“The Social Network” (2010) è un film di David Fincher che con imparzialità, dà una visione lucida di quello che è ormai diventata la vita in rete.
Mark Zuckerberg è un brillante studente di Harvard dalle scarse doti sociali. Una notte, solo con gli amici dopo essere stato lasciato dalla ragazza, si ubriaca e crea un sito che viola i sistemi di sicurezza del college. Diviene così uno degli studenti più chiacchierati dell’università e due atleti facenti parte dell’élite di Harvard gli commissionano la creazione di un social network che riporti la vita del college su internet. Mark però ha un’idea migliore e dà così vita a Facebook che diventerà presto un fenomeno mondiale, e lui, il suo creatore, uno degli uomini più ricchi del pianeta. Ma non raggiungi cinquecento milioni di utenti senza farti nemici. Mark viene quindi citato per aver rubato l’idea di Facebook, che è però solo una parziale verità.
Probabilmente il film più attuale del nuovo millennio, esso infatti senza clamore, ma con stile documentaristico ci fa riflettere su cosa è diventato per i nostri amici, vicini, parenti e magari anche per noi la vita in rete. Una specie di universo parallelo dove tutti noi possiamo fingere di essere qualcun altro, dove ci sentiamo più coraggiosi e a volte stranamente appagati dal numero di amici che abbiamo accumulato sul social network.
Così il concetto di amico ha subito una notevole alterazione. Da vocabolario:” Con amicizia, da un punto di vista oggettivo, si indica un tipo di legame sociale accompagnato da un sentimento di affetto vivo e reciproco tra due o più persone dello stesso o di differente sesso”. Con l’avvento dei Social Network, il concetto di amicizia è passato dall’essere un legame speciale e difficilmente corruttibile, alla mera conoscenza di una persona.
Anche Socrate duemila anni fa cercò di dare il proprio significato alla parola amico definendo l’amicizia perfetta come:” l’amicizia degli uomini buoni e simili per virtù: costoro, infatti, vogliono il bene dell’altro, in modo simile in quanto sono buoni, ed essi sono buoni per se stessi. Coloro che vogliono il bene degli amici per loro stessi sono i più grandi amici”.
Ora su Facebook, ma anche altri social network come Myspace e Twitter, noi siamo capaci di dichiararci amici di persone, che magari, neanche ci piacciono, o addirittura non conosciamo. Da questo deriva un certo distacco e irrigidimento nelle quotidiane relazioni sociali. Portando gli iscritti ad un ispezionamento maniacale di tutto ciò che viene postato, detto di se, e degli altri sul sito. Trattando poi il tutto come fosse oro che cola. La situazione sentimentale, i parenti dichiarati, le tag, i post e i commenti.
Nel film veniamo portati a conoscenza dell’invenzione di un espressione: ”ci facebookkiamo”, per intendere l’incontro sulla chat in rete. Come a preferire l’incontro falso, e a volte imbarazzante, della chat room, a un caffè per chiacchierare faccia a faccia. Perché sul network tutto è più facile, per smettere di chattare con una persona basta un click, per portare una persona nella tua vita basta un click, e per dimenticarla un altro click.
[+] lascia un commento a levo95 »
[ - ] lascia un commento a levo95 »
|