|
Due fratelli uniti dal pugilato in un biopic che si affida alla fotografia ruvida di Van Hoytema per parlare di cuore, sudore e sangue. “The Fighter” si è presentato con le migliori intenzioni all’Academy Awards –due statuette non sono forse il giusto compenso- dal momento che la straordinaria vita di Micky Ward aveva tutti i numeri per essere trascinata sul grande schermo. Christian Bale spinge Mark Wahlberg al titolo di campione del mondo mentre una famiglia ottusa e gelosa tarpa le ali al piccolo di casa. Punto di forza del film è lo scontro tra due protagonisti che si amano nonostante le differenze caratteriali perché l’incontro più difficile è quello per affrancarsi da un fratello che ha combattuto contro Sugar Ray Leonard. Immagini sgranate che consegnano intatta l’atmosfera delle palestre, “The Fighter” è l’ennesimo tentativo di trasformare la boxe nella metafora della vita, obiettivo centrato grazie ad una regia che non ricorre alle immagini patinate. Casting perfetto, i protagonisti di umili origini ricordano quelli di Ken Loach ma la questione operaia è altrove: i pugni vanno a segno anche fuori dal ring quando forza e determinazione diventano occasione per un riscatto annunciato. Ritratto riuscito, gli incontri coinvolgono il pubblico con quel misto di tifo ed eccitazione che contraddistingue tutte le grandi imprese. Con il regista David O. Russell il sogno americano incrocia ancora una volta i guantoni.
Carmine Antonello Villani
(Salerno)
[+] lascia un commento a carmineantonellovillani »
[ - ] lascia un commento a carmineantonellovillani »
|
twitter
diventa fan
