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Ecco l'ennesimo film sul pugilato come riscatto sociale. Dopo i più o meno recenti Hurricane, Alì e Cinderella man, dopo Rocky e, soprattutto, dopo Toro scatenato, arriva The fighter, che segna il ritorno dietro la macchina da presa di David O. Russell, che si era un po' perso dopo l'interessante Three kings. Seguiamo le vicende di due fratellastri, Dickie (Christian Bale) e Micky (Mark Whalberg), il primo ex campione di boxe ora strafatto di crack, l'altro in cerca di sfondare come pugile sulle orme del fratello. Non è facile per Micky, pressato com'è dall'ambiente famigliare: la madre vuole fargli a tutti i costi da manager, ma non riesce a procurargli gli incontri giusti, il fratello è il suo allenatore, ma ha troppi problemi con la droga e con la giustizia da poter fare affidamento su di lui. In più s'aggiungono sette sorelle una più brutta dell'altra che rendono ancora più pesante la vita di Micky. Sarà Charlene (Amy Adams), una ragazza di cui s'innamora, a farlo riflettere sulle scelte più giuste da fare e a sottrarlo all'influenza troppo ingombrante della famiglia. In bilico tra dramma e commedia, la storia di The fighter non è originalissima, ma è raccontata bene, basata su personaggi realmente esistenti, e dipinge in modo realistico la povertà e la voglia di riscatto di una piccola cittadina del Massachussets dei primi anni '90. Il lieto fine è dietro l'angolo e alla fine trionfano (un po' scontati) i buoni sentimenti. Il vero campione del film è Christian Bale; il suo Dickie magro e tirato, con gli occhi allucinati e i tic da drogato, ma simpatico e realmente affezionato al fratello, gli è valso un meritato premio Oscar come miglior attore non protagonista. Alla tenace madre tamarra Melissa Leo è andato invece quello da non protagonista femminile. Belle le scene di pugilato.
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