bobtheheat
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sabato 25 settembre 2010
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"it will be like our sunny days"
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Dopo il cupo “Gone Baby Gone”, Ben Affleck ritorna dietro la macchina da presa e conferma, non senza mia sorpresa, che oltre alla “mascella di ferro”, il ragazzo possiede effettivamente un buon talento per la regia. La fatica fatta dal sottoscritto per poter assistere all’anteprima in originale del film, grazie alla rassegna Panoramica presente in questi giorni a Milano, è stata insomma ben ripagata. Rispetto al film di esordio, “The Town” ha una struttura più semplice e convenzionale: è infatti un classico poliziesco americano con venature sentimentali (momenti che riescono a non essere scontati grazie alla malinconica bellezza della protagonista Rebecca Hall), in cui ritroviamo duri rapinatori da una parte e implacabili poliziotti (un grande John Hamm) dall’altra.
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Dopo il cupo “Gone Baby Gone”, Ben Affleck ritorna dietro la macchina da presa e conferma, non senza mia sorpresa, che oltre alla “mascella di ferro”, il ragazzo possiede effettivamente un buon talento per la regia. La fatica fatta dal sottoscritto per poter assistere all’anteprima in originale del film, grazie alla rassegna Panoramica presente in questi giorni a Milano, è stata insomma ben ripagata. Rispetto al film di esordio, “The Town” ha una struttura più semplice e convenzionale: è infatti un classico poliziesco americano con venature sentimentali (momenti che riescono a non essere scontati grazie alla malinconica bellezza della protagonista Rebecca Hall), in cui ritroviamo duri rapinatori da una parte e implacabili poliziotti (un grande John Hamm) dall’altra. Niente di nuovo dunque nello spunto iniziale. E tanto meno poi nel suo esito finale. Ma sin dall’incisivo e palpitatnte prologo si capisce subito che non si respira l’aria preconfezionata e plasticosa di molto cinema hollywoodiano di oggi: ma un’aria più sincera, vicina nello spirito più al cinema anni ’70, come già accadeva in alcuni altri recenti buoni polizieschi made in USA (Pride and Glory). “The Town” non ha a questo proposito sequenze fiammeggianti all’altezza ad esempio di “I padroni della notte” di James Gray: ma nel suo insieme, finisce a mio avviso per avere un aspetto persino più solido, sicuramente privo di pause e cadute di credibilità. Merito di un soggetto che non si concentra solo sulle scene d’azione, che ci sono (le rapine, l’assedio finale) ricche di tensione, tese ed accurate: e/o sul fascino dei protagonisti. Ma piuttosto sull’atmosfera di tutta l’ambientazione. Affleck regista sembra conoscere veramente bene quello che narra. Non si limita insomma ad “impaginare” il racconto, come fanno molti colleghi. Descrive in modo convincente “Charlestown”, il quartiere malavitoso di Boston, da cui il protagonista vorrebbe venir via. Riesce a far capire benissimo come a volte sia impossibile percorrere strade diverse da quelle dei padri (ottimo il cameo di Chris Cooper). E quando ci si prova, come il nostro protagonista (anche Affleck attore se la cava bene per una volta) c’è sempre qualcuno, persino gli amici fraterni (un ottimo Jeremy Renner, lo psicopatico della banda che richiama quasi alla mente, nella sua furia ed incoscienza, il mitico Joe Pesci di “Quei Bravi Ragazzi”) che ti rammenta, se il caso con inequivocabili minacce (potente anche il monologo di Pete Postlethwaite) che proprio non si può. Più semplice mandare affanculo (bella l’idea del bigliettino sul parabrezza e il suo successivo “passaggio” nelle mani dell’avvocato) gli agenti FBI, con le loro auto riconoscibilissime persino dai bambini di 6 anni del quartiere. Loro, insieme ai poliziotti, non hanno modo di sorvegliare giorno e notte neanche i sospettati: non hanno il controllo del territorio. Potrebbero forse averlo, riprendendo una sarcastica battuta del film, solo se i malavitosi fossero in realtà tutti terroristi islamici. Purtroppo non è solo una battuta.
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marvelman
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giovedì 14 ottobre 2010
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un film perfetto
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Un grandissimo film che ha perfino superato le aspettative, se tutti i film Warner e Legendary continuassero, dopo Inception, a farli così belli allora staremmo a posto. Ma quale thriller, questo non è un thriller, è un capolavoro del poliziesco, un film completo in cui c'è veramente di tutto e di più, una mistura che attinge dall'hard boiled, gangster, thriller, romance, prende il meglio della violenza, delle volgarità, del sesso, della droga e della dura vita da fuorilegge di Boston e lo sputa in faccia allo spettatore, alleggerisce con momenti e battute divertenti, non annoia mai ed è in grado di rendere partecipe chi guarda di ciò che accade in una rapina in banca. Ben Affleck si conferma un bravissimo regista in uno dei suoi film migliori poichè è capace di smontare i più insignificanti e passabili clichè, crea situazioni paradossalmente geniali e usa i pugni in faccia e le pallottole come uno strumento di comunicazione, il bravissimo Jeremy Renner (qua ci sta la nomination per non protagonista) lo apostrofa accentuandone la tendenze da violento ragazzo di strada e se le ghigna con maestosa tranquillità tra un sorso di birra e una mazzata sui denti.
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Un grandissimo film che ha perfino superato le aspettative, se tutti i film Warner e Legendary continuassero, dopo Inception, a farli così belli allora staremmo a posto. Ma quale thriller, questo non è un thriller, è un capolavoro del poliziesco, un film completo in cui c'è veramente di tutto e di più, una mistura che attinge dall'hard boiled, gangster, thriller, romance, prende il meglio della violenza, delle volgarità, del sesso, della droga e della dura vita da fuorilegge di Boston e lo sputa in faccia allo spettatore, alleggerisce con momenti e battute divertenti, non annoia mai ed è in grado di rendere partecipe chi guarda di ciò che accade in una rapina in banca. Ben Affleck si conferma un bravissimo regista in uno dei suoi film migliori poichè è capace di smontare i più insignificanti e passabili clichè, crea situazioni paradossalmente geniali e usa i pugni in faccia e le pallottole come uno strumento di comunicazione, il bravissimo Jeremy Renner (qua ci sta la nomination per non protagonista) lo apostrofa accentuandone la tendenze da violento ragazzo di strada e se le ghigna con maestosa tranquillità tra un sorso di birra e una mazzata sui denti. Perfetto tutto il resto del cast e geniale la sceneggiatura, nient'altro da aggiungere.
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spike
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sabato 9 ottobre 2010
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hollywood è anche charlestown
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Ben Affleck si conferma autore interessante e ottimo regista. Qualcosa in meno di "Gone Baby Gone", che aveva dalla sua l'ottimo soggetto di Dennis Leahne, ma ormai si vede la mano di Ben che sa farci entrare nell'America più vera senza i fronzoli hollywoodiani. C'è qualcosa di Eastwood nei film di Affleck ed è quel filmare l'America più "sporca" senza compromessi e inutili buonismi, pensate cosa può diventare Affleck fra qualche anno...è un whisky pregiato che gusteremo a lungo e con il tempo migliorerà. Buona regia, ottima sceneggiatura come le interpretazioni. Per le cinque stelle ci sarebbe voluta una trama più articolata e qualche approfondimento sociologico e psicologico dei personaggi, ma va bene così, c'è tempo.
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Ben Affleck si conferma autore interessante e ottimo regista. Qualcosa in meno di "Gone Baby Gone", che aveva dalla sua l'ottimo soggetto di Dennis Leahne, ma ormai si vede la mano di Ben che sa farci entrare nell'America più vera senza i fronzoli hollywoodiani. C'è qualcosa di Eastwood nei film di Affleck ed è quel filmare l'America più "sporca" senza compromessi e inutili buonismi, pensate cosa può diventare Affleck fra qualche anno...è un whisky pregiato che gusteremo a lungo e con il tempo migliorerà. Buona regia, ottima sceneggiatura come le interpretazioni. Per le cinque stelle ci sarebbe voluta una trama più articolata e qualche approfondimento sociologico e psicologico dei personaggi, ma va bene così, c'è tempo. CONSIGLIATO
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mister_wnb
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sabato 16 ottobre 2010
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affleck diventa una certezza dietro la cinepresa
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un poliziesco magnifico nonostante sia un trama classica e lineare.
affleck è meglio del solito anche se non è comunque eccelso e quando in scena c'è renner gli occhi vanno dritti su di lui,veramente straordinaria la sua presenza nel complesso scenico.
la regia,la scenografia e la sceneggiatura sono tutte eccelsecosì come il montaggio perfetto
emotivamente il film coinvolge parecchio e sa emozionare in ogni maniera.
in conclusione posso dire che il cinema moderno ha definitivamente consacrato una nuova stella tra i registi di hollywood:complimenti Ben
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paolo bisi
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domenica 6 marzo 2011
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una delle sorprese dell'anno
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A Charlestown, quartiere povero di Boston dove la violenza dilaga, un gruppo di rapinatori assale una banca, prendendo come ostaggio la direttrice. Dopo averla lasciata andare, Doug Macray, guida della banda, si mette sulle sue tracce e inizia ad avere una relazione con lei, la quale è ovviamente all'oscuro della verità. L'FBI da la caccia ai criminali, costretti ad un ultimo, grande colpo: qualcuno non sopravviverà. Dopo il non esaltante "Gone baby Gone", Ben Affleck sorprende tutti con un ottimo film, che non si limita a intrattenere lo spettatore con buone sequenze d'azione, ma che descrive nei minimi dettagli un mondo governato dalla violenza.
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A Charlestown, quartiere povero di Boston dove la violenza dilaga, un gruppo di rapinatori assale una banca, prendendo come ostaggio la direttrice. Dopo averla lasciata andare, Doug Macray, guida della banda, si mette sulle sue tracce e inizia ad avere una relazione con lei, la quale è ovviamente all'oscuro della verità. L'FBI da la caccia ai criminali, costretti ad un ultimo, grande colpo: qualcuno non sopravviverà. Dopo il non esaltante "Gone baby Gone", Ben Affleck sorprende tutti con un ottimo film, che non si limita a intrattenere lo spettatore con buone sequenze d'azione, ma che descrive nei minimi dettagli un mondo governato dalla violenza. Tra le buone prove degli attori, spicca tutto il talento di Jeremy Renner, autore di un'interpretazione magistrale nei panni di Jem, amico fraterno di Doug. Davvero solida la sceneggiatura, così come la colonna sonora, che emerge nei momenti importanti. Bellissimo finale. Una delle più grandi sorprese dell'anno e, forse, uno dei migliori film polizieschi dell'ultimo decennio.
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the man of steel
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giovedì 14 ottobre 2010
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altro film snobbato dall'italia
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E' proprio vero: la critica e il pubblico americano capiscono più delle controparti italiane, questo è un fatto. Come accaduto per Inception il film di genere the Town ha ottenuto qua da noi un'accoglienza discretamente positiva invece che quella più alta che si merita nonostante sia stato sotto gli occhi di tutti a Venezia, la recensione su questo sito ne è la prova. The Town che correrà di sicuro per il titolo di miglior film ai prossimi oscar ha tutte le carte in regola per vincere, prende in prestito il meglio da the Departed, film più o meno in stile con questo, e riesce a creare situazioni diverse senza copiarlo in modo da rendere il libro da cui è tratto un'ottima base di prestanza per un prodotto cinematografico.
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E' proprio vero: la critica e il pubblico americano capiscono più delle controparti italiane, questo è un fatto. Come accaduto per Inception il film di genere the Town ha ottenuto qua da noi un'accoglienza discretamente positiva invece che quella più alta che si merita nonostante sia stato sotto gli occhi di tutti a Venezia, la recensione su questo sito ne è la prova. The Town che correrà di sicuro per il titolo di miglior film ai prossimi oscar ha tutte le carte in regola per vincere, prende in prestito il meglio da the Departed, film più o meno in stile con questo, e riesce a creare situazioni diverse senza copiarlo in modo da rendere il libro da cui è tratto un'ottima base di prestanza per un prodotto cinematografico. Di sicuro tra i migliori film di quest'anno the Town è IL FILM di Ben Affleck, attore inospettabilmente adatto per il ruolo che porta sul grande schermo e regista bravissimo nonostante sia solo alla sua seconda esperienza dietro alla macchina da presa, compito che a quanto pare svolge meglio rispetto all'altra parte. Perfetti sai sceneggiatura che montaggio, da urlo Jeremy Renner che ha un ruolo a 360 gradi. Violenza e delinquenza prosperano e fanno del film un prodotto (giustamente) non per tutti. STRACULT la scena in cui i rapinatori con la maschera vestiti da suore stanno imbambolati scambiandosi occhiate davanti al poliziotto che li fissa mentre scaricano i soldi dalla Jeep.
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d'aria
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domenica 10 ottobre 2010
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amore o giustizia?
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Ottima direzione per un Ben Affleck protagonista indiscreto di una banda di malviventi.
Il film prende molto dal romanzo da cui è ispirato ma è reso assai realistico sia dall'abilità degli attori assai immedesimati nei ruoli, sia dalle scenografie e sceneggiature.
Più di un punto a favore alla scelta registica che prevede posizionamenti di telecamera a dir poco " invisibili" tali da far calare lo spettatore in quella che è una fuga verso la povertà, verso una vita costretta dal luogo di nascita, dai traumi psicologici infantili.
Non troviamo quindi solamente fuge e inseguimenti, sparatorie e rapine all'interno di questo thriller ma anche il virile cuore di ghiaccio che si scioglie grazie al sorriso di una affascinante ( e unica donna ) Rebecca Hall e ai ricordi d'infanzia.
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Ottima direzione per un Ben Affleck protagonista indiscreto di una banda di malviventi.
Il film prende molto dal romanzo da cui è ispirato ma è reso assai realistico sia dall'abilità degli attori assai immedesimati nei ruoli, sia dalle scenografie e sceneggiature.
Più di un punto a favore alla scelta registica che prevede posizionamenti di telecamera a dir poco " invisibili" tali da far calare lo spettatore in quella che è una fuga verso la povertà, verso una vita costretta dal luogo di nascita, dai traumi psicologici infantili.
Non troviamo quindi solamente fuge e inseguimenti, sparatorie e rapine all'interno di questo thriller ma anche il virile cuore di ghiaccio che si scioglie grazie al sorriso di una affascinante ( e unica donna ) Rebecca Hall e ai ricordi d'infanzia.
Come condannare quindi un romantico Ben Affleck se compie qualche rapina in quel di Boston con i suoi vecchi amici?
Un paragone a Nemico pubblico numero uno è l'unica pecca; ma perchè no, di geni- rapinatori ce ne sono stati, e il cinema è fatto per rendere le loro storie assai affascinanti e...chiudere un occhio dove la giustizia morale non è arrivata.
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marce84
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sabato 16 ottobre 2010
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go ben go
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The Town è il secondo film alla regia di Ben Affleck, dopo il successo dello splendido Gone Baby Gone: ancora una volta una delle protagoniste è la città (“The town”), o meglio una sua parte, il sobborgo disagiato, ed ancora una volta il film è piacevole e ben diretto, anche se un gradino sotto alla precedente opera. The Town, infatti, è un thriller poliziesco ben diretto, ben orchestrato e recitato, ma è privo dei colpi di scena e dell’originalità che caratterizzava il noir Gone Baby Gone. Tuttavia, l’ingrediente principale di un poliziesco è la suspence e la creazione di una certa tensione per tutto il film ed in questo, c’è da dire, che Ben Affleck non ha di certo fallito: anzi, lo spettatore, pur aspettandosi il più delle volte gli eventi che accadono in questo film, rimane incollato allo schermo senza cali di tensione, proprio per la bravura nell’allestimento delle scene in cui si mischiano dialoghi, azione, sentimenti e adrenalina, in un mix che non lascia indifferenti e che trascina lo spettatore fino al finale.
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The Town è il secondo film alla regia di Ben Affleck, dopo il successo dello splendido Gone Baby Gone: ancora una volta una delle protagoniste è la città (“The town”), o meglio una sua parte, il sobborgo disagiato, ed ancora una volta il film è piacevole e ben diretto, anche se un gradino sotto alla precedente opera. The Town, infatti, è un thriller poliziesco ben diretto, ben orchestrato e recitato, ma è privo dei colpi di scena e dell’originalità che caratterizzava il noir Gone Baby Gone. Tuttavia, l’ingrediente principale di un poliziesco è la suspence e la creazione di una certa tensione per tutto il film ed in questo, c’è da dire, che Ben Affleck non ha di certo fallito: anzi, lo spettatore, pur aspettandosi il più delle volte gli eventi che accadono in questo film, rimane incollato allo schermo senza cali di tensione, proprio per la bravura nell’allestimento delle scene in cui si mischiano dialoghi, azione, sentimenti e adrenalina, in un mix che non lascia indifferenti e che trascina lo spettatore fino al finale. Inoltre, Ben Affleck, come già aveva dimostrato nella sua opera precedente, riesce a farci entrare nell’America vera, quella dei ghetti, del disagio e della povertà, in maniera credibile e reale, mostrandoci la violenza e la realtà per quella che è, senza l’attenuazione e la sensazione di finzione e di buonismo che evidenziano molti film hollywoodiani. Lo sporco, il marcio è messo in risalto e filmato dalla parte del delinquente, del disadattato e lo spettatore alla fine non può che identificarsi con lui: ma non lo fa perché ammira le sue gesta, il suo mondo fatto di rapine, soldi facili, violenza, sesso e droga, ma perché ne comprende la sofferenza e il desiderio di riscatto, che sfocia nell’happy ending a metà. A mio avviso, la cosa più bella del film è proprio questa, l’atmosfera di sconfitta e di claustrofobia che pervade i componenti della banda, ed in particolare il personaggio interpretato da Ben Affleck ed il suo “fratellastro” interpretato da Jeremy Renner: bloccati da un destino di morte e di sconfitta che non lascia nessuna possibilità di redenzione, perché una volta entrati nel giro giusto di Charlestown non se ne può più uscire e si deve fare i conti costantemente con il proprio passato. In questo il film risulta compiuto, nella celebrazione dei losers, nell’ineluttabilità del destino; quello che invece stride è l’happy ending a metà, laddove nel romanzo originale il personaggio di Doug seguiva la stessa sorte dei compagni di scorribande e che forse sarebbe risultato più credibile. Ma si sa, dopo 120’ di amarezza, lo spettatore vuole un pizzico di dolce e il film, in questo caso, è andato incontro alle sue esigenze.
In sostanza, il “Town” è la piovra, la tenaglia che stritola la vita e il futuro, di chi, come Doug, ha animo buono e grandi abilità ( è un giocatore di hockey ad un passo dal professionismo ) e lo trascina alla sconfitta e alla perdita totale: ecco perché sono così numerose le riprese dall’alto della città di Boston, perché è Charlestown la protagonista del film, è lei che attanaglia metaforicamente i quattro losers. Le parti non convincenti sono quelle riguardanti il rapporto tra Doug e Claire, l’incontro, i dialoghi, la relazione, tutto sembra molto stereotipato e quasi scontato, tanto che lo spettatore si aspetta da un momento all’altro un colpo di scena ( la direttrice di banca riconosce i suoi rapitori?, Claire collabora fin dall’inizio con l’FBI all’insaputa di Doug? ), niente di tutto questo e tutto va via liscio senza alcuna alterazione della trama solitamente tipica del noir, dove la verità apparente che si cerca di svelare all’inizio non è mai quella finale. Tuttavia, nonostante queste pecche è un thriller godibile, ben orchestrato e da vedere, dove non mancano ironia e cinismo: da applausi l’interpretazione di Jon Hamm nel ruolo dell’agente FBI, dai modi poco ortodossi.
VOTO 6.5
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dado1987
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venerdì 7 gennaio 2011
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e bravo ben
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The Town è la storia di un gruppo di rapinatori di Boston, precisamente di CharlesTown. Ben Affleck, è la mente della banda, e lavora per un losco individuo chiamato il fioraio. La banda di criminali è ben organizzata, non commette Quasi mai errori, finchè Ben non si innamora della direttrice di una banca che hanno rapinato. Inoltre il fiorista obbliga il gruppo a fare una rapina troppo azzardata, con possibili e molto probabili spiacevoli inconvenienti.
Ormai è chiaro, Ben Affleck è più bravo come regista che come attore, un'altra conferma come director, dopo Gone baby gone.
Un buon poliziesco senza troppe pretese, con un ottimo cast.
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The Town è la storia di un gruppo di rapinatori di Boston, precisamente di CharlesTown. Ben Affleck, è la mente della banda, e lavora per un losco individuo chiamato il fioraio. La banda di criminali è ben organizzata, non commette Quasi mai errori, finchè Ben non si innamora della direttrice di una banca che hanno rapinato. Inoltre il fiorista obbliga il gruppo a fare una rapina troppo azzardata, con possibili e molto probabili spiacevoli inconvenienti.
Ormai è chiaro, Ben Affleck è più bravo come regista che come attore, un'altra conferma come director, dopo Gone baby gone.
Un buon poliziesco senza troppe pretese, con un ottimo cast. Questo film scorre molto velocemente, pur non essendo un film d'azione pura, dato che ci sono solo 2-3 scene di sparatorie.
Voto 7
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dandy
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sabato 9 aprile 2011
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affleck riconferma le sue qualità registiche.
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Come nel precedente "Gone,baby,gone",anche qui si adatta un romanzo("Il principe dei ladri" di Chuck Hogan).Stavolta l'attore interpreta anche il protagonista,e si sa dirigere,assieme al resto del cast.Crea una via di mezzo tra la poetica noir di Eddie Bunker e la sociologia alla Scorsese,e disegna personaggi dalle connotazioni sociali accurate.Si ferma un passo prima del grande cinema ed risparmia qualsiasi critica al suo personaggio,però evita le scivolate fracassone tipiche dei blockbuster,e ha un gusto classico del racconto,con la giusta dose di melodramma.In altre parole ci tiene a mettere della sostanza in quello che gira.Cosa che si vede di rado a Hollywood di questi tempi.
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Come nel precedente "Gone,baby,gone",anche qui si adatta un romanzo("Il principe dei ladri" di Chuck Hogan).Stavolta l'attore interpreta anche il protagonista,e si sa dirigere,assieme al resto del cast.Crea una via di mezzo tra la poetica noir di Eddie Bunker e la sociologia alla Scorsese,e disegna personaggi dalle connotazioni sociali accurate.Si ferma un passo prima del grande cinema ed risparmia qualsiasi critica al suo personaggio,però evita le scivolate fracassone tipiche dei blockbuster,e ha un gusto classico del racconto,con la giusta dose di melodramma.In altre parole ci tiene a mettere della sostanza in quello che gira.Cosa che si vede di rado a Hollywood di questi tempi.Quindi,chi ama i polizieschi tutta azione e nient'altro lasci perdere.E' certo che ormai affleck intraprenderà a pieno la sua nuova carriera.Visti i primi passi,c'è da sperare bene.
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