moviesnake
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domenica 13 febbraio 2011
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non chiamateli rubacchiotti
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Esperimento riuscito! Il giovane Hiromasa Yonebayashi, al suo primo lavoro come regista, si afferma come un degno erede dei maestri dello Studio Ghibli Isao Takahata e Hayao Miyazaki del quale non si rimpiange la mancanza come regista di questo splendido nuovo capolavoro. Il progetto era infatti nato per essere diretto dal leggendario ma ormai prossimo alla pensione Miyazaki che ha quindi deciso di dare maggiore fiducia alle giovani promesse dello Studio per assicurare quindi una continuità artistica che altrimenti andrebbe inesorabilmente perduta. Un degno erede del maestro insomma, che è riuscito a confezionare un'opera completa dalla regia sobria ma elegante, con un ottimo tempo scenico e personaggi coinvolgenti e vivi che portano lo spettatore ad un'immedesimazione completa.
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Esperimento riuscito! Il giovane Hiromasa Yonebayashi, al suo primo lavoro come regista, si afferma come un degno erede dei maestri dello Studio Ghibli Isao Takahata e Hayao Miyazaki del quale non si rimpiange la mancanza come regista di questo splendido nuovo capolavoro. Il progetto era infatti nato per essere diretto dal leggendario ma ormai prossimo alla pensione Miyazaki che ha quindi deciso di dare maggiore fiducia alle giovani promesse dello Studio per assicurare quindi una continuità artistica che altrimenti andrebbe inesorabilmente perduta. Un degno erede del maestro insomma, che è riuscito a confezionare un'opera completa dalla regia sobria ma elegante, con un ottimo tempo scenico e personaggi coinvolgenti e vivi che portano lo spettatore ad un'immedesimazione completa.
Degna di nota è anche l'ottima colonna sonora della compositrice francese Cécile Corbel che in questo film sostituisce degnamente Joe Hisaishi, storico compositore collaboratore di Miyazaki.
Spero proprio di poter vedere presto questo nuovo film dello Studio anche nei cinema Italiani (io l'ho visto grazie ai cugini francesi..) ma come si sa purtroppo in Italia queste opere (basti pensare agli ultimi titoli usciti a cura della Lucky Red nelle nostre sale Totoro, Ponyo e Porco Rosso) non riscuotono mai troppo successo il che è un vero peccato. Staremo a vedere!
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adhamo
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sabato 15 ottobre 2011
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un incanto per grandi e piccini
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Ancora una volta il team di Miyazaki riesce a regalarci un perla avvolta in un guscio abbastanza duro com il contesto cinematografico italiano dove ancora il pubblico viene attratto da film fatti e "rifatti" e grandi produzioni hollywoodiane per adolescenti che tanto farebbero divertire Freud ma avrà sicuramente il successo che merita anche qui. Il novello regista Hiromasa Yonebayashi riesce a fondere, con la mano del maestro, perfettamente le dolci melodie di Cécile Corbel con le immagini che si susseguono come un fiume che non ha fretta di giungere alla propria foce. E' strabiliante la facilità con cui ci si immerge nel piccolo mondo di Arrietty, una Prendinprestito che abita le fondamenta di una villa antica insieme ai propri familiari da generazioni.
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Ancora una volta il team di Miyazaki riesce a regalarci un perla avvolta in un guscio abbastanza duro com il contesto cinematografico italiano dove ancora il pubblico viene attratto da film fatti e "rifatti" e grandi produzioni hollywoodiane per adolescenti che tanto farebbero divertire Freud ma avrà sicuramente il successo che merita anche qui. Il novello regista Hiromasa Yonebayashi riesce a fondere, con la mano del maestro, perfettamente le dolci melodie di Cécile Corbel con le immagini che si susseguono come un fiume che non ha fretta di giungere alla propria foce. E' strabiliante la facilità con cui ci si immerge nel piccolo mondo di Arrietty, una Prendinprestito che abita le fondamenta di una villa antica insieme ai propri familiari da generazioni.
La loro unione scorre "soffice" e naturale come ogni famiglia che si rispetti, tra foglie d'edera ed insetti, esaudendo le richieste d' una vita semplice anche se piccola.Tanto forte quanto sottile è l'equilibrio tra ciò che si può "prendere in prestito" e ciò che non si deve fare ed è proprio con l'arrivo di Shō, un giovane umano, che quest'equilibrio inizierà a vibrare come corde di violino che inghiotterranno lo spettatore in un vortice di fantastico-reale senza confini ma ricco di sfumature. L'evitabile e l'inevitabile, sapientemente bagnato d'amore, si intrecceranno magicamente ed il pensiero cercherà più volte di trovare soluzioni semplici o geniali alle varie vicende ma un senso di rispettabile armonia condurrà la giustizia al suo compiersi. L'animo sorriderà alla buffa governante che regalerà momenti di vero attaccamento verso gli abitanti del lungometraggio trasportandoci nel minuscolo universo come umani dignitosamente umili e protettori di cose che andrebbero lasciate al tempo che passa.
La meraviglia per chi mastica Miyazaki sarà senz'altro la colonna sonora che avrà un'intesa così profonda con le immagini da farvene innamorare.
Quelle onde di poetica fantasia così alte da riuscire ad annegare il cuore dipingendolo di malinconico-sereno tipico dello Studio Ghibli, forte in altre produzioni (Il mio vicino Totoro) sarà più lieve in Arrietty ma ciò non toglierà nulla alla pellicola rendendola comunque un incanto per grandi e piccini.
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leo 1993
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giovedì 24 gennaio 2013
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che sho si salvi!
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La trama è semplice,non banale e come al solito dolce e delicata dalla quale emergono messaggi importanti a livello sociale.
Lo Studio Ghibli con questo film critica fortemente il consumismo: il mondo dei prendimprestito è semplice, grazioso costruito tutto con piccoli oggetti del mondo degli uomini che sarebbero stati gettati o comunque inutilizzati.
Altro pilastro del film è la lotta al pregiudizio: i prendimprestito evitano gli umani bollandoli come malvagi, la domestica chiama la disinfestazione ritenendo che ci siano "gnomi ladri".
Sho invece è esente da ogni tipo di pregiudizio,puro e innocente,riesce a legare e a proteggere Arrietty la piccola prendimprestito: non gli interessa se è diversa da lei perché è alta 10 cm (come agli uomini non dovrebbe interessare se non tutti abbiamo lo stesso colore di pelle).
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La trama è semplice,non banale e come al solito dolce e delicata dalla quale emergono messaggi importanti a livello sociale.
Lo Studio Ghibli con questo film critica fortemente il consumismo: il mondo dei prendimprestito è semplice, grazioso costruito tutto con piccoli oggetti del mondo degli uomini che sarebbero stati gettati o comunque inutilizzati.
Altro pilastro del film è la lotta al pregiudizio: i prendimprestito evitano gli umani bollandoli come malvagi, la domestica chiama la disinfestazione ritenendo che ci siano "gnomi ladri".
Sho invece è esente da ogni tipo di pregiudizio,puro e innocente,riesce a legare e a proteggere Arrietty la piccola prendimprestito: non gli interessa se è diversa da lei perché è alta 10 cm (come agli uomini non dovrebbe interessare se non tutti abbiamo lo stesso colore di pelle). Anzi proprio per la sua diversità Arrietty risulta agli occhi del ragazzo incredibilmente bella, forte e tenace, arrivando in cuor suo quasi a venerarla.
Sho, che rappresenta quella parte di uomini ancora esente dai pregiudizi (dalle folli convinzioni nazionaliste che vedono la superiorità di un popolo su un altro), però è gravemente malato al cuore ed è consapevole e rassegnato al fatto che potrebbe morire sotto i ferri durante l'operazione, emerge qui il pessimismo Ghibli che praticamente annuncia che gli uomini immacolati dai pregiudizi sono in estinzione. L'interazione con Arrietty però cambia qualcosa: il ragazzo la aiuta nel momento del bisogno formando con lei una coppia simbiontica ognuno con i propri limiti e con le proprie qualità insieme si supportano a vicenda
La forza di aiutarsi diventa quindi il motore principale del film. Alla fine della pellicola Sho le dice "sei diventata una parte di me": il coraggio e la tenacia di Arrietty ora sono posseduti anche dal ragazzo incantato dalle qualità della ragazza.
Per questo Sho non può più rassegnarsi al suo destino senza lottare, ora che ha protetto una persona cara, ora che si è sentito utile, non si arrenderà e lotterà per la sua vita e quindi per salvare quel poco rimasto della purezza del mondo umano, per poter ancora pensare a lei che gli ha ridato la voglia di vivere.
Che Sho si salvi! Che non si spenga quella fiammella di purezza rimasta in questo mondo spietato dove le persone sono solo ingranaggi in cui è più importante avere che essere.
Che Sho si salvi! Grazie Arrietty per avergli dato questa possibilità
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peppe.simeone
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sabato 22 ottobre 2011
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una favola leggera come una foglia d'edera
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Arrietty è l'ennesimo capolavoro d'animazione partirito dallo studio Ghibli. L'elemento fantastico questa volta siamo noi ed il nostro mondo: attraverso gli occhi dei "Rubacchiotti" impariamo nuovamente a guardare e stupicirci del magnifico che c'è intorno e nel nostro quotidiano. La prospettiva è tutto: poche gocce d'acqua sono in realtà una sorgente, una foglia d'alloro come aroma per cucinare può bastare per un anno e un giardino diventa una sconfinata pianura piena di insidie e pericoi dove è facile perdersi. Un film sulla scoperta e sullo stupore, sulla tollerenza e sulla vita; ma leggero come una foglia d'edera, e magnifico come la casa di bambole importata dall'inghilterra.
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Arrietty è l'ennesimo capolavoro d'animazione partirito dallo studio Ghibli. L'elemento fantastico questa volta siamo noi ed il nostro mondo: attraverso gli occhi dei "Rubacchiotti" impariamo nuovamente a guardare e stupicirci del magnifico che c'è intorno e nel nostro quotidiano. La prospettiva è tutto: poche gocce d'acqua sono in realtà una sorgente, una foglia d'alloro come aroma per cucinare può bastare per un anno e un giardino diventa una sconfinata pianura piena di insidie e pericoi dove è facile perdersi. Un film sulla scoperta e sullo stupore, sulla tollerenza e sulla vita; ma leggero come una foglia d'edera, e magnifico come la casa di bambole importata dall'inghilterra. Inevitabile farsi catturare dalle immagini di rara bellezza.
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molenga
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sabato 29 ottobre 2011
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un'altra gemma di miyazaki
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Arrietty è una minuscola creatura che vive sotto una casa di campagna con i suoi genitori: chiama se stessa e i suoi simili"prendinprestito", perché per vivere s'impossessano di piccolissime quantità di oggetti dagli abitanti della casa: un giorno arriva un nuovo umano, sho, un bambino malato di cuore in attesa di operarsi...nota subito arrietty: è un problema perché i "prendimprestito" non dovrebbero farsi notare degli umani". In particolare la domestica della casa, Haru-san, è fissata con il catturarli. Ma tra arrietty e sho nascerà una speciale amicizia che fornirà alla gnometta una nuova visione degli umani e al bambino la voglia di lottare per la sua vita.
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Arrietty è una minuscola creatura che vive sotto una casa di campagna con i suoi genitori: chiama se stessa e i suoi simili"prendinprestito", perché per vivere s'impossessano di piccolissime quantità di oggetti dagli abitanti della casa: un giorno arriva un nuovo umano, sho, un bambino malato di cuore in attesa di operarsi...nota subito arrietty: è un problema perché i "prendimprestito" non dovrebbero farsi notare degli umani". In particolare la domestica della casa, Haru-san, è fissata con il catturarli. Ma tra arrietty e sho nascerà una speciale amicizia che fornirà alla gnometta una nuova visione degli umani e al bambino la voglia di lottare per la sua vita.
Sensibile, delizioso nell'animazione e nei disegni, l'ennesima perla di un autore che non delude mai; solo le musiche non sono quelle indimenticabiili a cui la collaborazione con hisaishi ci ha abituati.
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vedosentovado
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martedì 1 novembre 2011
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lealtà, affetto, pazienza, ecco cosa rende grandi
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dovete spiegare il concetto di lealtà ai vostri ragazzi? volete riflettere su cosa significa per un ragazzo crescere isolato e non provare rabbia, ma curiosità per la vita? vi va di discutere il pregiudizio sui "diversi" che non sempre e necesariamente sono peggiori di noi, anzi? volete intuire cosa voglia dire che la cosa che arricchisce di più è regalare?
sono alcuni temi di Arrietty, un film, non certamente un cartone, ma una storia, una bella storia il cui finale regala persino un momento di grande commozione, quando la scelta che deve esser fatta non è la più felice, ma la migliore, anche se è una rinuncia. ma allo stesso tempo è la più grande conquista: quella di capire che voler bene significa volere, comunque, il bene dell'altro.
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dovete spiegare il concetto di lealtà ai vostri ragazzi? volete riflettere su cosa significa per un ragazzo crescere isolato e non provare rabbia, ma curiosità per la vita? vi va di discutere il pregiudizio sui "diversi" che non sempre e necesariamente sono peggiori di noi, anzi? volete intuire cosa voglia dire che la cosa che arricchisce di più è regalare?
sono alcuni temi di Arrietty, un film, non certamente un cartone, ma una storia, una bella storia il cui finale regala persino un momento di grande commozione, quando la scelta che deve esser fatta non è la più felice, ma la migliore, anche se è una rinuncia. ma allo stesso tempo è la più grande conquista: quella di capire che voler bene significa volere, comunque, il bene dell'altro.
è bella e perfetta anche la colonna sonora. da vedere in silenzio, assaporando i momenti in cui il vento muove i fili d'erba, e il tempo passa, con il suo tempo. proprio un bel film.
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hollyver07
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venerdì 21 ottobre 2011
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semplice, delicato ed elegante
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Ciao. Film d'animazione, realizzato in pretto stile anime, contempla tutti i canoni correlati a rapporti semplici ma profondi, questo nonostante sia contraddistinto dall'estrema semplicità della storia che coinvolge esseri viventi, per vari motivi, estremamente diversi tra loro. A mio avviso la qualità di questo film è davvero ottima ed alcuni aspetti dell'intreccio dei rapporti tra i personaggi principali (curiosamente) mi hanno rammentato un altro film d'animazione, ovvero "La gabbianella ed il gatto". Sceneggiatura, dialoghi e ritmo narrativo appaiono estremamente in sintonia alla trama.
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Ciao. Film d'animazione, realizzato in pretto stile anime, contempla tutti i canoni correlati a rapporti semplici ma profondi, questo nonostante sia contraddistinto dall'estrema semplicità della storia che coinvolge esseri viventi, per vari motivi, estremamente diversi tra loro. A mio avviso la qualità di questo film è davvero ottima ed alcuni aspetti dell'intreccio dei rapporti tra i personaggi principali (curiosamente) mi hanno rammentato un altro film d'animazione, ovvero "La gabbianella ed il gatto". Sceneggiatura, dialoghi e ritmo narrativo appaiono estremamente in sintonia alla trama. Il tutto suportato da una colonna sonora molto elegante e davvero intonata al contesto. Non credo sia una pellicola d'animazione da definirsi memorabile, forse alcuni la troveranno molto banale. Personalmente l'ho apprezzata molto e la considero un'ottima realizzazione artistica che merita d'esser vista. Se vogliamo, la si può considerare come un valido esempio di produzione votata alla semplicità... però capace di esprimere una propria consistente personalità, attraverso contenuti delicati ed eleganti. Buona visione e saluti a tutti
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stefano pariani
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mercoledì 19 ottobre 2011
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una storia da vedere con gli occhi e col cuore
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I "prendimprestito" sono dei piccolissimi esseri dalle sembianze umane che vivono nascosti sotto i pavimenti in vere e proprie casette microscopiche. Di quando in quando escono dai loro rifugi per procurarsi beni di prima necessità sottraendoli agli umani nelle loro case, come una zolletta di zucchero, una foglia d'alloro o uno spillo, senza mai farsi vedere, muovendosi e scivolando silenziosamente tra gli enormi oggetti di queste dimore. La regola numero uno è proprio quella di evitare ogni contatto con l'uomo e di non intrecciare con lui alcun tipo di rapporto, ne andrebbe della sopravvivenza stessa della loro specie, già in via d'estinzione.
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I "prendimprestito" sono dei piccolissimi esseri dalle sembianze umane che vivono nascosti sotto i pavimenti in vere e proprie casette microscopiche. Di quando in quando escono dai loro rifugi per procurarsi beni di prima necessità sottraendoli agli umani nelle loro case, come una zolletta di zucchero, una foglia d'alloro o uno spillo, senza mai farsi vedere, muovendosi e scivolando silenziosamente tra gli enormi oggetti di queste dimore. La regola numero uno è proprio quella di evitare ogni contatto con l'uomo e di non intrecciare con lui alcun tipo di rapporto, ne andrebbe della sopravvivenza stessa della loro specie, già in via d'estinzione. Ma che succede se un ragazzo umano dall'animo sensibile, Sho, vede la minuscola Arrietty scivolare tra le foglie del giardino di casa o aggirarsi nella sua stanza in procinto di sottrarre lo zucchero? Arrietty è dapprima spaventata, poi intimidita e infine arrossisce per quel ragazzo che la osserva e le parla come fosse la cosa più naturale di questo mondo trovare un esserino a spasso nella propria casa. Non le fa del male, come le hanno sempre detto i suoi genitori, non la mette in strani contentori per studiarla da vicino, ma vuole diventare suo amico e la protegge dalle insidie degli animali e dalla curiosa domestica. Dopo l'iniziale diffidenza di Arrietty, indomita ragazzina dai capelli rossi e dallo sguardo fiero, nascerà tra i due un'amicizia che andrà al di là delle differenze e forse nascerà un sentimento ancora più profondo. Questa piccola e delicata storia sulla scoperta e l'accettazione del diverso porta la firma di Hiromasa Yonebayashi, che debutta alla regia dopo essere stato per anni il principale animatore del maestro Hayao Miyazaki, qui in veste di sceneggiatore. Sulla scia di Ponyo, una nuova, coloratissima opera dello Studio Ghibli, in linea con la poetica di Miyazaki, che celebra la gioia dell'amore universale. Manca quella complessità della trama degli ultimi film del maestro, come La città incantata o Il castello errante di Howl, ma nel panorama talvolta desolante dei film che passano in sala, questa è senz'altro una storia da vedere con gli occhi e con il cuore. Bella la colonna sonora.
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leo 1993
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giovedì 24 gennaio 2013
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l'innocenza di sho e la tenacia di arrietty
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La trama è semplice, non banale, molto dolce e delicata, che scorre leggera senza appesantire lo spettatore con scene troppo lente o melense.
Lo Studio Ghibli questa volta sfrutta una storia non molto articolata per far risaltare i messaggi sociali che devono arrivare allo spettatore.
Contro il consumismo e contro ogni tipo di pregiudizio, queste sono le tematiche ricorrenti che si impongono nel film, le quali arrivano al pubblico in modo molto raffinato e velato da molte metafore senza risultare insistenti.
Nonostante che questo film mantenga per tutta la sua durata un'atmosfera di dolcezza (grazie anche alla splendida colonna sonora) traspare ad un occhio più attento la visione pessimista degli autori del film:
infatti Sho, un ragazzo puro senza pregiudizi con il quale Arrietty riesce ad entrare in contatto e farsi aiutare, è cardiopatico e probabilmente morirà sotto i ferri durante un'operazione complessa.
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La trama è semplice, non banale, molto dolce e delicata, che scorre leggera senza appesantire lo spettatore con scene troppo lente o melense.
Lo Studio Ghibli questa volta sfrutta una storia non molto articolata per far risaltare i messaggi sociali che devono arrivare allo spettatore.
Contro il consumismo e contro ogni tipo di pregiudizio, queste sono le tematiche ricorrenti che si impongono nel film, le quali arrivano al pubblico in modo molto raffinato e velato da molte metafore senza risultare insistenti.
Nonostante che questo film mantenga per tutta la sua durata un'atmosfera di dolcezza (grazie anche alla splendida colonna sonora) traspare ad un occhio più attento la visione pessimista degli autori del film:
infatti Sho, un ragazzo puro senza pregiudizi con il quale Arrietty riesce ad entrare in contatto e farsi aiutare, è cardiopatico e probabilmente morirà sotto i ferri durante un'operazione complessa.
Sho rappresenta quella parte degli uomini che ancora non è stata contaminata dai pregiudizi e dalle folli convinzioni che la società moderna ha inculcato nella mente di tutti, (come il nazionalismo e la superiorità di un popolo sugli altri). A Sho non interessa se Arrietty è diversa da lui perché è alta 10 cm (come agli uomini non deve interessare se uno ha un altro colore della pelle) anzi lui è affascinato da lei e quasi la venera, vuole aiutarla, rendersi utile, così dimostrando che ancora ci sono umani su cui poter contare, anche se lui che rappresenta gli uomini ancora incontaminati dai pregiudizi è gravemente malato e probabilmente non avrà molto da vivere.
Quindi sembrerebbe che la purezza degli uomini sia destinata a scomparire presto (la morte di Sho). Il ragazzo però rendendosi conto dell'aiuto che ha portato e del bene che ha fatto ad una persona che gli è entrata nel cuore, non può aspettare inerme il suo destino, lui vuole continuare a vivere, lui lotterà con tutte le sue forze per la vita e non si arrenderà nella speranza di poter ancora pensare a lei.
L'importanza di aiutarsi, anche questo è un tema molto importante, Sho e Arrietty vivono quasi in simbiosi l'uno aiuta l'altra (scena molto rappresentativa: Arrietty si infila in una fessura di una finestra e la apre dall'interno permettendo a Sho di entrare per poter cercare la madre della prendimprestito) ognuno con i suoi limiti e con le sue capacità riescono a fare tutto, per questo alla fine Sho le dice " Arrietty adesso sei una parte di me" lei gli è entrata dentro l'anima ed è per questo che il ragazzo non si arrenderà al suo destino perché ora ha la tenacia e il coraggio di Arrietty.L
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francesco2
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martedì 8 novembre 2011
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noi stessi, le nostre paure, la natura
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Film non diretto, ma scritto, dal Miyazaki padre (Ora che il figlio fa anch'egli cinema, pare all'inizio senza la benedizione paterna, occorre specificarlo).
La sensibilità del discutibile, anche se a tratti simpatico, "Totoro" è ben visibile, nonostante quello appena citato sia un antico film, per quanto distribuito in Italia un paio d'anni fa. Il suo amore per la natura si e ci situa lontano dalla melensaggine, peraltro a volte resa male anche stilisticamente, di erti cartoni nipponici: non gli interessa antropomorfizzare la natura, ma ritrarre con affetto ed una distaccata partecipazione (Cosa aspettarsi, del resto, dal giapponese tipo?) tutte le sue componenti. Come un gatto, non esattamente simpaticissimo almeno in apparenza, che alla fine si rivelerà decisivo.
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Film non diretto, ma scritto, dal Miyazaki padre (Ora che il figlio fa anch'egli cinema, pare all'inizio senza la benedizione paterna, occorre specificarlo).
La sensibilità del discutibile, anche se a tratti simpatico, "Totoro" è ben visibile, nonostante quello appena citato sia un antico film, per quanto distribuito in Italia un paio d'anni fa. Il suo amore per la natura si e ci situa lontano dalla melensaggine, peraltro a volte resa male anche stilisticamente, di erti cartoni nipponici: non gli interessa antropomorfizzare la natura, ma ritrarre con affetto ed una distaccata partecipazione (Cosa aspettarsi, del resto, dal giapponese tipo?) tutte le sue componenti. Come un gatto, non esattamente simpaticissimo almeno in apparenza, che alla fine si rivelerà decisivo. O vari insetti, picoli per noi ma più che ingombranti per i microscopici protagonisti.
Ci sono forse tracce della cultura shintoista nell'amore panteistico che il padre della ragazzina nutre per creature distanti, in tutti i sensi, dal genere umano, che peraltro da decenni non appaiono (Appunto!) più nella casa in cui abita inieme con la propria famiglia. Forse, chissà, ciò che con cura fa costruire per loro gli ricorda un passato lontanissimo, nella sua perfezione cesellata a misura di ragazzino. O forse c'è un vero amore per la natura, che non consiste in animalismi od ecologismi di maniera, ma in un atteggiamento che, oltre allo shinto già accennato, si potrebbe ricollegare all'intransigente giainismo gandhiano, che impone rispetto assoluto per qualsiasi creatura vivente.
Tematiche non sempre sviluppate benissimo, distanti dall’eccellente “Città incantata” (La lontananza di una ragazzina dai genitori come momento di crescita e di superamento, potenziale o reale, delle proprie paure) o dal "Castello errante di Howl" ( Ove, con un pò di retorica sulla guerra, si affronta un altro travaglio interiore di un'adolescente, in un contesto meno "individuale", e con un atematica di carattere più collettivo). Qui lo sviluppo (Quando c'è) della storia è più macchinoso, il significato rischia di ritornare ad una dimensione più individuale, anche se non individualista. Neanche la storia del ragazzo convince sino in fondo, forse sa un pò di "retorica funerea". Ma il lato positivo è che , persino qui, Miyazaki la veste di poesia, prendendola -Parzialmente- come pretesto riguardo il suo amore per "Arrietty".
Anche quando dobbiamo fuggire (Ma dalle paure vere, non da noi stessi: questa, pensandoci bene, appare una tematica ricorrente in Miyazaki), non bisogna mai
smettere di sperare, né di amare la natura. E di amarla anche nelle sue forme più piccole, come una zolletta di zucchero, di cui l'essere umano approfitta anche per esprimere ciò che sente.
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