono quelle in cui Cuperlini si astrae, come avveniva in un altro, piccolo film molto diverso da questo, "L'uomo che ama". L'atmosfera che si respira è lontanissima da quella di "Gomorra" e dei migliori Ciprì e maresco e De Gregorio, dove la realtà, avolte un pò nichilisticamente, appare........morta al lavoro. Anche perché, se il protagonista appare un bonaccione un pò inappropriato al contesto, l'amico del figlio è soltanto una macchietta, e lo stesso personaggio del figlio non aggiunge granché.
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