Cambio donna, ma resto pazzo per amore
di Elena Martelli Il Venerdì di Repubblica
Di «Uomini medi» Emilio Solfrizzi ne ha interpretati parecchi, fra cinema (Agata e la tempesta, El Alamein) e tv (Sei forte maestro). Ma Paolo, il protagonista di Tutti pazzi per amore, la fiction rivelazione della scorsa stagione di RaiUno, sbaraglia tutti. «Perché è un personaggio travolgente, un bambinone, talvolta anche meschino, ma in fondo tenero, che mi ha dato la possibilità di usare tutte le corde, da quella brillante a quella drammatica senza mai perdere di credibilità». Avendo avuto questo grande successo sia di pubblico sia di critica, Solfrizzi, 47 anni fra un mese, è in febbrile attesa della messa in onda della seconda stagione di Tutti pazzi per amore, (dal 21 marzo in prima serata su RaiUno).
La novità più eclatante della fiction che racconta, come in un musical, le vicende di una famiglia allargata, riguarda la sua nuova fidanzata. Che non sarà più interpretata da Stefania Rocca, (non ha girato la seconda serie perché era incinta), ma da Antonia Liskova. Un volto noto della serialità italiana (il commissario Montalbano), che raccoglie un passaggio di testimone alquanto delicato. Perché Laura, il personaggio lanciato da Rocca, rappresentava con Paolo (Solfrizzi) il fulcro di questa commedia corale (nel cast anche Neri Marcorè, Carlotta Natoli, Sonia Bergamasco, Francesca Inaudi e Corrado Fortuna), diretta da Riccardo Milani e scritta da Ivan Cotroneo, Monica Rametta e Stefano Bises. Solfrizzi racconta che non poteva trovare sostituta migliore: «All'inizio ho molto sofferto perché questa coppia era nata con Stefania. Ma lei ha fatto una scelta che ho ammirato: ha preferito dedicarsi alla sua vita privata. Per questo sono grato ad Antonia Liskova che è entrata nel cast senza imporsi. So che il pubblico ci aspetta al varco, ma sono sicuro che la nuova coppia piacerà molto. Siamo davvero affiatati». Così affiatati che stavolta, il matrimonio, saltato nell'ultima puntata della scorsa stagione, è assicurato.
Allora, che cosa succede in questa seconda serie?
«Intanto si vedranno più balletti e più canzoni, cantate quasi tutte dal vivo e non più in playback. Laura, poi, avrà un grande successo, scrivendo un libro, e i nostri ragazzi (interpretati da Nicole Murgia e Marco Brenno, il figlio di Michele Placido, ndr) devono affrontare la maturità. Poi arriva qualche personaggio nuovo, come Alessio Boni, che interpreta un ornitologo solitario, fratello di Marcorè».
A proposito di Marcorè: i blog si sono scatenati dicendo che morirà poco prima di dire «sì» a Carlotta Natoli, la sua promessa sposa!
«Marcorè ci sarà per tutta la stagione.... Diciamo che aleggia. Come un fantasma».
Siete stati definiti «i Cesaroni» di RaiUno. Cosa pensa della serie di Canale 5
«Sono programmi diversi, che hanno però una tematica in comune: la famiglia allargata. I Cesaroni ogni tanto li guardo. Fassari e Amendola sono davvero bravissimi».
Qualche anno fa sembrava che lei dovesse diventare «l'anti Montalbano», portando in tv Guido Guerrieri, l'avvocato protagonista dei romanzi di Gianrico Carofiglio, barese come lei.
«Pensavo addirittura che quel personaggio, che ho amato molto leggendolo i libri di Carofiglio, mi avrebbe cambiato la vita. Invece Mediaset ha tenuto i due tv movie, Testimone inconsapevole e Ad occhi chiusi tre anni nel cassetto, per poi mandarli in onda il 28 dicembre e il 2 gennaio, bruciandoli. Non ho mai capito perché».
Da barese, che cosa ne pensa della sua città oggi?
«Quando me ne sono andato, dieci anni fa, Bari era la periferia del mondo. Adesso, grazie a escort e politica, ne è diventata il centro. È una realtà ben più complessa e articolata di quello che si pensa. Ma mi piacerebbe dire le cose buone che ha fatto Nichi Vendola. Lo stimo persino come poeta».
Anche lei ha un passato lirico: oggi il suo Mino Pausa, il poeta macabro con cui a fine anni Ottanta faceva ridere nei cabaret pugliesi e su Telebari, è uno degli sketch che impazza su YouTube.
«Sì, da ragazzo ho cominciato a recitare assieme a un mio compagno di liceo, Antonio Stornaiolo, con cui diventammo la coppia comica Toti e Tata in onda su Telebari e Telenorba. Poi aprimmo a Bari La dolce Vita, un teatro cabaret che divenne un punto di riferimento della comicità pugliese. In realtà eravamo in tre, c'era anche Gennaro Nunziante, che oggi scrive i testi per Checco Zalone. La cosa buffa è che, nonostante sia passato tanto tempo, quando qualche mese fa abbiamo riproposto i nostri personaggi in uno spettacolo in Puglia con Renzo Arbore abbiamo avuto un successo clamoroso. Potenza di YouTube».
da Il Venerdì di Repubblica, 19 marzo 2010
di Elena Martelli, 19 marzo 2010