Titolo originale | La casa muda |
Anno | 2010 |
Genere | Horror, |
Produzione | Uruguay |
Durata | 72 minuti |
Regia di | Gustavo Hernández |
Attori | Florencia Colucci, Gustavo Alonso, Abel Tripaldi, María Salazar . |
Distribuzione | da definire |
MYmonetro | 2,68 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 4 aprile 2019
Laura e suo padre Wilson si apprestano a passare la notte nella casa che l'indomani dovranno sgomberare per la vendita. Ma una serie di rumori innesca una spirale di sangue.
CONSIGLIATO NÌ
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La giovane Laura accompagna il papà Wilson in una casa isolata in mezzo alla campagna: i due devono occuparsi di risistemare alla meglio l'immobile perché il proprietario Nestor, un amico di famiglia, intende metterlo in vendita. Prima di andarsene, Nestor fa velocemente visitare la casa a Laura e Wilson: è il tramonto e i due intendono iniziare a lavorare la mattina dopo, passando la notte lì per essere subito pronti. Non c'è l'elettricità e alla luce delle lampade da campeggio e delle candele tutto sembra più lugubre. Mentre il papà dorme, Laura osserva gli interni, trova un album fotografico, sente dei rumori dal piano di sopra, si guarda in giro spaventata. Sveglia il papà, che non la bada e torna a dormire. I rumori non cessano e Laura sveglia di nuovo il genitore che va a vedere di sopra con la promessa che, se non troverà nulla, Laura finalmente si metterà a dormire anche lei. Un urlo del padre, altri rumori e poi più nulla. Sola con le sue paure, nella notte di una casa sconosciuta, Laura si trova ad affrontare qualcosa di terribile, con il solo desiderio di uscire dall'incubo di quelle quattro mura.
La particolarità del film è di essere girato in "tempo reale", in quello che in teoria potrebbe essere definito un unico piano sequenza, anche se si intuisce qualche stacco nel nero profondo di qualche immagine (un po' come aveva fatto, in altro modo e comunque per necessità, Hitchcock in Nodo alla gola). In ogni caso, stacchi o meno, il film è un esercizio di stile, condotto con dedizione e abilità, nei precisi limiti autoimposti. Tutto quindi è orchestrato in modo perfetto e tutto, di conseguenza, è in parte semplificato per reggere la sfida tecnica. La macchina da presa bracca Laura seguendola incessantemente, in una sorta di variante voyeuristica dei reality horror che hanno fatto breccia da qualche anno (da Diary of the Dead - Le cronache dei morti viventi a Paranormal Activity e oltre). Ribaltando con intelligenza le convenzioni della narrazione, i movimenti della macchina a mano sono talvolta più concitati nelle iniziali sequenze "tranquille" che in alcune di quelle "di paura", dove raggiungono spesso una minacciosa fissità. I dialoghi sono ridotti al minimo. Tutto è giocato su rumori, sobbalzi, attese, con i metodi di una volta, senza effetti speciali, ma con il tentativo di rendere tutto, se non reale, realistico. L'uso del tempo reale è una scelta che tende al coinvolgimento dello spettatore, ma, anche se il film è giustamente mantenuto in limiti di durata confacenti, non gli risparmia qualche inevitabile tempo morto. La tensione è però nel complesso ben creata e sostenuta. Hernández, all'esordio (ed è un esordio promettente), ha voluto raccogliere una sfida con se stesso ricercando le radici della paura al di là delle sovrastrutture spettacolari. Per farlo ha usato un tema di base tra i più comuni: la casa abbandonata con un segreto terribile. Hernández lo prende di petto, riuscendo a rendere il mistero e il fascino oscuro delle cose abbandonate, che una volta vivevano di vita riflessa e ora mantengono forse qualcosa di quello che è andato perduto. L'uso, nella vicenda, di tecnologie "vecchie" (le foto polaroid, il telefono fisso, che ovviamente non funziona) segnala un rifugiarsi nelle convenzioni del passato, ma non è del tutto irragionevole tenuto conto delle necessità dei personaggi e dell'ambientazione rurale della storia. Inoltre, il gioco della paura va preso per quello che è, lasciandosi coinvolgere e seguendo il personaggio con lo spirito dell'osservatore, come l'occhio invisibile della cinepresa, che segue e precede Laura (una Florencia Colucci molto convincente).
La trama non è a prova di bomba sotto il profilo della logica, ma, una volta affidatisi al racconto accettandone lo spirito, ci si ritrova a una svolta finale che, pur con la sua relativa incongruità, pesca nel torbido con buona forza drammatica e trova una soluzione non banale, raggelata nella lunga sequenza di polaroid che accompagnano mestamente i titoli di coda prima di un sottofinale un tantino ridondante. Puntuale, è già uscito negli States il consueto remake americano, Silent House di Chris Kentis e Laura Lau.
Nestor deve vendere la vecchia casa di campagna e chiama in soccorso l'amico Wilson e sua figlia Laura per ripulirla e rimetterla in ordine a tal scopo. Quando si allontana per andare a cercare del cibo, però, Laura comincia a sentire dei rumori provenire dal primo piano e manda il padre a controllare, disobbedendo alle istruzioni. Wilson torna massacrato, ma non è che il primo dei misteri e degli orrori che la dimora ha in serbo per la giornata.
Fortunato esercizio di stile, girato con una telecamerina ad alta definizione in soli quattro giorni, con tre attori e un rigido (o quasi) credo operativo: mai interrompere la ripresa, mai premere stop, nessuna pausa alla tensione.
Un unico piano sequenza di 78 minuti rincorre dunque Laura, affidandole e domandandole il ruolo di vettore principale della paura in un percorso cosparso di tòpoi del genere, che mal cela il divertimento che lo ispira. Si debutta con la dichiarazione di verità della vicenda e si prosegue con le finestre sbarrate che giustificano il buio, con le ragnatele, il falcetto arrugginito, i flash e le polaroid, i fantasmi della colpa e dell'innocenza perduta. Un armamentario di base o repertorio da magazzino, per un film basilare che non mira certo a riscrivere il genere ma si contenta di segnalarsi per l'espediente tecnico-narrativo.
Immaginiamo la troupe dietro le quinte ravvivare il sanguinolento trucco al volo e spostare gli oggetti brancolando nel buio, perché in un lavoro così è forzatamente "buona la prima". Immaginiamo anche una meticolosa preparazione e un'accurata postproduzione, specie in sede di lavoro sul sonoro. Il "però" lo riserviamo "solo" all'avventurarsi della protagonista in una sequenza di azioni l'una più inverosimile dell'altra, nell'assenza di un telefonino per quanto scomodo e di qualsivoglia idea originale. Sarà anche una storia che trova origine in un fatto di cronaca reale nell'Uruguay degli anni Quaranta ma non è più quel tempo: la paura non ha età, il cinema sì.
LA CASA MUTA disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
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€7,99 | – |
Un unico piano sequenza,un esercizio di stile di ottimo livello ed una casa fatiscente fanno di questo horror un prodotto di tutto rispetto. Se poi ci mettiamo che è stato girato in soli quattro giorni allora possiamo anche azzardare a definirlo un piccolo gioiellino. La storia è abbastanza semplice,padre e figlia vengono mandati a ripulire una casa abbandonata dal proprietario,loro decidono [...] Vai alla recensione »
E' stata una piacevole sorpresa,immaginavo un film anonimo,ma la mia opinione è cambiata repentinamente scoprendo che è tratto un episodio reale (ovviamente con tutti i dubbi del caso), detto questo,lo reputo un horror soddisfacente all'altezza di molti altri titoli più noti, la sceneggiatura la reputo abbastanza originale,la storia nel complesso ti prende fino alla fine,specialmente all'inizio dove [...] Vai alla recensione »
Appena finito di visionare il film dal quale non mi aspettavo più di tanto..e difatti il risultato è abbastanza scarsino.. Il ritmo è molto lento, Scene lunghissime, monotone e ripetitive, nella quale la protagonista (che sta sempre piegata e non si sa perchè) continua a cercare non si sa cosa. Si merita due stelle solo pechè nel complesso qualcosa si salva,la fotografia [...] Vai alla recensione »
Non bastano virtuosissimi di regia per far apprezzare un film che, in fondo, e' noioso. Quando dopo 20 minuti di film hai già capito la storia, ad un'ora di film la protagonista (a cui hanno appena ucciso il padre, o almeno, ne e' convinta) continua a cercare in vecchie credenze non si sa cosa e poi ancora la stessa identica situazione si ripete dopo altri 20 minuti (ma questa volta con una torcia [...] Vai alla recensione »
Girato in tempo reale(si suppone)e senza tagli "la casa muta" rende un tocco d'originalità al genere ma cade ugualmente nella prevedibilità per quanto riguarda la sceneggiatura. Vi garantisco però che fino ai titoli di coda resterete incollati allo schermo. e come guardare un interminabile scena di 80 minuti. Consigliato
Cioè, le atmosfere buie, i piani sequenza, lo stile della regia ecc... promettevano bene, ma la storia è noiosissima e piatta, non lo rivedrei per nulla! L'unica scena decente, che è l'unica che fa saltare dalla sedia, è quella della naenia infantile, cosa già vista e rivista, ma quella cavolo di musichetta era davvero inquietante, mi è rimasta in testa. [...] Vai alla recensione »
Ho solo tre parole per dare un giudizio a questo film: una vera schifezza!!!! Film senza senso zero suspance non credo abbia mai visto un film piu brutto...
E' un film asfissiante che sembra promettere e non mantiene, scene ostinatamente lunghe buone solo a guadagnare tempo, finale ingarbugliato e confuso, anni fa girai un paio di film con gli amici, e rivedendoli pensai di essere il peggior regista e attore del mondo, beh! vedendo questo mi sono rivalutato. Saluti.