the man of steel
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giovedì 30 dicembre 2010
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adesso non esageriamo
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Mi sembra ridicolmente eccessivo il voto di Gabriele Niola, una votazione che quest'anno si sarebbe meritato più che altro Inception. TRON Legacy è indiscutibilmente un film godibile e nonostante la sua spettacolarità e potenza visiva, le coreografie stupende ed elaborate, gli effetti speciali e tutto il resto, riesce a sfuggire dall'essere marchiato come puro blockbuster d'intrattenimento. Un film che strizza l'occhio alla riflessione, ammicca al suo predecessore (che io credo sia di fattura inferiore) e che, con un regista pubblicitario, riesce ad avere una regia migliore dell'ultimo Harry Potter, in cui Yates, dopo una carriera in tv e 3 film, conitinua ad essere un dilettante.
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Mi sembra ridicolmente eccessivo il voto di Gabriele Niola, una votazione che quest'anno si sarebbe meritato più che altro Inception. TRON Legacy è indiscutibilmente un film godibile e nonostante la sua spettacolarità e potenza visiva, le coreografie stupende ed elaborate, gli effetti speciali e tutto il resto, riesce a sfuggire dall'essere marchiato come puro blockbuster d'intrattenimento. Un film che strizza l'occhio alla riflessione, ammicca al suo predecessore (che io credo sia di fattura inferiore) e che, con un regista pubblicitario, riesce ad avere una regia migliore dell'ultimo Harry Potter, in cui Yates, dopo una carriera in tv e 3 film, conitinua ad essere un dilettante. Insomma, anche davanti a tutti i pregi (non ultime le musiche dei Daft Punk), da qui al quasi chiamarlo capolavoro ce n'è di strada da fare. Il film ripeto è godibile ma di sicuro non ha nè una trama accattivante nè tantomeno parla di un argomento interessante. E' praticamente Tron dell''82 solo migliorato. L'obiettivo è sempre uscire dal sistema. E il buon vecchio senso di prevedibilità non aiuta a godersi il finale. SPOILER: ci avrei scommesso un miliardo che alla fine Jeff Bridges si sacrifica per far uscire il figlio. FINE SPOILER. E va beh fin qua potrebbe anche passare, però ci sono altre cose che non mi hanno convinto del tutto come ad esempio momenti di spiegazioni alquanto incomprensibili per chi non sa nulla di informatica, un iniziale spaesamento nei primi minuti di film per chi ha visto il primo Tron e direi un enorme spaesamento per chi non ha potuto averne l'onore (o l'onere), dialoghi leggerotti e personaggi (almeno 2) talmente poco credibili per un sistema computerizzato da risultare grotteschi, sbandate new age coincidenti a momenti di riflessione o humour che poco centrano col tutto, e per finire altrettante sbandate fantasy quando dovrebbe essere fantascienza rigida (qua portata al limite). Il confronto con Avatar è poco sensato ma comunque possibile e direi che ne esce vincitore su tutti i fronti Avatar che, al di là dell'innovatività, del realismo, della bellezza estetica e del piacere trasmesso allo spettatore, in confronto con Tron è un cinema con i fiocchi e molto meno somigliante ad un videogioco. Ok Tron si basa su di un videogioco (e con che spettacolare dinamismo mostra i giochi!!) , però Avatar è coerente anche cercando di non esserlo mentre questo è incoerente cercando di essere coerente. Parliamo degli attori: Olivia Wilde è GNOCCA fin qua ci sono tutti. Ma se penso alla sua recitazione mi fa venire in mente una bambina di 5 anni. Magari le hanno detto di recitare così per farla sembrare ingenua (e questa sarebbe un'altra incoerenza con quello che fa) o magari è la sua interpretazione naturale. In questo caso povera lei e poveri noi. Garrett Hedlund non è niente male, quasi stupefacente per la sua credibilità. Jeff Bridges dopo Crazy Heart si diverte un casino. Interpretazione nella media, certe facce poteva evitarsele ma per il resto va bene anche se poco credibile. 20 anni nello stesso pallosissimo posto e non sentirli, la vecchiaia poco generosa e nessun divertimento con Quorra/Olivia. Michael Sheen è quello che si diverte più di tutti. A questo punto non so se è meglio vedere il film con il primo in groppa o senza. In sintesi Tron Legacy è godibilissimo, ottimo esordio per Kosinski, grandi effetti speciali, grandissime scene d'azione ai giochi, ma per il resto non lascia quasi niente. Il film finisce come inizia e con lui lo spettatore.
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storyteller
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giovedì 30 dicembre 2010
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indiscutibilmente "moderno" e fiero d'esserlo
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Quattro stelle e mezza sono davvero sproporzionate per questo film di sci-fi sopra la media, ma credo che tre stelle e mezza ci stiano tutte (arrotondando per difetto).
L'estetica è brillante in più di un senso, la pseudo-dottrina filo/teosofica che fa da sfondo all'intera vicenda risulta omogeneamente riciclata da opere analoghe del passato, eppure anche incisiva nella sua concisione.
Ma soprattutto, è un'opera che si distingue prepotentemente sul fronte visuale ed espressivo, forse un po' meno su quello musicale (daccordo, i Daft conoscono il loro mestiere, ma il tema centrale viene spudoratamente riproposto in cento salse, e alla fine quel che resta davvero impresso è il leit motiv degli archi martellanti).
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Quattro stelle e mezza sono davvero sproporzionate per questo film di sci-fi sopra la media, ma credo che tre stelle e mezza ci stiano tutte (arrotondando per difetto).
L'estetica è brillante in più di un senso, la pseudo-dottrina filo/teosofica che fa da sfondo all'intera vicenda risulta omogeneamente riciclata da opere analoghe del passato, eppure anche incisiva nella sua concisione.
Ma soprattutto, è un'opera che si distingue prepotentemente sul fronte visuale ed espressivo, forse un po' meno su quello musicale (daccordo, i Daft conoscono il loro mestiere, ma il tema centrale viene spudoratamente riproposto in cento salse, e alla fine quel che resta davvero impresso è il leit motiv degli archi martellanti). Innegabile, in ogni caso, che la fusione videoclippara tra suoni e inquadrature provochi esaltazioni inconsulte nello spettatore, epifanie talvolta.
Da notare anche come, con un'indubbio picco di furberia, la sceneggiatura riesca a essere tremendamente convenzionale e al tempo stesso anticonformista: Dio esiste in ogni creatura, anche in quelle virtuali (convenzione)? Oppure sono gli uomini che tendono a divinizzarsi facendo leva sulla più diffusa e sbalorditiva forma di magia, l'informatica (già meno convenzionale)?
E ancora - ATTENZIONE SPOILER! SE NON AVETE VISTO IL FILM, NON LEGGETE - Il lieto fine che vede il protagonista e Quorra insieme è il classico contentino pacificante tipicamente buonista, o un audace atto d'amore nei confronti di un universo sintetico? È possibile che l'onanismo dell'uomo possa arrivare a produrre un suo doppio virtuale da sconfiggere o (ancora "peggio", se vogliamo) da amare? - FINE SPOILER -
Come già detto, la vicenda si presta a molte chiavi di lettura. E questo è insieme il punto di forza e il punto debole del film.
Prendete un pizzico di Matrix, aggiungete una spruzzata di Quinto Elemento e frullate tutto in un miscelatore marca Cyberpunk (opportunamente semplificato): ne caverete Tron: Evolution, film di indubbi meriti grafici e di non sottovalutabili qualità meta-filosofiche. E comunque, un film avvincente che usa in modo decente il 3D.
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marce84
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mercoledì 5 gennaio 2011
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tron: modernità allo stato puro
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Tron Legacy è un film che trasuda modernità in tutti i suoi 126 minuti: è moderno in quanto offre agli spettatori forse il più bel 3d mai visto, che esalta le originalissime ambientazioni cibernetiche e gli scontri tra i personaggi all’interno del mondo informatico, è moderno in quanto il mix tra suoni e immagini cattura lo spettatore in una sorta di estasi cinematografica di luci, colori e musiche, ma soprattutto è moderno in quanto riesce a bilanciare forme spettacolari a interessanti contenuti. Anche il modo in cui tratta la tecnologia è incredibilmente moderno, laddove non si ferma a una mera contrapposizione tra umano e tecnologico, ma cerca una via alternativa più complessa, ovvero una possibile conciliazione tra i due aspetti: una rinascita dell’uomo a partire dalla tecnologia, dove il ruolo assunto dal personaggio di Quorra diventa fondamentale.
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Tron Legacy è un film che trasuda modernità in tutti i suoi 126 minuti: è moderno in quanto offre agli spettatori forse il più bel 3d mai visto, che esalta le originalissime ambientazioni cibernetiche e gli scontri tra i personaggi all’interno del mondo informatico, è moderno in quanto il mix tra suoni e immagini cattura lo spettatore in una sorta di estasi cinematografica di luci, colori e musiche, ma soprattutto è moderno in quanto riesce a bilanciare forme spettacolari a interessanti contenuti. Anche il modo in cui tratta la tecnologia è incredibilmente moderno, laddove non si ferma a una mera contrapposizione tra umano e tecnologico, ma cerca una via alternativa più complessa, ovvero una possibile conciliazione tra i due aspetti: una rinascita dell’uomo a partire dalla tecnologia, dove il ruolo assunto dal personaggio di Quorra diventa fondamentale. L’eccellenza del film sta soprattutto nel potere delle immagini e dei suoni e nel modo in cui le due componenti vanno in accordo: in questo va dato merito all’ottimo lavoro svolto dai Daft Punk per le realizzazione di tutta la colonna sonora. La potenza visiva e acustica del film va al di là della trama, che è credibile, ma non particolarmente originale o complessa. Inoltre, il bellissimo 3d non ha solamente una funzione spettacolare, ma diventa quasi l’essenza del film stesso, nel tentativo di far diventare anche lo spettatore un Flynn qualsiasi. Il rischio che si corre in questi casi, quando si girano film di fantascienza, che giocano molto sul potere della spettacolarità, sul modo di colpire i sensi dello spettatore con musiche e grafica accattivanti e originali, è quello che al di là della superficie non ci sia nulla e si crei un enorme contenitore vuoto di contenuti. A mio parere questo non accade in Tron, dove ci sono interessanti riflessioni meta filosofiche: il rapporto tra umano e tecnologico, il concetto di perfezione e perfettibilità, temi religiosi legati al concetto di creazione, divinità, creatura, temi politici come democrazia, dittatura, diversità, emarginazione. Credo che tutte queste riflessioni contribuiscano ad arricchire il film ed il modo in cui vengono trattate, che non è particolarmente profondo e insistente, vada di pari passo con il tipo di film che si vuole fare. Infatti, il tipo di film vuole essere moderno, giovanile, dotato di ritmo, che vuole entusiasmare facendo riflettere e che vuole far riflettere ma senza annoiare. Per cui non ha la pretesa di essere un capolavoro, ma ha quella di divertire lo spettatore senza prenderlo per uno sprovveduto, tenendo ben presente la sua intelligenza. Per quanto riguarda l’interpretazione, ottima quella di Jeff Bridges, oscar per Crazy Heart, soprattutto nel ruolo del padre, forse troppo stereotipata in quella del replicante, bravo anche Garrett Hedlund nel ruolo più dinamico del film, mentre la palma del più divertente va a Michael Sheen, davvero ottimo nell’interpretare il programma fuori dagli schemi, il personaggio più stravagante del film. Infine, non può non affascinare Olivia Wilde, che interpreta la bella Quorra, in modo ingenuo, ma allo stesso tempo energico. Qualche debolezza nella trama invece per quanto riguarda, la questione degli Iso, cioè una sorta di programmi ibridi, dotati di materiale genetico oltre a quello digitale: forse questa tematica poteva essere più sviluppata. Un’altra debolezza è quella riguardante Tron: curioso il fatto che il film prenda spunto da un personaggio assolutamente secondario nella trama. Anche nel finale quando in qualche modo diventa “un aiutante del bene” e ci si aspetta che faccia qualcosa di più, il suo ruolo viene solamente accennato. Insomma Tron Legacy non sarà un capolavoro, ma è terribilmente moderno e originalmente affascinante. VOTO 7
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vincenzo barbarulli
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sabato 15 gennaio 2011
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pensavo fosse un bluff, invece era un bel film
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Un bambino, prima di coricarsi, ascolta incantato il padre parlare di avventure cibernetiche, di mitologici esseri elettronici. Ma il padre, Kevin Flynn, scompare misteriosamente, lasciando lo smarrito bambino erede della maggioranza societaria della Encom, potenza planetaria del mondo software. L'erede bambino, Sam Flynn, non accetterà mai lo stato di abbandono, rivoltandosi da grande verso il proprio destino, e contro la Encom. E' l'atto di Prometeo, che si ribella ad un apparente destino per uscire dallo stabilito, per trovare il cugino-padre Zeus, creatore del mondo. Ovviamente non mancheranno i cattivi di turno e le avventure del caso.
Questo lavoro cinematografico è veramente degno di nota.
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Un bambino, prima di coricarsi, ascolta incantato il padre parlare di avventure cibernetiche, di mitologici esseri elettronici. Ma il padre, Kevin Flynn, scompare misteriosamente, lasciando lo smarrito bambino erede della maggioranza societaria della Encom, potenza planetaria del mondo software. L'erede bambino, Sam Flynn, non accetterà mai lo stato di abbandono, rivoltandosi da grande verso il proprio destino, e contro la Encom. E' l'atto di Prometeo, che si ribella ad un apparente destino per uscire dallo stabilito, per trovare il cugino-padre Zeus, creatore del mondo. Ovviamente non mancheranno i cattivi di turno e le avventure del caso.
Questo lavoro cinematografico è veramente degno di nota. Vediamone alcuni motivi. Negli anni '80 fece epoca Tron, un film che partendo da un nascente fenomeno sociale, il personal computer (PC), trasse una storia originale di fantascienza. In questo sequel, meritevole primaria genialità, si parte da un fenomeno assodato (i PC) per riflettere sul sociale. La fotografia, pardon..la grafica fa da punto di forza, 3D e musica si sublimano in sequenze da videoclip preso da MTV, questo grazie al generoso contributo dei Daft Punk. In particolare, alcune spettacolari ambientazioni, come la casa di Kevin Flynn con inquadrature alla Kubrick, portano la fotografia ad un livello particolarmente alto. Buone tutte le interpretazioni, non saranno da oscar ma tengono banco. I personaggi secondari, senza interpretazioni brillanti da segnalare, funzionano allo scopo. Per quanto colorino solo il film, sembrano piccole meteore che contornano la pellicola.
Quello che in effetti sorprende, non sono tanto le scene di azione, per quanto siano meritevoli di una qualche lode. Quello stupisce è il constatare che questa storia, paradossalmente, è sostanzialmente una storia di recitazione. Lunghi dialoghi e momenti lenti, danno uno spessore particolarmente interessante. L'effetto è piacevolissimo, tra l'arte visiva da design modiaiolo e la forza delle azioni e dei pensieri dei personaggi, si viene totalmente coinvolti! Non ci aspetta davvero questi personaggi da una casa di produzione come Disney , tendenzialmente di morale bacchettona e buonista. Insolita a realizzare questo tipo di produzioni. Riflessioni filosofiche, sulla condizione umana e sull'essere umano, coloriscono il tutto. Si parla di deportazioni, di pulizia etnica, di meditazione, di ricerche profonde. Tutti temi epocali, anche se restano solo a margine della storia, sono spunti interessanti. Alcune incongruenze logiche di narrazioni, vengono assorbite dallo spettacolo, lasciando più di un dubbio. E' pur sempre un film targato Disney. Cocludendo, film imperdibile per chi ha amato il primo Tron, per chi ha adorato Matrix, per I fan dei videoclip musicali, per gli amanti della fantascienza e delle nuove tecnologie in generale. Da vedere per tutti gli altri.
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gadoraid
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martedì 15 novembre 2011
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frontiera dell’arte visiva.
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Tron Legacy è essenzialmente un video clip. Un video clip che in qualche modo riesce ad amalgamare immagini e suoni perfettamente. Qui musica e immagini sono inscindibili.
Il risultato è oggettivamente una gioia per gli occhi e per le orecchie e per il 3D, che finalmente funziona bene senza darti quell’impressione di vecchia cartolina strobostropica.
Il film riprende le tematiche del primo Tron del lontano 1982. La trama è convincente, i dialoghi anche, d’altronde tra gli sceneggiatori ci sono anche i “matti” di Lost.
Rimandi a Matrix (ma quale film negli ultimi anni non ha attinto a Matrix capostipite del rallenty acrobatico , a Guerre Stellari, a Blade Runner e a tanti altri.
Ingredienti principali: un Jeff Bridges “bifronte” e con barba mistica, nella parte del digitalizzato programma Clu e del creatore-creativo Kevin Flynn; gli occhi di ghiaccio che ti fuoriescono inesorabili dallo schermo della splendida Quorra (Olivia Wilde) – ndr.
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Tron Legacy è essenzialmente un video clip. Un video clip che in qualche modo riesce ad amalgamare immagini e suoni perfettamente. Qui musica e immagini sono inscindibili.
Il risultato è oggettivamente una gioia per gli occhi e per le orecchie e per il 3D, che finalmente funziona bene senza darti quell’impressione di vecchia cartolina strobostropica.
Il film riprende le tematiche del primo Tron del lontano 1982. La trama è convincente, i dialoghi anche, d’altronde tra gli sceneggiatori ci sono anche i “matti” di Lost.
Rimandi a Matrix (ma quale film negli ultimi anni non ha attinto a Matrix capostipite del rallenty acrobatico , a Guerre Stellari, a Blade Runner e a tanti altri.
Ingredienti principali: un Jeff Bridges “bifronte” e con barba mistica, nella parte del digitalizzato programma Clu e del creatore-creativo Kevin Flynn; gli occhi di ghiaccio che ti fuoriescono inesorabili dallo schermo della splendida Quorra (Olivia Wilde) – ndr. vale solo lei il prezzo del biglietto, l’iso Superstite, la prossima frontiera dell’evoluzione cibernetica; un delirio di grafica computerizzata perfettamente credibile, con scenari cupi, freddi ossessivi, immensi; un quasi azzeccato Garrett Hedlund nella parte di Sam Flynn. Frontiera dell’arte visiva.
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caribe1999
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domenica 9 gennaio 2011
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grande esperienza, ma con troppe idee
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Tron Legacy è un'esperienza da vivere con uno schermo grande in 3D e con l'audio surround, altrimenti è impossibile immergersi totalmente nel mondo tecnologico del film. E sarebbe un gran peccato perché dal punto di vista estetico è un film indimenticabile con tutta una serie di ambientazioni, di dettagli, di costumi che portano lo spettatore a vivere in un mondo parallelo dominato dall'oscurità dalle eterne nuvole nere del cielo e dalle luci che evidenziano i contorni dei personaggi e degli oggetti. La musica è totalmente in simbiosi con quello che si vede e permette di godersi con l'umore giusto tutto quello che succede. Favoloso!
Per contro la trama è molto semplice e la sequenza degli eventi è anche molto simile a quella del primo Tron, tranne ovviamente la prima parte che innesta intelligentemente questo sequel al primo film.
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Tron Legacy è un'esperienza da vivere con uno schermo grande in 3D e con l'audio surround, altrimenti è impossibile immergersi totalmente nel mondo tecnologico del film. E sarebbe un gran peccato perché dal punto di vista estetico è un film indimenticabile con tutta una serie di ambientazioni, di dettagli, di costumi che portano lo spettatore a vivere in un mondo parallelo dominato dall'oscurità dalle eterne nuvole nere del cielo e dalle luci che evidenziano i contorni dei personaggi e degli oggetti. La musica è totalmente in simbiosi con quello che si vede e permette di godersi con l'umore giusto tutto quello che succede. Favoloso!
Per contro la trama è molto semplice e la sequenza degli eventi è anche molto simile a quella del primo Tron, tranne ovviamente la prima parte che innesta intelligentemente questo sequel al primo film. Ma come detto il film batte sull'aspetto estetico, sui grandi effetti digitali che creano una fantastica ambientazione cyberpunk dove teoricamente è permesso tutto e chi cerca un racconto complesso rimarrà sicuramente deluso. Ma in questo senso non c'era aspettativa e quindi non criticherei eccessivamente Tron Legacy per questa mancanza.
L'aspetto che secondo me non lo rende un capolavoro è il fatto che gli autori abbiamo voluto inserire troppe cose e avendo a disposizione solo 2 ore molte delle idee risultano appena accennate dando un senso di incompletezza. Per esempio le Iso, che vengono introdotte come se fossero qualcosa di estremamente importante dal punto di vista narrativo, vengono sostanzialmente lasciate nell'oblio. Castor, per quanto affascinante, è alla fine un semplice buffone. Lo stesso Tron, che da il nome al film, viene relegato a una parte assolutamente marginale ed è in definitiva privo di qualsiasi utilità. Perché tutto questo spreco di idee e personaggi?
In sintesi il fillm è favoloso da vedere e bello da sequire.
E l'aspetto nerd? Vengono buttati nella mischia un po' di termini e di concetti senza spararle troppo grosse (questa volta non abbiamo programmi che si baciano). E in qualche frame compare anche una comune shell con qualche comando unix. Il mondo dei computer è sempre meno strambo.
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sandro roy
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mercoledì 12 gennaio 2011
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pirotecnico
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Volutamente poco impegnativo, quasi scontato nei dialoghi e dalla trama semplice, Il primo film dell'esordiente regista Joseph Kosinski ( solo 37 anni ) trae il suo punto di forza nell'impatto visivo che crea, messo anche in risalto con gli stacchi dal 2D del mondo reale al 3D in quello digitale, e uditivo; la colonna sonora dei Daft Punk è tra le migliori degli ultimi 10 anni nel suo complesso ma soprattutto nel suo contesto.
I primi minuti di Tron Legacy disorientano, affascinano, attraggono e abbagliano, tanto da lasciare un tantino delusi quando sono d'obbligo gli " stop " dei dialoghi facendo luce sulla storia quel tanto che basta.
L'azione non manca.
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Volutamente poco impegnativo, quasi scontato nei dialoghi e dalla trama semplice, Il primo film dell'esordiente regista Joseph Kosinski ( solo 37 anni ) trae il suo punto di forza nell'impatto visivo che crea, messo anche in risalto con gli stacchi dal 2D del mondo reale al 3D in quello digitale, e uditivo; la colonna sonora dei Daft Punk è tra le migliori degli ultimi 10 anni nel suo complesso ma soprattutto nel suo contesto.
I primi minuti di Tron Legacy disorientano, affascinano, attraggono e abbagliano, tanto da lasciare un tantino delusi quando sono d'obbligo gli " stop " dei dialoghi facendo luce sulla storia quel tanto che basta.
L'azione non manca. L'armonia nei movimenti dei mezzi fantascientifici si oppone ai duri spigoli delle fantasiose infrastrutture, il gioco di luci è spettacolare, il subwoofer ed il 3D in questo film fanno davvero la differenza.
Le scene di lotta sono stranamente ordinate e mai troppo lunghe. Non mancano sequenze stappa sorrisi ed è ottima la caratterizzazione di alcuni stravaganti ed inquietanti personaggi, Castor ( il proprietario della discoteca ) su tutti.
Non ha bisogno di giudizi l'interpretazione di J.Bridge, sorprendente quella del 26enne Garrett Hedlund.
Questo Tron non pretendeva di competere con il contorto Inception, ma chi se ne importa se una volta tanto a lavorare è qualche neurone in meno e a godere rimangono sopratutto gli occhi e le orecchie.
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tecmec
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mercoledì 14 settembre 2011
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cyberpunk a portata di ragazzi
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Partendo senza pretese mi sono lasciato piacevolmente impressionare positivamente da questo blockbuster disney.
Fedele all'originale, seppur ovviamente (dati i tempi) contorcendo il vero contenuto fantascientifico e piegandolo ad un'etica quasi blasfema e tutta contemporanea di idolatria del digitale senza però capirne le reali potenzialità, Tron-Legacy risulta un film anzitutto notevolmente spettacolare con scenografie assolutamente magnifiche.
In questo mondo a metà strada tra il cyberpunk di William Gibson e il fantasy più puro stile warhammer40000, si innesta la strana storia del vecchio protagonista e delle sue spalle, moltiplicando il tema corale col figlio di lui e con un'eccentrica IA che si rivelerà il vero fulcro idolatrico della trama.
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Partendo senza pretese mi sono lasciato piacevolmente impressionare positivamente da questo blockbuster disney.
Fedele all'originale, seppur ovviamente (dati i tempi) contorcendo il vero contenuto fantascientifico e piegandolo ad un'etica quasi blasfema e tutta contemporanea di idolatria del digitale senza però capirne le reali potenzialità, Tron-Legacy risulta un film anzitutto notevolmente spettacolare con scenografie assolutamente magnifiche.
In questo mondo a metà strada tra il cyberpunk di William Gibson e il fantasy più puro stile warhammer40000, si innesta la strana storia del vecchio protagonista e delle sue spalle, moltiplicando il tema corale col figlio di lui e con un'eccentrica IA che si rivelerà il vero fulcro idolatrico della trama. Come ho letto nella recensione in home page, giustamente, in questo film si assiste ad una depersonalizzazione della tematica puramente informatica (vero asse di forza di Tron) in favore di una mistica pagana, un paradiso artificiale e pacifico scaturito dai vecchi videogame anni 80 in cui lo stesso demiurgo si annichilisce pur di preservarne la pace.
Notevole (ma non voluta!) la scena finale in cui la stessa speranzosa "mistica nerd" irrompe nel quotidiano assimilando i palazzi magniloquenti di cristallo nero ai comuni grattacieli, e il portale misticheggiante al nostro umile e bellissimo sole.
Ma attenzione, c'è il trucco: di là (nel mondo di Tron) ogni forma corrisponde ad una funzione specifica... e di qua?
Da vedere, anche coi bambini tanto a loro apparirà come il solito megafilm della disney, e da meditare, purché ci si sia fatta un'idea precisa del cyberpunk. Altrimenti si resta ammaliati dal messaggio equivoco del "dio nella rete".
Scenografie eccezionali, azione buona, interpreti ispirati, bella colonna sonora.
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asdrubale
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mercoledì 19 gennaio 2011
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ennesima occasione sprecata
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Assolutamente spettacolare e strabiliante dal punto di vista visivo, originale e ricca di spunti la trama, è uno di quei film che ha le carte in regola per essere un capolavoro. E invece tutto ciò che c'è di buono si perde nello sviluppo: l'atmosfera straniante si dissolve dopo una mezzoretta grazie a dialoghi piatti e personaggi secondari (a mio parere) male caratterizzati. Ne esce un film sicuramente più che godibile, con qualche trovata memorabile, ma che non porta niente di innovativo a livello "formale" e che sicuramente delude chi si aspettava roba un po' diversa. E' un peccato sprecare occasioni del genere
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